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“Il comparto ovicaprino vive una crisi strutturale che parte da lontano e nel 2010, complici la peggior crisi dal dopoguerra ad oggi e la debolezza della nostra filiera ovicaprina ha rischiato seriamente di estinguersi. Lo affermano il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci e l’assessore dell’Agricoltura Andrea Prato. “L’eccesso di produzione di pecorino romano e la frammentazione delle cooperative, mai combattute seriamente fino ad oggi, ha fatto si che nel tempo il formaggio perdesse valore e, conseguentemente, il prezzo del latte è crollato, tanto da rischiare un ulteriore calo nel 2011”. Oggi, grazie agli interventi della regione Sardegna, unica in Italia ad aver investito risorse imponenti anticrisi, il settore potrà ripartire e si prevede già nel 2011 una forte ripresa. Grazie alle ingenti risorse investite su interventi strutturali crediamo sia possibile invertire la tendenza e creare strutture che reggano meglio alle crisi che periodicamente attanagliano l’ovicaprino. Già i primi segnali si intravedono perché, dopo la pubblicazione del bando sull’aggregazione delle cooperative casearie, si registra un forte incremento del prezzo del pecorino romano. A queste condizioni si ritiene che il 2011 sarà l’anno della ripresa e che il prezzo del latte possa raggiungere la soglia minima di 0,75 centesimi litro, con un incremento di 15 centesimi rispetto al 2010, pari a 45 milioni di euro in più nelle tasche dei pastori, visto che la produzione annua si attesta vicino a 300 milioni di litri. Nei prossimi mesi si rafforzeranno gli effetti della legge regionale 15/2010 e quanto asserito oggi sarà ancora più tangibile a dimostrazione che le crisi si combattono in questo modo e non a colpi di contributi a pioggia, figli della cultura che appartiene al passato, inidonea ad affrontare crisi ben più tenui di questa. Lo spirito, quindi, che è stato alla base del bando previsto dall’articolo 1 della legge 15/2010 che destina i primi 16 milioni di euro (annualità 2010) di aiuti alle aziende ovi-caprine della Sardegna, in cambio della loro manifestazione di interesse ad aggregarsi e ad aderire al sistema di pagamento del latte a qualità. A distanza di poco più mese dall’approvazione della norma possiamo sicuramente tirare le prime somme, alla luce dello sforzo operativo messo in atto per la sua attuazione. “Un lavoro senza sosta – precisano Cappellacci e Prato – frutto dell’opera della task force della Regione e delle agenzie Laore e Argea che ha permesso in poco più di dieci giorni di caricare più di 10mila domande sulle circa 12mila totali esistenti in Sardegna”. “I dati – rendono noto il presidente e l’assessore – ci dicono che le domande pervenute sono circa 10.500 per un fabbisogno stimato di 18,5 mln di euro. Come previsto dal protocollo d’intesa tra Regione e alcune associazioni di categoria, si provvederà a integrare le risorse mancanti”. “L’attività di pagamento – rassicurano gli esponenti della Giunta – sarà avviata, non appena sarà operativo il bilancio dell’Agenzia Argea, sulla base della verifica dell’effettiva sussistenza dei requisiti di accesso, che sarà agevolato dalla consultazione di banche dati ufficiali”. “Questi dati confermano prima di tutto la fortissima adesione delle aziende ovi-caprine e in secondo luogo premiano l’intervento voluto dalla Giunta e approvato dal Consiglio lo scorso novembre. Inoltre, testimoniano la bontà della strategia della Regione verso provvedimenti non più “a pioggia”, ma condizionati dal portare qualità, aggregazione, innovazione, diversificazione produttiva nel settore. “Questi sono i primi, ma significativi risultati che sono il frutto di mesi e mesi di tavoli, di intese e di lavoro senza sosta per affrontare l’emergenza (specie nel comparto ovi-caprino, l’ossatura della nostra agricoltura) e soprattutto per creare le condizioni che evitino già l’anno prossimo che gli stessi problemi si ripetano. Risultati importanti – aggiungono Cappellacci e Prato – anche sul fronte del bando previsto dall’articolo 5 della stessa legge 15/2010, che incentivava l’aggregazione e il miglioramento dell’offerta produttiva nel comparto ovino con 10 milioni di euro (annualità 2010). Hanno partecipato al bando tre gruppi: il primo costituito da 12 cooperative e 3 industriali; il secondo da 4 cooperative e una società di servizi per la commercializzazione; il terzo da 9 cooperative. In totale dunque 25 cooperative e 3 industriali”. Chi sosteneva che questo bando era stato scritto come favore o “regalo” per gli industriali- viene clamorosamente smentito dai fatti. Solo il fatto di aver annunciato l’aggregazione ha fatto schizzare il prezzo del Pecorino Romano da € 4,20 a € 5,00 al kg che significa una remunerazione del prezzo del latte da € 0,58 a € 0,75 al litro. Per quanto concerne poi gli altri settori contemplati dall’art. 5 (vitivinicolo, ortofrutticolo, suinicolo) – riferiscono Cappellacci e Prato – si stanno studiando i meccanismi di erogazione dei contributi che comunque saranno liquidati in base alla stessa logica dell’ovicaprino: quella dell’aggregazione. Stesso discorso vale per la cerealicoltura (art. 13): verranno infatti premiati quei cerealicoltori che si aggregano in una o più OP regionali e che aderiscono a un accordo di filiera. Subito dopo la conclusione dell’iter dei due bandi, dal mese di gennaio si attiveranno tutte le altre misure previste legge regionale 15/2010.