di FABIOLA CORONA
Elisa Vinci, sanlurese di 25 anni, un’artista a tutto tondo tra musica, scrittura e teatro, si affaccia ora al mondo della poesia, con la pubblicazione della sua prima raccolta, Fragments of life (“Frammenti di vita”).
Interamente in lingua inglese, e accompagnato dalle illustrazioni della fotografa e illustratrice Martina Pilloni, il testo si presenta come un viaggio alla scoperta di sé stessi, un viaggio intimo ed emozionante che partendo dal rapporto con la sensibilità, come ci racconta la stessa autrice, arriva a raccontare i sentimenti più personali: «Nei titoli dei capitoli son presenti dei riferimenti ai cinque sensi. Il primo capitolo racconta di una relazione ancora immatura ma passionale, per questo il senso del tatto; nel secondo gli odori e i profumi hanno un ruolo speciale legato alla Spagna e alla dolcezza di un amore non ricambiato, mentre il terzo è il momento in cui ci guardiamo allo specchio e non riconosciamo la persona davanti a noi. Poi arriviamo ad una relazione dai sapori taglienti e velenosi, e nell’ultimo capitolo si arriva a una vera e propria perdita di se stessi causata dall’ascolto delle voci dentro la testa, che a volte non fanno altro che buttarci giù fino a farci credere di non poterci più rialzare».
Una storia, quella di Elisa, fatta di sogni e passioni, di momenti di insicurezza vinti però dalla voglia di mettersi in gioco e di riuscire a realizzare i propri progetti.
Com’è nata l’idea di una raccolta di poesie? Ho iniziato a scrivere poesie in Spagna, nell’autunno di tre anni fa, e da quel momento non ho più smesso. La Spagna per me ha un non so che di speciale e c’è da dire che le prime poesie di Fragments of life erano originariamente in spagnolo. Questi anni le avevo conservate nel mio quadernetto e quando questo gennaio sono tornata da Londra ho deciso di realizzare dei progetti che ho sempre lasciato in sospeso, per colpa di varie insicurezze, come quelle che abbiamo a volte quando dobbiamo mostrare un nostro lavoro e soprattutto quando si tratta di qualcosa di molto personale. Ho quindi messo in ordine il progetto e commissionato le illustrazioni a Martina Pilloni, unito il tutto e auto pubblicato la raccolta su Amazon.
Quando ha scritto la sua prima poesia? Ho scritto la mia prima poesia quando ero in Erasmus a Valladolid, in Spagna. Ero là da pochi giorni e sono andata a fare un giro per la città. Ero per le strade del centro, quando a un certo punto ho visto una libreria e sono entrata a curiosare. Volevo comprare qualcosa in spagnolo per imparare la lingua e casualmente ho trovato un libro di poesie di un autore del posto. Leggendo le sue poesie, davanti alla finestra, con una tazza di caffè in mano, non facevo che apprezzare sempre di più la Spagna, le foglie d’autunno e quel loro modo di parlare che per me era poesia.
Fragments of life dà l’idea di essere, oltre che una raccolta di poesie, un viaggio alla scoperta di sé stessi. Ci può raccontare questo viaggio? Esatto, oltre ad essere dei veri e propri “frammenti di vita” di diversi anni, è un vero e proprio percorso che parte da delusioni d’amore, ma che si dirige poi alla scoperta delle parti più terribili di noi stessi, parti che a volte cerchiamo di nascondere perché ci rendono fragili agli occhi degli altri e di noi stessi. In realtà, ho imparato che sono proprio quelle parti a renderci veramente forti, e nella prossima raccolta, alla quale sto ora lavorando, si partirà proprio da una sorta di odio per se stessi fino ad arrivare alla scoperta della propria libertà.
C’è una poesia alla quale è particolarmente legata? Sono molto legata a tutte in realtà, ma ammetto di essere particolarmente legata a My dream of paper. È una poesia molto speciale in cui vi è una estrema opposizione tra sogno e realtà, desiderio e senso di colpa, paura e voglia di buttarsi in qualcosa di impossibile, in un vero e proprio “sogno di carta”. Sono state ferite molto profonde, ma sono guarite grazie a una consapevolezza e ad una accettazione di un qualcosa che non si può cambiare e anzi, che regala qualcosa di ancora più speciale e duraturo che oggi non cambierei per nulla al mondo.
Siete un’artista a tutto tondo, tra musica, teatro e poesie. Ci sono dei punti di riferimento a cui si è ispirata o che sono importanti nella sua carriera artistica? Ho iniziato a leggere poesie relativamente da poco e oltre a grandi scrittori come Oscar Wilde e Poe, mi piacerebbe citare due autori contemporanei che hanno avuto un impatto notevole nella mia scrittura: Redry e Courtney Peppernell. Per quanto riguarda la musica, invece, devo ringraziare mio padre per avermi fatto ascoltare grandi artisti, come i Beatles, Eric Clapton e i Led Zeppelin, facendomi appassionare sin dalla tenera età. Ascoltavo tanto anche Anastacia e Shakira, icone che ancora oggi ascolto con piacere. Ci sono senza dubbio tanti altri artisti, oltre a quelli citati, che hanno influenzato e ispirato il mio modo di scrivere, anche inconsapevolmente. Dopotutto, noi musicisti, siamo quello che ascoltiamo.
Progetti per il futuro? Attualmente sto collaborando a delle audio-letture per autori emergenti che vogliono far conoscere il loro lavoro anche attraverso la musica e la lettura espressiva dei loro testi. È un lavoro che amo, e spero di riuscire a migliorarlo sempre di più per renderlo il più professionale possibile. Per quanto riguarda la scrittura, per il momento mi sono fermata, ma ho già qualche poesia nel cassetto e mi piacerebbe pubblicare in futuro una nuova raccolta. Ora mi sto invece dedicando ad un’altra grande mia passione: la musica. Sto lavorando, con amici musicisti professionisti, alla pubblicazione del mio primo album musicale. Scrivo canzoni da quando ero piccolina, crescendo ho continuato a scrivere accompagnandomi con la mia chitarra e ora ho finalmente deciso di concretizzare questo sogno, pubblicando l’album su Spotify e, se ci sarà la possibilità, accompagnandolo con un piccolo tour in giro per la Sardegna e chissà, magari anche in qualche città d’Italia! Ora è tutto in fase di lavorazione ma spero di riuscire a realizzarlo, dando tempo al tempo, ma lasciando sempre tanta voglia di fare. Sono sempre stata molto riservata ma alla fine quello che vogliamo tutti è essere ascoltati e mi piacerebbe tanto che altri artisti, che come me tenevano i loro progetti nel cassetto, li tirino fuori una volta per tutte e ci facciano sentire la loro voce.