di CARMEN SALIS
Presentato a Cagliari l’ultimo libro di Francesco Cossu, giornalista, insegnante di lettere, appassionato di verità scomode che riesce a raccontare attraverso i suoi libri.
“Prede inconsapevoli” Amicolibro Editore, ci fa incontrare di nuovo l’Ispettore Corti, la cittadina di Templi e due donne che si tolgono la vita quasi contemporaneamente in due città diverse.
Francesco, i gialli sono la tua passione o il mezzo per raccontare le cose che non vanno?
“In tante occasioni ho detto che utilizzo il genere giallo/noir per adattarlo alle mie esigenze espressive. Credo fermamente nella scrittura come servizio civile e denuncia dei mali che attanagliano la società. Scrivere una storia di omicidi da ricomporre, solo per stuzzicare le doti intuitive e deduttive dei lettori non mi appaga.
L’ispettore Corti è un personaggio che ti assomiglia?
È una creatura letteraria e come tale va considerato. Corti dà meglio di sé nei momenti difficili, io tendo a ritirarmi laddove lui agisce con rinnovata determinazione a ogni ostacolo. Condividiamo l’avere dei sani e saldi principi oppure l’intolleranza verso chi è arrogante, questo sì.
Storie ambientate in Sardegna, perché?
Il luogo in cui vivi è un potente fattore di stimolo creativo. Detto ciò, non mi va di cadere nel folklorismo o nelle tradizioni di tanti colleghi, che forniscono un’immagine della Sardegna ancora legata a un passato arcaico. So che questo è quanto richiede il mercato, e anche diversi lettori sono affascinati da un mito della Sardegna come luogo di tradizioni e credenze ancestrali. Io, invece, percorro un cammino inverso. La Sardegna come teatro universale. Luogo dove le dinamiche scatenate dalla globalizzazione ci relegano a passivi esecutori di manie, follie e tendenze che sono intercambiabili con qualsiasi altra provincia italiana.
La realtà purtroppo è sempre protagonista nei tuoi libri. Non hai paura di sfiorare certe verità?
Scrivo i miei romanzi con passione, con onestà e libero da ogni costrizione editoriale, solo perché credo che la scrittura sia un antidoto contro le brutture che ci circondano. Le verità scomode esistono, ignorarle ci rende colpevoli, passivi e troppo prudenti. Nell’era dell’assuefazione tecnologica, tenere gli occhi aperti su quanto ci circonda è indispensabile. Ovviamente ci vuole anche coraggio e il precedente romanzo “Anime intossicate” lo dimostra perché ha provocato la suscettibilità di molti. E non solo del mondo ecclesiastico. Anche “Prede inconsapevoli” è urtante e lo saranno anche futuri romanzi.