di PATRIZIA CADAU
C’è questa cosa che oggi mi ha fatto piangere tantissimo. La prendo larga.
Erano gli anni novanta. In Italia, improvvisamente, era comparso un nemico pericoloso e potenzialmente letale, da un giorno all’altro. E da un giorno all’altro tutti erano impegnati a parlarne come se si stesse verificando l’apocalisse e il nostro paese fosse minacciato da un destino ineluttabile e oscuro.
Il nemico da ricacciare e perseguitare era l’albanese.
Questo popolo, di una terra bagnata dallo stesso nostro mare, tutto ad un tratto aveva catalizzato la peggiore sequenza di pregiudizi infami.
Io avevo poco più di vent’anni e il tutto mi sembrava incredibile: guardavo i barconi e piangevo e non piangevo solo per la sofferenza di quella gente, ma mi faceva un male bastardo la totale incomprensione (ora lo chiamo razzismo) di quegli altri, che pontificavano e dicevano di avere paura.
Avevo vent’anni, ero stupita, mi chiedevo “ma come si fa ad avere paura del dolore di un uomo?”. Perché quello io vedevo: persone che cercavano aiuto nel dolore. Perché gli altri non lo vedevano?
Ora mi chiedo la stessa cosa senza alcuno stupore, del resto non ho più vent’anni e ho capito abbastanza bene che c’è poco da chiedersi se non rassegnarsi all’idea che l’umanità spesso sia uno sputacchio di inutilità e miseria di passaggio.
E arrivo ad oggi. Il Presidente dell’Albania Edi Rama dice queste parole, poche ore fa: “I paesi ricchissimi vi hanno girato la schiena. Noi non siamo ricchi, ma nemmeno privi di memoria, non ci possiamo permettere di non dimostrare all’Italia che gli albanesi non abbandonano mai l’amico in difficoltà”.
Poi ricordo pure che l’Albania in epoca nazista, si rifiutò di consegnare gli ebrei alla Germania.
Come si fa, ad avere paura del dolore degli Uomini, e non dell’ignoranza, della cecità logora, del pregiudizio e della cattiveria? E mi è venuto da piangere fortissimo, nel sentire le parole piene di dignità di quest’uomo meraviglioso che non conoscevo e nel ricordarmi che a vent’anni come adesso, sono davvero felice di essere una persona normale
Una delegazione del consiglio comunale di Torino di cui facevo parte firmò a Tirana, nel novembre del 2007, un accordo che prevedeva tra le altre cose la fornitura di attrezzature e mezzi per la protezione civile e i vigili urbani. Edi Rama era allora sindaco di Tirana. #azudutorrau
A questo punto l’Europa è finita.
Tanto di cappello al presidente del Albania!!
Un grandissimo Uomo…un grande politico.
Sono commosso da questa solidarieta’ noi non siamo ricchi ma facciamo ricchi gli altri con la nostra cultura i nostri tesori di storia e di arte, con il nostro cibo e le nostre bellezze naturali tutta questa bellezza e’ invidiata dai paesi ricchi e per questo ci vogliono derubare, ma noi poveri uniti, possiamo mettere in ginocchio i ricchi