IL “PAESE MUSEO” DI SAN SPERATE ALLA XXI BIENNALE D’ARTE DI CERVEIRA IN PORTOGALLO

di EMANUELA KATIA PILLONI

La partecipazione del Paese Museo alla XXI Biennale internazionale d’Arte di Cerveira rappresenta lo snodo ideale fra passato e futuro della comunità speratina, a due anni dalla ricorrenza dei 50 anni dalla nascita del movimento. Il sodalizio sociale e culturale con la Fondazione della Biennale d’arte di Ceveira, cementato dalla mostra tenutasi a San Sperate nella primavera del 2019, raggiunge ora un nuovo importantissimo obiettivo esportando un’esperienza eminentemente locale – se pur caratterizzata fin dal suo apparire da un respiro internazionale – nel cuore di una fra le più autorevoli biennali d’arte d’Europa. Traguardo prestigioso e ambito che apre a nuove visioni culturali in cui ogni esperienza artistica diventa “comunità”. Perché, se alla base della filosofia del Paese Museo, c’è l’arte come elemento unificatore di distanze umane e sociali, gli scambi culturali che si sono avvicendati in questo mezzo secolo hanno rappresentato innanzitutto relazioni umane, confronti tra civiltà e storie diverse, dicotomiche visioni del mondo armonizzate dall’ospitalità e dall’accoglienza della comunità.

E oggi è ad un’altra comunità ospitante – a noi così affine per vivacità culturale e slancio creativo- che la cittadinanza speratina si rivolge con gratitudine e fiducia, certa che nel racconto del Paese Museo gli abitanti di Cerveira e i visitatori tutti potranno scorgere l’intricata trama della crescita culturale e sociale di un piccolo paese di fango che ha fatto dell’arte la sua cifra quotidiana.

L’Amministrazione Comunale nel porgere i più sentiti ringraziamenti al Comune e alla Fondazione della Biennale d’Arte di Villa Nova de Cerveira, per l’opportunità e la fiducia concessa alla nostra cittadinanza nel riservarci l’onore di ospitare lo storytelling del Paese Museo non solo in uno spazio espositivo dedicato ma addirittura nella sua piazza centrale, rinnova l’invito a proseguire nella strada dello scambio e della condivisione di progetti a lungo termine tra le nostre comunità, indissolubilmente legate dalla comune visione dell’Arte come linguaggio universale di crescita e confronto.

Il Sindaco, Enrico Collu, presente all’inaugurazione della Biennale così descrive una delle installazioni artistiche curate da Officine Vida “Quando, poco più di cinquant’anni fa, su iniziativa di Pinuccio si iniziò a imbiancare i muri più che arte era un gioco di strada. Oggi sappiamo che quel “gioco” coincide con l’inizio del percorso del “paese museo”.

Alla Biennale Portoghese una delle nostre due installazioni si chiama “quando a arte è un jogo de rua” (quando l’arte è un gioco di strada) per ricordare il percorso che ha caratterizzato San Sperate paese museo.

Si tratta di una piattaforma calpestabile delle dimensioni 8×8 con inseriti sulla stessa 39 cilindri in vetroresina, uno diverso dall’altro, unici,  per dimensioni (diametro e altezza).

La loro realizzazione è stata curata dalla scenografa Claudia Spina.

I colori dei cilindri passano dal colore dei mattoni in terra cruda al bianco della calce, ai colori vivaci dei nostri murales.

Sul basamento son tracciate delle linee colorate che rappresentano le nostre strade.

In mezzo ai vari cilindri sono posizionate cinque piantine di agrumi per sottolineare le nostre origini agricole e contadine.

Insomma, in sintesi, una rappresentazione in arte moderna del nostro percorso.

I cilindri sono in parte trasparenti, illuminati all’interno da dei faretti con diversi gradienti di colore. Quelli più opachi sono illuminati esternamente da fari led posti sulla piattaforma.

La parte illuminotecnica e disegno luci è stata curata da Giovanni Melis.

I quattro punti diversi, inseriti all’interno dei cilindri, ci sono dei sensori che, rilevando la presenza dei visitatori in prossimità,  fanno partire degli audio.

In uno ci sono le musiche di Paolo Fresu con No potho reposare, poi le launeddas di Luigi Lai, un vocalizzo di Gavino Murgia e infine la chitarra sarda di Paolo Angeli.

Sulle musiche si può ascoltare, in lingua Portoghese e Inglese, la storia del Paese Museo (circa 20 minuti di racconto).

Tante le persone che attraversano l’installazione e, a conferma che il nome è azzeccato, molto gradita ai bambini che la percorrono gioiosi soffermandosi a scrutare le immagini, poste a chiusura dei cilindri, dei bambini della San Sperate di cinquant’anni fa.

L’installazione una volta terminata l’esposizione alla Biennale Portoghese, tornerà a San Sperate e sarà posizionata in una delle nostre piazze/aree e sarà visitabile.”

Alla presenza del Paese Museo nel ridente paese portoghese è stato dato ampio spazio nei media nazionali, indizio di un interesse crescente del mondo culturale internazionale per la straordinaria esperienza del Paese Museo di San Sperate.

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