di Anthony Muroni *
S i fa presto a dire continuità territoriale. Alla faccia degli impegni presi nelle conferenze tra Stato, Regione, vettori aerei e marittimi, i sardi continuano a provare sulla propria pelle la bruciatura del tradimento. Sempre meno tratte, prezzi che lievitano, facilitazioni negate per quel che riguarda i voli, specie quelli assicurati dal gruppo Alitalia. Mentre, per quel che riguarda i collegamenti marittimi, la crisi e il processo di privatizzazione di Tirrenia hanno ingenerato un processo che ha del diabolico: meno tratte (non ancora programmata quella Olbia-Genova) e aumenti delle compagnie concorrenti, che spesso sfiorano il raddoppio delle precedenti tariffe. Per l’associazione Altroconsumo, che ha presentato un esposto all’Antitrust, gli aumenti medi proposti da Grandi Navi Veloci, Moby Lines, Sardinia Ferries sono del 66%. Alla fine del settembre 2010 l’allora assessore regionale ai Trasporti Lorettu firmò un protocollo d’intesa che gettava le basi per la nuova continuità area. Il principio è sempre lo stesso: utilizzare uno strumento legislativo europeo che ha lo scopo di garantire il trasporto ai cittadini delle regioni disagiate. Il mezzo è quello di una gara europea per l’aggiudicazione delle rotte, con l’assunzione dell’onere di servizio. Da quel giorno si sta lavorando per ridefinire i contorni normativi. Ma nel frattempo i sardi assistono impotenti a beffe che vanno contro ogni logica. Per dimostrarlo basta aprire il sito internet di Alitalia e cercare di fare un biglietto di andata e ritorno da Cagliari per Roma. La prima cosa che salta agli occhi è nota da mesi, da quando la Ue bocciò una parte dell’accordo 2006: l’ex compagnia di bandiera riconosce i vantaggi della continuità territoriale ai giovani fino ai 21 anni d’età, agli studenti fino ai 27, ai disabili e agli anziani, oltre i 70 anni, e ai cittadini residenti nell’Isola. Esclusi, applicando alla lettera la parte della legge che è rimasta in piedi, quelli che in Sardegna sono nati e che per motivo di studio o di lavoro si sono dovuti trasferire nella Penisola o all’estero. Scelta obbligata, si dirà. Peccato che Meridiana, altro vettore che opera in regime di continuità territoriale dagli aeroporti di Cagliari e Olbia, abbia autonomamente deciso di riconoscere comunque il diritto ai sardi emigrati. Ma Alitalia non si limita a questo: se si torna al Cagliari-Roma e si fa, ad esempio, un biglietto per il 25 gennaio (prevedendo il ritorno per il giorno successivo), con la tariffa residenti si spendono 139,63 euro. Una cifra non da poco, se si considerano le tariffe delle compagnie low cost che collegano il capoluogo dell’Isola con capitali europee come Londra, Parigi e Madrid. Almeno ci si potrà consolare con il grande risparmio rispetto a quello che sono costretti a pagare quelli che sardi non sono. Anzi, no. Perché se si fa un biglietto di andata e ritorno per le stesse due giornate (ai medesimi orari) e si dichiara di non possedere il requisito della residenza in Sardegna, Alitalia si dichiara magnanima: la spesa richiesta è infatti di 145,63 euro. Appena sei in più rispetto a quella legata alla continuità territoriale. È questo, dunque, il vantaggio (tre euro a tratta) sul quale i sardi possono contare grazie alle tariffe a prezzo scontato? Ma la beffa non finisce qua. Incurante del fatto che la tariffa finale sia stata stabilita attraverso un accordo scritto e vincolante, la compagnia di bandiera che ora fa capo a una cordata di imprenditori guidata da Roberto Colaninno, ha introdotto un altro balzello: altri 5 euro se si fa il biglietto sul web, con qualsiasi carta di credito si paghi. Risultato? Per i sardi la spesa sale a 144,63 euro. Dell’argomento si è nuovamente occupato il deputato del Pdl Mauro Pili che (assieme ai colleghi del Pdl Murgia, Vella, Nizzi, Porcu e Testoni) lo scorso 2 dicembre ha presentato un’interrogazione al ministro dei Trasporti Altero Matteoli, facendo riferimento alla mozione unanime approvata in commissione Trasporti il 21 aprile 2010: «Occorre favorire l’individuazione di un maggior numero di voli e di rotte aeree da e per la Sardegna che consenta, nel contesto dello sviluppo potenziale della domanda, di avere più operatori sulla stessa rotta», ha scritto il deputato, «occorre anche favorire la possibilità di determinare, sulla base del principio di riequilibrio legato alle condizioni insulari della Sardegna, di una tariffa massima a cui si applichi il regime degli oneri di servizio pubblico, applicando, come parametro, le condizioni più favorevoli del costo ferroviario».
* Unione Sarda