di MANOLA BACCHIS
Fermiamoci un attimo e sediamoci, magari su una grande roccia, e osserviamo il panorama che si apre di fronte ai nostri occhi. Una distesa verde, macchie rosse, gialle e bianche esaltano la bellezza di un quadro dipinto dalla Storia che, oggi, si ripresenta davanti a noi.
Ascoltiamole sono le urla gioiose di bambini che giocano con quanto la natura offre loro: basta una canna ed eccoli al trotto o al galoppo come dei bravi cavalieri su cavalli improvvisati; altri fanno ruotare con un bastone dei cerchi; e poi che dire di quelle bambine che, con abilità da ballerine, saltano dentro i riquadri, disegnati col gesso o con un legnetto, dopo avervi lanciato un sassolino. Abilità, destrezza ed equilibrio in un clima di puro divertimento: è il pincareddu o gioco a campana.
E ancora tanti altri giochi antichi e tradizionali animano le vie del paese. Come sa strumpa che insieme agli altri giochi riempie le serate, soprattutto d’estate. Ma vediamo meglio che cos’è Sa strumpa; e per farlo basta seguire i bambini che corrono per le strade del borgo. I loro piedi fanno un lieve rumore sul selciato e la polvere dello sterrato si solleva, pare una nube di fumo, è segno di movimento, di azione e di gioco, di comunità.
Le bambine li seguono, corrono, con garbo. Abitini umili, ma raffinati. Di lino e cotone, bianco o ecrù, talvolta sono a quadretti, con in vita un fiocco colorato come cinghia. I capelli sciolti o con lunghe trecce adornate di fiori semplici e profumati. Sanno di campo, la loro beltà esalta il profumo. Tutti insieme si riuniscono nella grande piazza del centro abitato, fulcro e anima dei tanti paesi della Sardegna che, oggi, sentono la nostalgia di quelle urla e di quei sorrisi di infanti spensierati. Ora sono tutti pronti: lo sguardo attento dei vecchi, seduti su grandi massi, vigila i piccoli intenti ad un appuntamento importante per la loro crescita: il gioco.
Eccoli, basta un segnale e due bambini si accingono al centro della piazza. Si avvicinano, sempre di più, si mettono uno di fronte all’altro. Si afferrano con gli arti superiori. Uno sotto l’ascella e l’altro sotto l’omero e la spalla, la mano stringe il polso dell’altro. La presa è salda, mentre i visi dei due gherradores (guerrieri) si sfiorano con la guancia destra. Sembra una danza. Ma in fondo lo è, infatti, come una antica danza primordiale…: “C’era una volta, tanto tempo fa, un gioco bellissimo dove la parità e la lealtà erano la prima cosa che si percepiva, e il divertimento era assicurato. Un gioco, antico, molto antico, che ha radici lontane e che, grazie alla sua profondità dei valori umani, si è mantenuto vivo nel tempo. Ha sfidato giochi che parevano avere la meglio, e, come solo un gioco leale sa fare, ha vinto la vittoria più importante: non ha prevalso, ha solo lasciato che la tradizione si mantenesse viva e l’ha coltivata con passione e amore. Ah che fatica! E sì, perché le cose belle e profonde per emergere hanno bisogno di sacrificio, di cura e di gioia. Occorre amarle, e osare”.
Ecco cos’è Sa strumpa, gioco antico della Sardegna. Oggi è una disciplina sportiva, ma le sue prime tracce risalgono ad oltre tremila anni fa. Tracce importanti sono state ritrovate durante gli scavi archeologici a Uta nel cagliaritano, un piccolo bronzetto nuragico è riemerso alla luce, ma non era solo: una coppia di lottatori raffigurava proprio la lotta antica di Sa strumpa! Seguirono altre scoperte, questa volta nella zona del Sinis lungo la bellissima costa occidentale, nell’oristanese: giganti alti oltre due metri, possenti lottatori, arcieri e pugili, risalenti all’VIII e VII secolo a. C.
La lotta sarda non è andata perduta e, soprattutto, in maniera inconsapevole, bambini di ogni paese della Sardegna con Sa strumpa (letteralmente “buttare a terra”) hanno imparato il rispetto, a gestire la forza del corpo, ad acquisire abilità di azione e di pensiero non indifferenti, ad essere leali e coraggiosi.
Certo, ogni sport e gioco incarna questi elementi valoriali. Eppure Sa strumpa ha in sé qualcosa che va oltre: è meravigliosa per l’effetto domino che produce nei piccoli e nei grandi, attrae, e chi gioca e rispetta le regole segnerà il terreno, e la stima riconosciuta sarà la sua vittoria. La lealtà è segno distintivo di fiducia, e chiunque incarni questo valore puro durante la lotta sarà per il resto della comunità un punto di riferimento, a cui fare affidamento.
In un piccolo centro del nuorese, Villagrande Strisaili, un gruppo di amici e sportivi ha deciso di dare voce a questa importante disciplina sportiva – oggi riconosciuta dal CONI – e così nel 1996 ha dato vita ad una Associazione, denominata ASD Sa Strumpa. Grandi adesioni e sentita partecipazione in oltre vent’anni dalla sua istituzione indicano interesse per la disciplina sportiva con antiche radici, però una novità che la contraddistingue è recente, risale a pochi anni fa: è la presenza di bambine e, inoltre, l’età dei partecipanti è scesa, tant’è che l’apertura ora è anche ai più piccini a partire dai tre anni.
Che dire? Una sfida pedagogica e sportiva importante. Sappiamo che lo sport incarna in sé l’obiettivo principe per la lotta contro discriminazioni di vario genere, e aprire il gioco di Sa strumpa a tutti è indice di un grande traguardo sportivo, compreso l’abbattimento al sessismo.
Oltre a Villagrande Strisaili si annovera anche un altro paese, nel cuore della Barbagia, Ollolai che registra un grande interesse per Sa strumpa, e ha numerosi sostenitori e partecipanti da oltre trent’anni a manifestazioni di grande livello.
Educare allo sport vuol dire educare ai valori puri, alla libertà, all’autonomia, alla responsabilità e all’umanizzazione, e il gioco diventa il ponte naturale per avvicinare il bambino, fin dalla più tenera età, alla conoscenza degli sport possibili, e Sa strumpa è uno di questi.
A Villagrande Strisaili, in piena estate, nel mese di agosto, si respira tradizione, è una vera festa che unisce un altro ponte, anch’esso naturale, quello che unisce popoli di diverse nazioni. Così l’identità si coniuga la plurale, e l’internazionalità fa da casa alla sardità che butta a terra, con una mossa da guerriero, pregiudizi e barriere, come lo sport sa fare.
Sa strumpa è anche questo.
pubblicato su idea sport della confsport