di VITO BIOLCHINI
Qualche anno fa un partito pensò che lanciare sul mercato turistico mondiale l’idea che la Sardegna fosse in realtà l’antica Atlantide avrebbe portato nella nostra isola più visitatori, e dunque più ricchezza.
Oggi altrettanto banalmente, con uguale faccia tosta e per fortuna senza scomodare Platone, il presidente della Regione Christian Solinas si affida a un altro mito per provare a dare un senso ad una Fase 2 che arriva al termine di una imbarazzante Fase 1: il mito dell’isola Covid Free e del passaporto sanitario immaginato per preservarla da ogni male.
A volte ci si affeziona a delle idee anche se che alla lunga appaiono per quello che sono, cioè semplici intuizioni o, nel caso peggiore, vere stupidaggini; ma a quel punto chi è senza coraggio non sa fare marcia indietro e preferisce andare avanti costi quel che costi, anche a rischio di finire in un vicolo cieco.
È quello che sta avvenendo al presidente Solinas, che con la sua genialata del passaporto sanitario rischia di ottenere un risultato opposto a quello atteso, ovvero affossare quel poco di turismo che quest’estate potrebbe arrivare anche in Sardegna. Ciò che sta avvenendo è infatti sotto gli occhi di tutti.
Su questa Grande Idea le dichiarazioni e i dietrofront della giunta regionale ormai si sprecano. Prima Solinas aveva affermato che i turisti avrebbero fatto il tampone all’arrivo nell’isola; poi, resosi conto dell’assurdità, aveva corretto il tiro, dichiarando che i turisti lo avrebbero fatto prima della partenza.
“Ma dove? In quali laboratori?” chiede il turista, spaesato. Il presidente è imperturbabile e cambia rotta: d’altra parte, essendo un mito, il passaporto sanitario sardo è più polimorfo di Zeus che pur di raggiungere i suoi scopi goderecci si trasformava in cuculo, in cigno, in toro. Ecco che dunque il passaporto sanitario di Solinas (già tampone all’arrivo e poi tampone alla partenza) si trasforma magicamente in test salivare all’arrivo.
Ma le Erinni hanno un conto in sospeso con Christian e nelle vesti di compagnie di gestione aeroportuale dicono che no, che il test salivare all’arrivo nell’isola non si può fare!
Il nostro mitico passaporto sanitario conosce dunque la sua quarta metamorfosi: il turista dovrà arriva con il test salivare in tasca, “il cui costo verrà rimborsato in servizi turistici nell’hotel o nel resort in cui alloggerà”, ha affermato ad Agorà un grondante Solinas.
“E se il turista non soggiorna in albergo?” vorrebbe chiedere l’Ingenuo. E se il turista non vuole o non può fare il test? Sulla base di quale norma si limita il suo diritto alla circolazione? E tutto questo per sorvolare sul fatto che sull’efficacia dei test salivari in tanti nutrono più di un dubbio…
Intanto l’assessore al Turismo Gianni Chessa, ignaro delle passate metamorfosi del passaporto sanitario e ancora fermo alla “cojonata major”, afferma nientemeno a Repubblica che no, i turisti faranno i tamponi! Nel frattempo il suo collega alla Sanità, il leghista Mario Nieddu, dichiara invece all’Unione Sarda che si tratta di un’ipotesi da scartare…
E tutto questo dopo la presa di posizione dell’Unione Europea secondo cui il passaporto sanitario non ha senso, in quanto non ci sono le basi scientifiche per dichiarare una persona immune.
In questo circo di dichiarazioni in libertà, il presidente Solinas non si arrende e, forte della sua genialata, si ricorda pur sempre di essere l’Ipnotizzatore di Capoterra e così si offre in pasto alla stampa italiana ma si incarta tra Piani A, Piani B e Piani C, affermando al Sole 24 Ore che se dovessero tramontare i tamponi e pure i test salivari, ci sarebbe la quinta metamorfosi del Passaporto sanitario: “Faremo controlli con i termoscanner agli arrivi e ai turisti faremo scaricare una app”.
Ormai non c’è limite al ridicolo. Ci manca solo che Solinas dica: “Il grande Ovidio mi è apparso in sogno e mi ha detto: Vedo la sesta metamorfosi: l’autocertificazione! Allo sbarco si chiederà al turista: “Sei malato?” “No”. “Benvenuto in Sardegna, ecco il tuo Passaporto Sanitario. È da parte del presidente della Regione, eh! Fanne buon uso!”.
È evidente che l’intuizione di Solinas si sta inesorabilmente trasformando da genialata a coglionata. Perché solo per raggiungere la Sardegna i turisti devono esibire un ipotetico certificato di immunità, quando per andare nelle altre destinazioni questo non viene richiesto?
L’unico risultato che finora Solinas ha ottenuto è quello di bloccare i flussi turistici verso l’isola per la bellezza di tre settimane, ovvero dal 3 giugno (data in cui gli aerei riprenderanno a volare) al 25 giugno, data in cui Solinas ha deciso, non si capisce bene per quale motivo, che inizierà la stagione turistica.
Chiede l’Ingenuo: perché buttare via tre settimane e non consentire ai turisti di arrivare in Sardegna già dal 3 giugno? Volete la risposta? Banalmente, Solinas ha bisogno di tempo per provare ad uscire dal vicolo cieco in cui si è ficcato da solo, tra test mitici e multiformi, linee guida per gli aeroporti che non ci sono, varie ed eventuali.
Insomma, il disastro è un disastro dietro l’angolo. E infatti Federalberghi, Confindustria e Confcommercio (chi è causa del suo mal, pianga se stesso), adesso chiedono addirittura che in due giorni (due giorni!) la Regione dia risposte chiara e definitive sulle modalità di accesso all’isola, mentre Solinas sempre ad Agorà vaneggia di “due milioni e due, due milioni e mezzo di turisti che arriveranno in Sardegna da luglio a settembre”.
Siamo alla fine del nostro racconto. Un’idea buttata lì un mese fa insieme a tante altre (ricordate il “modello coreano”? E la app tutta sarda? E gli alberghi per i malati Covid o gli operatori sanitari che non potevano stare a casa? Tutta roba finita nel dimenticatoio) ha resistito e si trasformata in mito.
Non tutti i miti però sono eterni. Certo, dalla loro hanno un punto di forza: non devono essere veri, l’importante è trovare solo qualcuno che ci creda. Voi ci credete al passaporto sanitario? Caro Solinas, forse era più onesto puntare su Atlantide. Almeno non ci saremmo trovati in questo vicolo cieco.
Non gli do la soddisfazione neanche se fosse lui a pagare , sto a casa !
Che tristezza
Si affretti a prendere una decisione
Da leggere….. questo ė Solinas …. e qualcuno l’ha pure messo a governare la Sardegna
Defenestratelo
Se ne stiano a casa noi non abbiamo gli ospedali pronti per accogliere malati di covid ne per morire noi !!o si verifica che la negatività o stiano a casa loro ..
Certo Viviana!…. è un commento degno del tuo presidente di regione!… la gente va altrove volentieri.
il vostro governatore Solinas, il quale ha specificato che si sta adoperando x avere delle strutture pronte x eventuali positivi
Io lo so che le vostre strutture sanitarie non sono pronti, purtroppo quest’anno non potrò vedere mio figlio e i miei nipoti. Comunque siamo tutti nella stessa barca, non mi sembra il caso di dire se ne stiamo a casa, e se non vi arrivano i turisti parecchie strutture chiuderanno.
Oggi ha bacchettato i giornalisti ha decisamente raggiunto l’apice delle sue dirette al tempo del Covid-19. Se nn fosse drammatica la situazione, ci sarebbe da ridere
scusate……cosa dovrebbe fare…..far entrare tutti senza sicurezza di negatività? o deve tenere tutto chiuso e muoriamo di fame? decidete…una delle due deve essere. non c’è una terza opzione…..
Stavolta vado contro corrente ma io sono d’accordo con solinas. O restiamo passivi al, rischio di riaccendere i contagi qui in Sardegna, e chi si è visto e si è visto, altrimenti servono degli screening preliminari… Mi offro come cavia visto che ho urgenza di andare in lombardia e di rientrare a breve
o sei negativo o non entri……ce poco da decidere. e fa bene…….
Cara Mirella, sbagli.
Intanto lui non puo’ farlo, quando si riaprira’ la circolazione nelle regioni sara’ libera per tutti. Senza condizioni, se lui lo fara’ non vuole il bene della Sardegna e degli emigrati Sardi. Molti resteranno senza lavoro in assenza di turismo e la economia regionale basata sui prodotti alimentari crollerà ‘. Basta con queste figure.. Mezze calzette che si vendono per poco.
Non è proprio così… Lo stanno chiedendo anche le Baleari e la Sicilia.
Non so se si rende conto quando parla, e se i turisti rinunciano ad andare in Sardegna ,
Devono fare un tampone o una visita seriologica, e quelle le paghi.
A questo punto saranno in molti a cambiare itinerario .
Io sono sardo e a giugno vorrei rientrare come faccio sempre, se mi chiedono di fare il tampone rinuncio a rientrare ed io fino ad oggi di salute sto bene.
MEGLIO GLI OCCHIALI(DA SOLE)CHE INGRESSO MALATO.
Giusto se applicata bene.
Articolo amaro, mi ha intristito. Purtroppo #Solinas con i suoi annunci ha già creato un danno di difficile quantificazione, in un contesto già complicato di per se. Gli operatori del settore turistico dovrebbero promuovere una class action contro la regione
il primo contagio è arrivato in Sardegna proprio tramite un sardo, imprenditore che era stato a Rimini per una fiera e che purtroppo poi ha anche perso la vita. Inoltre la diffusione si è avuta negli ospedali, in particolare a Sassari, e in alcune RSA.
Totalmente d’accordo con la posizione del presidente Solinas. E lo affermo da sardo emigrato e da ricercatore in St. Economica in Cattolica! Sembra strano, ma e’ cosi e mi spiace non essere del tutto d’accordo anche con amici che qui su fb hanno postato il loro pensiero. Parto da un dato oggettivo: LA SARDEGNA E’ LA PRIMA REGIONE PER TURISMO INTERNO.
Caro Gianraimondo Farina, non si tratta di essere d’accordo con Solinas o meno.. Ma se quanto propone è valido per salvare il turismo sardo e suoi 350 mila operatori. Si sta facendo di tutto per rovinare la Sardegna che vive anche di turismo.. Chiaro che la sicurezza viene prima di tutto.. Ma dove vai a fare il tampone? .. Non lo fanno neanche ai dottori e all’infermieri..chi ti rimborsa poi? Così non ci andrà nessuno in Sardegna se una famiglia deve pagare 500 euro per il tampone e cose varie che non servono a niente.. E se un turista arriva sano e poi viene infettato da un sardo positivo cosa succede? Bisogna individuare prima chi è malato e isolarlo..come si faceva una volta se avevi la varicella o la scarlattina. Non penalizzare i sani..se uno è sano non infetta nessuno.. Non capisco perché deve stare in clausura.. Infatti tutti i nuovi positivi si sono infettati in casa. Pensa a quanti sardi lavorano nel turismo.. Il governo dà anche degli incentivi per andare in vacanza.. Questi così facendo chiudono le porte..e complicano la vacanza..senti gli hotel che hanno un mare di disdette.. . Speriamo bene.. Auguri
Le opzioni sono tante, i commenti anche, e tutti sono condivisibili.
Il presidente Solinas non è da solo alla guida della Regione … ma dove é il resto della Giunta regionale!?
Si parla poco della sanificazione sulle navi!?
Si parla poco delle compagnie di navigazione e non solo … , che non vogliono rimborsare in contanti, pur pagando le penali, il biglietto della nave in caso di annullamento.
Si parla poco delle scadenze fiscali importanti che si stanno avvicinando. Noi residenti fuori dalla Sardegna continueremo a pagare (IMU-TARI-TASI) anche se quest’anno non possiamo andare neanche per poche settimane nelle nostre case.
Concordo, vi è a dir poco tanta Confusione !!!!!!!!!!!!!!!!
Un bell’articolo non c’è che dire. Molto esaustivo nel fare capire la notevole capacità strategica del nostro sergente Garcia
L’articolo di Vito Biolchini è interessante e, come si usa dire, ” ha lanciato una pietra in piccionaia”.
I commenti che ne sono scaturiti sono, giustamente, non concordi fra di loro nel condannare o meno il Presidente Solinas, e non poteva essere altrimenti. Ognuno di noi è libero di esprimere il proprio punto di vista, dettato dalla posizione o condizione in cui ogni singolo si trova.
Detto ciò, mi chiedo come sia possibile imporre un “passaporto sanitario” a chi entra in Sardegna per paura di contagiare i sardi, se chi vi giunge non ha la stessa garanzia su tutti i sardi che incontrerà durante le ferie.
Potrebbe essere un sardo contagiato ad infettare un turista sano pur essendo munito di regolare “passaporto”: O no?!
Seconda considerazione. Mi chiedo, da profano, come può una Regione vietare la libera circolazione delle persone sul territorio quando in tutta Italia, a breve, tutti possono spostarsi tra una regione e l’altra?
La Regione Sardegna dovrebbe, semmai, attrezzare sin da ora strutture sanitarie idonei in vari punti strategici dell’Isola in previsione di aventuale criticità e tenere a disposizione un numero sufficiente di personale specializzato in materia e attrezzature idonei per il trasporto urgente.
Spenderà qualche euro in più rispetto ai “rimborsi fantasma” per il “passaporto sanitario”, ma ne sarà valsa la pena.
Dimostrebbe in questo caso un salto di qualità e un indirizzo di modernità ed efficienza. I soldi si spendono non solo per creare nuove e moderne strutture, ma anche e soprattutto per mettere in campo nuove e moderne idee.
La Sardegna, purtroppo, soffre di questa “malatia”.
La colpa, però, non è certamente del Presidente Solinas, che oggi si trova a dover prendere delle decisioni difficili.
Io ho il biglietto per la Sardegna da gennaio ed onestamente penso di rinunciare ad andare.
noi non andremmo..abbiamo disdetto tutto..visitiamo la svizzera
Ma perché esiste gente che commenta senza aver letto l’articolo? Sono veggenti o sono minchioni/e?
Ma nell’intenzione di solinas i test si fanno in sardegna all’arrivo ( dopo aver speso un capitale per il traghetto) se poi è positivo che fa lo fa rientrare? Lo isola nell’isola ? E le ferie? Le spese?
Per bilanciare gli equilibri il test dovresti farlo allo sbarco della nave o in aeroporto…
qualsiasi cosa solinas decida nn andra mai bene …..
Dalla lettura di alcuni interventi, deduco che sono tanti a non aver letto il bellissimo articolo di Vito Biolchini che invito a leggere. Buona salute a tutt*
Questo non sa’ dove cazzo ha i piedi e si spera che si muova qualcosa , che decolli fuori dai coglioni in fretta .
In Lombardia i tamponi non li fanno neanche a medici e infermieri, figuriamoci se li fanno ai turisti per andare in Sardegna.
Poichè l’articolo ha affrontato una cosa molto seria, anche gli interventi dovrebbero servire come arricchimento all’argomento trattato, magari con qualche suggerimento per risololvere il problema.
I commenti infarciti di parole volgari, come purtroppo siamo costretti a leggere, senza alcun senso e valore al contesto danno solo una brutta immagine e sono diseducative.