COVID-19 E IL LAVORO CHE NON SI FERMA PER STEFANO PIRA DOPO TANTI ANNI VISSUTI IN LOMBARDIA: NEL DECENNALE DEL TENORE SOS EMIGRANTES, LA VOGLIA DI TRASMETTERE OTTIMISMO

ph: Stefano Pira

di STEFANO MELONI

Il lavoro ai tempi del Covid19. Potrebbe essere il titolo di un libro, di una serie tv, di un reality o di un film o più semplicemente una frase dedicata a quei lavoratori che non si sono mai fermati.

Tra loro c’è Stefano Pira, uno dei tanti portalettere che quotidianamente consegna la corrispondenza ai cittadini. 43 anni di Nuoro e una passione per il Canto a Tenore, è da un anno in forza al CD di Quartu Sant’Elena dopo nove anni nella provincia di Bergamo.

Non è dunque un caso se il primo pensiero è per quel territorio e per i suoi colleghi di oltremare: “Sono molto legato a quelle zone. Oltre a mio fratello, anche lui dipendente di Poste Italiane, ci sono tante persone con cui ho rapporti e relazioni. In maniera diretta, ho percepito fin da subito il problema essendo già da metà febbraio a contatto con molti colleghi della provincia di Bergamo. Loro mi segnalavano tanti dubbi su come il fenomeno si stava presentando e sui tanti conoscenti che presentavano dei sintomi.”

Come comportarsi, dunque, nell’esercizio delle proprie mansioni? “Alle prime sensazioni di timore, ho contrapposto le mie piccole precauzioni: mantenere la giusta distanza con le persone, lavarmi frequentemente le mani ed utilizzando disinfettanti”.

Show must go on”. La consegna della corrispondenza deve comunque andare avanti e per Stefano “Il lavoro è cambiato tantissimo. E’ venuto meno il contatto con l’utenza, sia in termini di distanza che di relazioni umane. Cerco di sensibilizzare l’utenza al rispetto delle regole e se, ad esempio, vedo una persona anziana che si sta avvicinando, sono obbligato a dirgli di non avvicinarsi troppo, di stare dentro casa e che non posso consegnargli la posta in mano. Il tutto con la dovuta gentilezza e il dovuto rispetto.”

Precauzioni esterne che fanno il paio con quanto succede all’interno degli edifici di Poste Italiane. “L’azienda – prosegue Pira – per evitare assembramenti, ci ha proposto di entrare a lavoro in tre scaglioni: 7.30, 9.00, 10.00. Si tratta di una soluzione che ci consente ulteriormente di mantenere le distanze di sicurezza e di evitare possibili situazioni di contagio. Sebbene un cospicuo flusso posta in entrata, più di una volta il responsabile ha evitato promiscuità fra il primo e il secondo turno e i relativi assembramenti eccessivi nel centro di distribuzione“.

E cosi, quotidianamente i portalettere sono i fotografi involontari di giornate non belle per l’Italia: “Cerchiamo di trasmettere ogni giorno con il nostro lavoro positività e voglia di andare avanti. Essendo un portalettere, mi reputo fortunato nel vedere diverse realtà. Nel mio piccolo, cerco di essere il più solidale possibile con coloro che in questo momento attraversano un periodo di grande difficoltà”.

Lasciato lo scooter e la divisa gialloblu, Stefano Pira torna dalla sua compagna cercando di vivere al meglio questo periodo di restrizioni: “In questo periodo mi sta dando un grosso aiuto la musica, in generale quella tradizionale. Ho apprezzato moltissimo le iniziative di concerti ed esibizioni strumentistiche dai balconi, un’ottima iniziativa che ha contribuito tanto a rallegrare la gente. Sos Emigrantes,, il gruppo a cui appartengo compie dieci anni e sto lavorando ad un progetto celebrativo. La maggior parte dei componenti vive nelle zone colpite dal virus e non nascondo di provare nostalgia. Abbraccio loro e tutti gli emigrati sardi lontani dall’isola, in Italia e all’estero”.

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