di CARMEN SALIS
Franca Todde in questo breve romanzo, Quattro grani di sale – Ed. Amicolibro, ha narrato una Sardegna del passato, conservandone suoni e colori, magia e usanze.
Franca, una storia piccola per raccontare una grande Donna. Un giorno mi trovavo in pizzeria, nella Marina, era Estate, anziché sedere di fuori ho preferito il fresco dell’interno. Il cameriere ha apparecchiato con una tovaglietta di carta di un colore rosso, io sono rimasta un attimo a guardarlo, poi ho pescato dalla mia borsa una penna e ho iniziato scrivere. La storia era lì, sulla punta della mia penna. Mio marito ha avuto paura. Che vergogna, smettila, mi ha detto. Non era possibile. Ho chiesto un’altra tovaglietta, mio marito sembrava imbalsamato, il cameriere invece gentilmente me ne ha portate alcune. La pizza era buona, ma io avevo urgenza di scrivere. La storia di una donna che era presente della mia mente, come le donne che ho conosciuto nella mia infanzia, per avere vissuto in un piccolo paese di montagna, distante dalla città anni luce. Al mio paese le donne andavano a cavallo, ne ricordo una con una grossa treccia che ondeggiava al ritmo del cavallo. Non è facile andare a cavallo nelle nostre campagne, il paese è appeso alla collina, sembra quasi scivolare giù, ma ha delle grosse radici. Come le donne che si muovono con gesti misurati, nelle vigne paiono sospese nelle loro gonne, le mani alacri e forti e delicate nell’interno delle case. I dispiaceri vengono celati, piangono in silenzio se proprio non riescono a tenere gli occhi asciutti. I gesti d’amore son parchi, con il pudore di chi non ne ha conosciuto. Ma questa donna non ha pudori, dice parole d’amore, lo urla ai quattro venti e non sopporta di arrendersi agli eventi. Alla guerra che si pone fra Lei e il marito. Chi ha conosciuto la felicità lo sa. E Lei non vuole farsela rubare.
Protagonisti che si muovono in un silenzio che urla verità. I protagonisti di questa storia, ognuno per la sua parte, sono svelati dai gesti che compiono, e come dei quadri che appaiono in una galleria o dei fotogrammi che scorrono, si rivelano con i propri colori, ma a volte sono i nostri occhi incapaci di leggere quanto vi è racchiuso. Lo scorrere della vita, come accade ai personaggi, a volte ci inganna, proprio perché non pensiamo che qualcosa di terribile possa essere celato nella quotidianità dei rapporti.
La Sardegna, la forza della terra e delle sue Donne. Sono loro, le Donne della Sardegna, la Mia, la Vostra, le donne che sono il corollario delle nostre vite, le Madri, le Nonne, le Zie, che nel quotidiano spostano macigni più grandi di loro, forti come uomini e pratiche. Qui le protagoniste prendono in mano le redini della loro vita, affermano la loro personalità anche a parole, ma quando accade qualcosa di più grande, d’inimmaginabile, le parole diventano pensieri nascosti e tutto si compie come una tela di ragno tessuta nella notte.
Oggi come ieri? E oggi come ieri le donne dimostrano di possedere una forza e una determinazione che a volte non si sa di avere. Ascolto sempre con umiltà chi parla di sé, sia nelle piazze di città che in quelle vuote dei paesi, spio il loro incedere e scruto i loro sguardi. Ho visto lo sguardo della mia protagonista in tante donne.
Ho letto il libro.
É meraviglioso! Ho pianto nel leggerlo, ne ho apprezzato lo stile e la dettagliata descrizione quasi stessi vedendo un film!
Ha scritto solo questo?
Adele Cubeddu