IL 15 GENNAIO AL CIRCOLO "SEBASTIANO SATTA" DI VERONA, PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI GUIDO FLORIS E ANGELO LEDDA "SERVITU' MILITARI IN SARDEGNA: IL CASO TEULADA"

esercitazione militare a Capo Teulada

esercitazione militare a Capo Teulada


di Maurizio Solinas

Presso l’associazione “Sebastiano Satta” di Verona, situata a Forte Chievo in via Bionde 61, domenica 15 gennaio alle ore 16.30, si terrà la presentazione del volume “Servitù militari in Sardegna: il caso Teulada” con gli autori Guido Floris e Angelo Ledda.

Oltre cinquant’anni fa lo Stato italiano espropriò a Capo Teulada, acquisendoli talvolta con l’inganno, terreni sui quali viveva da generazioni una comunità organizzata di persone. Lo fece per assicurare le esigenze della difesa in anni in cui l’Occidente contemplava la possibilità di un conflitto con i paesi dell’Est comunista. Da allora ben 24mila ettari di terra sarda sono diventati bersaglio di armamenti devastanti, mentre altri 13mila sono oberati da servitù: una quantità senza pari in Europa. E a questa immensa distesa di territorio si aggiungono i vincoli nel mare e nello spazio aereo, più grandi dell’intera superficie dell’isola. Quantità gigantesche di ordigni sparati dai maggiori eserciti occidentali – quasi l’80% di tutte le bombe esplose in Italia in tempo di pace – devastano il suolo e il mare, mettendo in grave pericolo la salute dei cittadini e dei soldati e rendendo virtualmente impossibile qualunque operazione di bonifica. Ma è giusto che le esigenze della difesa nazionale debbano gravare tanto sulle spalle dei sardi? Sono davvero irrinunciabili poligoni vasti come quelli di Teulada e di Quirra Perdasdefogu? Ed è vero il ritornello infinite volte ripetuto che le basi creano lavoro e ricchezza, o non sono piuttosto di ostacolo allo sviluppo? A questi temi dedicano la loro indagine Guido Floris e Angelo Ledda, che prendono spunto dal caso specifico di Teulada per compiere una esplorazione approfondita del tema delle servitù militari nell’isola ripercorrendone le tappe storiche: gli espropri, gli sgomberi, le rivendicazioni da parte dei comuni, la lotta dei pescatori, le leggi approvate per regolamentare le servitù militari, gli accordi raggiunti. Gli autori si soffermano inoltre sulla strage silenziosa causata dall’uranio impoverito, documentando come lo Stato, che aveva mancato al dovere di vigilanza, abbia spesso negato l’evidenza di un nesso causale fra le malattie che uccidono i nostri soldati e la permanenza in zone inquinate da materiale tossico e radioattivo. E per la prima volta ci fanno ascoltare la voce di chi, più di 50 anni fa, fu privato delle sue terre e mandato altrove, per pochi spiccioli. Un libro da leggere e da meditare. E da discutere il più possibile, visto lo scarso interesse dei politici verso tali questioni.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Un commento

  1. Valerio Gennaro

    …è veramente inquietante che non vengano fatte analisi molto informative e molto economiche come le indagini ambientali ed epidemiologiche sulla popolazione che vive e/o lavora sottovento al poligono militare di Quirra, o è esposta ai campi elettromagnetici (CEM) rispetto ad un opportuna area o popolazione di controllo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *