di Massimiliano Perlato
Le compagnie marittime aumentano le tariffe e la continuità territoriale è pressoché inesistente. Insorgono le associazioni dei consumatori e i sindacati. E anche la politica chiede l’ennesima inversione di rotta. La vacanza in Sardegna diventa un lusso e molti turisti scelgono e sceglieranno mete più economiche. Interpellato, Davide Fusaglia dell’Eurotarget Viaggi”, l’agenzia legata al mondo dell’emigrazione sarda è categorico: “Tirrenia di Navigazione, Moby, GNV e Sardinia Ferries” che collegano da e per la Sardegna le prossime partenze per il 2011, applicheranno dei costi e tariffe fortemente aumentati per un circa 40% (in agosto anche l’80%) in più rispetto agli anni passati. La tariffa preferenziale per i nativi e/o residenti rimane ancora attualmente valida, sin dove viene applicata, subendo in ogni caso ed in proporzione la forte rivalutazione decisa dai vettori. La nuova linea del mercato tariffario marittimo ci viene confermata direttamente dai singoli uffici commerciali e dalle direzioni delle sedi dei singoli vettori. Abbiamo voluto attentamente confrontare in ampie e varie analisi delle tariffe, di eventuali prossime partenze nei vari mesi e con la principali variabili, con i prezzi applicati nell’anno passato e purtroppo, riscontriamo e confermiamo della nuova linea dei piani tariffari e del significativo aumento. I singoli vettori, chi più chi meno, – continua Fusaglia – apertamente ci informano della situazione deficitaria dei loro bilanci economici creatisi da alcuni anni a questa parte da vari fattori ‘scelte strategiche sbagliate, crisi economica, aumento generale dei trasporti, aumento del carburante, dissennata logica dei low cost, etc’. Ora ‘ci dicono’ che nessuno può più permettersi di continuare ad applicare le vecchie tariffe e condizioni, per poter continuare a mantenere le linee ed il servizio da e per la Sardegna a rischio di fallimento. La F.A.S.I. (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) guidata da Tonino Mulas, si è subito fatta sentire con un ponderoso comunicato stampa: “La politica è: meno passeggeri, meno navi, prezzi al massimo. La vendita della Tirrenia, che doveva migliorare le cose, se troverà un compratore, (o magari più compratori associati, fra cui si parla insistentemente di una quota della Regione Sardegna) rischia di peggiorarle, perché avremo un concorrente in meno e sarà rafforzata la tendenza già in atto a “fare cartello”. Chi ci perde è sempre la Sardegna! La situazione si prospetta drammatica per la stagione turistica e per l’economia della Sardegna: i primi ad essere colpiti sono gli emigrati sardi che fanno ferie normali perché lavorano”.
Nel frattempo le compagnie marittime si difendono: “Dobbiamo fare i conti con l’andamento del costo del carburante che da gennaio 2010, quando sono state predisposte le tariffe estive dello scorso anno, ad oggi, è aumentato di circa il 50%, e continua a salire. Il carburante rappresenta una quota significativa dei costi di gestione delle navi e ciò ha determinato, inevitabilmente, un adeguamento delle tariffe”.
La situazione preoccupa anche il mondo della politica: il deputato Mauro Pili, che dei trasporti ha fatto il suo “cavallo di battaglia”, ha rivolto al Governo un’interrogazione urgente: “Si favorisce una situazione di vero e proprio sequestro di massa ai danni dei sardi e di un isolamento senza precedenti della regione”. Per questo Pili chiede di riferire urgentemente in commissione sullo stato d’attuazione delle procedure di privatizzazione della Tirrenia e di fissare i tempi necessari per completare le procedure. “Inoltre sarebbe utile convocare Tirrenia per definire il rispetto delle clausole sulla continuità e l’attivazione delle rotte indispensabili per evitare i ricatti e il monopolio delle altre compagnie e avviare inoltre una verifica sulla legittimità degli aumenti proposti dalle società. E come nella continuità aerea, sarebbe infine opportuna l’eliminazione del doppio regime residenti e non residenti”. Tutti d’accordo, quindi, nel chiedere un intervento urgente a Regione e Governo. “Purtroppo avevamo detto che smantellare Tirrenia non avrebbe risolto i problemi dei collegamenti sardi e con l’arrivo del federalismo il problema non deve essere relegato a questione sarda” è un tema fondamentale. Serve un progetto altrimenti saremmo fuori dal mercato, ma oggi la Regione non ha la forza di farsi sentire dal Governo nazionale”.
Filippo Soggiu, Presidente Emerito della F.A.S.I. e responsabile del settore trasporti è avvilito: “In trent’anni abbiamo distribuito milioni di posti per le vacanze in Sardegna sia agli emigrati che ai soci non sardi dei circoli. Dovevano tenerne conto perché comunque rappresentiamo una forza e i vettori in questi anni lo sapevano. Chiederemo incontri con le istituzioni per cercare di ripristinar un colloquio che non vogliamo sia privilegiato, ma quanto meno che sia il giusto approccio per un dialogo con un bacino d’utenza enorme come il nostro”.
Sulla stessa frequenza Gianni Casu, che si occupa dell’agenzia trasporti della FASI: “Cercheremo di utilizzare le vetrine importanti per far sentire la nostra voce e confrontarci con le istituzioni. Penso alla Bit di Milano che si svolgerà dal 17 al 20 febbraio”.
Cosa succederà nei prossimi mesi? Mulas ribadisce quanto elaborato nel comunicato stampa: “Il rischio è che molti rinuncino alle ferie per i costi divenuti insopportabili. Anche gli emigrati pensionati, che vanno in Sardegna 4/5 mesi all’anno e non fanno il viaggio ad agosto vedono enormemente aumentate le tariffe. Molti purtroppo potrebbero rinunciarci. Dopo la crisi dell’industria, con la disoccupazione alle stelle, dopo la crisi della pastorizia, il pericolo del crollo del turismo è un rischio grandissimo che la Sardegna non deve permettersi di correre”
Grazie della tuo articolo che come al solito è preciso e puntuale
A presto e ti saluto
“Il governo fermi subito il saccheggio della continuità territoriale marittima ai danni della Sardegna”. Lo chiedo con un’interrogazione urgente ai Ministri dei Trasporti, dello Sviluppo Economico. Denuncio il lassismo di Tirrenia e il vero e proprio sacco che si sta mettendo in atto da parte delle altre compagnie private. La Sardegna non può essere affidata all’atteggiamento irresponsabili di chi pensa che l’isola sia una meta turistica da spremere nel periodo estivo e poi da abbandonare negli altri periodi dell’anno. Tutto questo è inaccettabile e il governo si deve fare garante di tutelare il sacrosanto principio al diritto di movimento di merci e persone a pari condizioni in tutto il Paese. Non si può ritardare nemmeno di un giorno la pubblicazione delle tariffe e delle rotte per le prenotazioni. Un soggetto ancora pubblico come la Tirrenia deve proporre sul mercato un’offerta che proprio per via delle convenzioni sulla continuità territoriale devono essere attivate anche per calmierare l’escalation dei prezzi proposti dalle altre compagnie. Il governo deve tutelare in tutti i modi in questa fase transitoria i principi e le regole che disciplinano la continuità territoriale e deve attivarsi per una proposta organica che consenta nel lungo termine di rafforzare uno strumento vitale per la tutela delle regioni insulari. Si ponga fine anche a questo ennesimo scarica barile sulla competenza sulla continuità territoriale legato a quella norma scandalosa che nel 2006 aveva tentato di scaricare l’onere sulla regione. Il trasporto marittimo non rientra fra le materie attribuite dall’art. 117 della Costituzione alla legislazione dello Stato, né fra quelle rimesse alla legislazione concorrente Stato-Regioni. Ma la continuità del servizio pubblico di trasporto marittimo, sono riconducibili alla materia “determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali”, di cui all’art. 117, co. 2, lett. m), della costituzione, di competenza statale.
L’amministrazione straordinaria della Tirrenia deve immediatamente porre in essere tutte le iniziative necessarie al fine di garantire la continuità territoriale tra la Sardegna e gli altri scali portuali del Paese. Risulta fin troppo evidente che se tali procedure non venissero messe in atto si finirebbe per favorire già dalla prossima stagione estiva una situazione di vero e proprio “sequestro” di massa ai danni dei sardi e di un isolamento senza precedenti della Regione. Il mancato inserimento tra le rotte già prenotabili della Tirrenia della Olbia – Genova sta di fatto generando una situazione gravissima sul piano del rincaro dei prezzi dei biglietti da parte delle altre compagnie che dinnanzi a questo scenario indefinito e complice finiscono per agire in regime di cartello monopolistico ai danni della Sardegna. La generica affermazione delle stesse compagnie di navigazione secondo le quali si tratterebbe di un rincaro dovuto al prezzo del carburante risulta ingiustificato e non plausibile se non con il tentativo di approfittare di una situazione di totale assenza di controllo sul rispetto della continuità territoriale marittima da e per la Sardegna.
Questi gli interrogativi che ho rivolto al governo:
se non si ritiene di dover urgentemente riferire in commissione sullo stato d’attuazione delle procedure di privatizzazione della Tirrenia;
se non si ritenga di dover definire con l’amministrazione straordinaria della Tirrenia un cronoprogramma in grado di fissare i tempi necessari per la completare le procedure;
se non ritenga di dover con immediatezza convocare la stessa Tirrenia per definire il rispetto di tutte le clausole relative alla continuità territoriale e l’attivazione di tutte quelle rotte indispensabili al fine di evitare comportamenti ricattatori e monopolistici da parte di altre compagnie di navigazione;
se non ritenga di dover immediatamente attivare per quanto di proprio competenza una verifica sulla legittimità degli aumenti proposti dalle compagnie di navigazioni operanti sulle tratte sarde;
se non ritenga di dover definire un provvedimento del governo relativo alla continuità territoriale marittima da e per la Sardegna anche con l’eliminazione del doppio regime residenti – non residenti che risulta anacronistico e non rispettoso del principio di eguaglianza, di pari di diritti di movimento dei cittadini europei in tutte le regioni, e a pari condizioni;