Il primatista italiano dei 100 metri, Filippo Tortu, definisce il 2020 come “la stagione della sua vita” ed è “quasi sicuro” (e usa il quasi “solo per scaramanzia”) di essere pronto ad abbattere il suo 9″99. “Quel tempo mi ha stancato – ha detto lo sprinter azzurro di origini sarde durante ‘Lo sport oltre lo sport’ – Il 2020 è la stagione più importante della mia vita con gli Europei e soprattutto le Olimpiadi di Tokyo: per arrivare al top in estate salteremo la stagione indoor. Quest’anno sarò più focalizzato su 100 e staffetta, ma non escludo qualche uscita sui 200 per capire se posso giocarmela”.
Tortu sottolinea di “correre sempre per vincere” anche se sa “di non essere il favorito”. “Penso sia sbagliato non dare sempre il massimo. Se parti sconfitto, sei già sconfitto. Nessuno può credere in te stesso al posto tuo. Certo, non mi stupisco se dopo 2 metri Coleman è avanti a me”. E a chi gli chiede un giudizio sulla superiorità degli atleti di colore nell’atletica – ricordando come Tortu fosse l’unico bianco nella finale dei 100 ai Mondiali di Doha – il 21enne risponde con determinazione: “Sono geneticamente più portati per la velocità, io compenso con gli allenamenti”.