di ANDREA SPIGA
Si è appena conclusa la 364esima uscita di Sant’Efisio. Nessuno si aspettava un’uscita dimessa e sottotono come questa, L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo da ormai due mesi insieme alle strette misure di contenimento varate dal Governo, ha imposto regole rigidissime per evitare gli assembramenti e la diffusione del contagio. E’ un appuntamento immancabile quello che la città di Cagliari tributa al Santo Guerriero fin dal lontano 1656, quando per similitudine in un momento storico particolare, la Sardegna stava subendo gravi perdite a causa di un’epidemia.
Iniziò tutto così, le autorità al tempo decisero di fare un voto perpetuo se le preghiere a Lui rivolte avessero liberato la Sardegna dal flagello della peste. Portarono il Santo in processione da Cagliari luogo in cui fu imprigionato, a Nora dove venne giustiziato perché reo di essere un Cristiano. Da allora non si è mai interrotta nemmeno nel 1943 dove lo fecero sfilare in una Cagliari devastata dalle bombe pregando affinché per intercessione divina, portasse la popolazione alla fine del conflitto bellico.
Per noi sardi e per tanti cristiani, la processione è un appuntamento imperdibile. Richiama migliaia di persone che arrivavo da ogni parte del mondo per rendere gli omaggio o anche solo per ammirare I costumi antichi che vengono indossati. Ma mai come quest’anno, abbiamo sentito la necessità di invocare la stessa preghiera fatta 364 anni fa e rinnovare il voto mettendo da parte l’aspetto culturale e focalizzando quello della preghiera.
Il pesante tributo di vite umane che l’epidemia di CoviD-19 ha causato in tutto il pianeta, ha imposto pertanto precisi dettami anche nella scelta della livrea listata a lutto indossata dal Santo e dei gioielli in argento al posto di quelli in oro e pietre preziose. Al tradizionale cocchio dorato trainato dai buoi, si è preferito l’utilizzo di una camionetta militare della Croce Rossa Italiana, ed è stato scortato unicamente dalle forze dell’ordine.
Tutto intorno alla piccola chiesetta di Stampace, blindatissima per l’occasione, si sono svolte le tradizionali funzioni religiose alla presenza delle sole autorità,dei rappresentanti della confraternita e della forza pubblica.
Nonostante questo, lungo il passaggio del Santo, i fedeli dai balconi abbelliti con i drappi bianchi e rossi hanno fatto cadere al Suo passaggio, i petali di rosa mormorando a bassa voce una preghiera: Sant’ Efisio, libera nos a malo – Sant’ Efisio, liberaci dal male.
Durante una sosta di lavoro a Cagliari(2017) ho avuto occasione di vedere la processione con tutta quella marea di gente,scattai alcune fotografie ai gruppi folk.A essere sincero anche se non praticante mi emoziono’ tanta partecipazione e devozione.Oggi ho visto su Videolina il ritorno a Cagliari di S. Efisio. Ti giuro che ho provato la stessa emozione, tutta quella gente per strada ha riempito il cuore di tutta la Sardegna!!Comunque anche quest’anno è andata Atrus annus mellus!!