di GIANNI MARILOTTI
Insieme al collega siciliano Fabrizio Trentacoste, ho deciso di intraprendere un’azione legislativa finalizzata ad assicurare alla Sardegna una rappresentanza certa e adeguata nel Parlamento europeo.
In via eccezionale, nel 2014, la nostra Isola riuscì a eleggere tre europarlamentari, che beneficiarono di una serie di fortunate coincidenze, difficilmente replicabili.
Nel 2019, nonostante l’attuale sottosegretaria al Mise Alessandra Todde sia risultata tra le più votate in assoluto a livello nazionale, la Sardegna è rimasta nuovamente senza rappresentanza.
Questo anche perché la permanenza nella medesima circoscrizione con la Sicilia (che conta oltre tre volte gli abitanti della nostra regione) è da considerarsi uno svantaggio insuperabile, alle attuali condizioni.
Si tratta di una grave discriminazione che confligge sia con il principio di rappresentanza che con il riconoscimento delle specificità della Sardegna, entrambi riconosciuti a livello europeo.
Per ovviare al problema della permanenza di eletti sardi nel Parlamento di Bruxelles, il disegno di legge che condivido con il collega Trentacoste interviene con due modifiche della legge elettorale del 1979.
Con la modifica dell’articolo 12 si consente anche ai partiti o ai gruppi politici espressione del territorio della Regione Sardegna di presentare liste collegate ad altra formazione della stessa circoscrizione, presentata da partito o gruppo politico presente in tutte le circoscrizioni con lo stesso contrassegno, al fine di partecipare al riparto dei seggi previsti nell’ambito della medesima circoscrizione.
Attualmente, invece, la legge concede questa possibilità solo alla minoranza di lingua francese della Valle D’Aosta, di lingua tedesca della provincia di Bolzano e di lingua slovena del Friuli.
La seconda modifica riguarda l’articolo 22: si prevede la riserva di due seggi agli esponenti delle liste espressione del territorio sardo qualora per le stesse liste non sia scattato alcun seggio.
Si prevede questa clausola di salvaguardia, a condizione che i due candidati abbiano ottenuto almeno 15 mila preferenze.