QUANDO LA PORTAEREI ARK ROYAL DELLA FORZA H INGLESE ATTACCO’ LA PARTAEREI SARDEGNA NEL FEBBRAIO DEL 1941

la torre della diga del Tirso
di DARIO DESSI'

Ancora oggi è possibile ammirare, nei dintorni del lago Omodeo, questa torre, ben conservata. Era stata costruita in mattoni e si accedeva alla sua sommità per mezzo di una scala elicoidale in legno. Aveva un sistema d’allarme ideato per la difesa della diga del Tirso, nota anche come invaso di Santa Chiara, da incursioni nemiche. Dalla torre era ben visibile il territorio da controllare. Per chi volesse visitarla, si trova a sinistra sulla strada che conduce  a Santa Chiara del Tirso.

Il 31 gennaio del 1941, la Forza H britannica, nota anche come Mediterranean Fleet, comandata dall’ ammiraglio James Fownes Sommeville, salpava da Gibilterra, accostandosi dopo due giorni di navigazione alla Sardegna. Quella flotta era composta dalla portaerei Ark Royal,  dalla nave da battaglia  HMS Renown, dall’incrociatore HMS Sheffield e da 12 cacciatorpediniere.  Aveva l’incarico di controllare il mar Mediterraneo allo scopo di proteggere Gibilterra, Malta e l’Egitto. All’epoca la Ark Royal era equipaggiata con 30 Fairey Swordfish, 12 Blackburn Skua, 12 Fairey Fulmar, appartenenti agli Squadrons 800, 807, 810 ed 820 della Fleet Air Arm. Le navi inglesi intendevano dirigersi verso Genova, con l’intenzione di bombardarla il mattino seguente dopo.

Il 2 febbraio del 1941, mentre quella flotta si trovava a costeggiare la costa occidentale della Sardegna, alcuni aerei Swordfish decollavano dalla portaerei HMS Ark Royal per attaccare con bombe e siluri la diga del Tirso in territorio di Ula Tirso. Il Fairey Swordfish era un aerosilurante biplano, monomotore  con tre uomini d’equipaggio, adatto a decollare da portaerei relativamente piccole. Aveva l’abitacolo aperto, con il pilota davanti, protetto da un parabrezza mentre l’osservatore e il marconista erano sistemati nel retro della carlinga.

La diga del Tirso, realizzata nel 1924, doveva regolamentare le piene del fiume Tirso, produrre energia elettrica e irrigare la pianura del Campidano.  Nel corso del secondo conflitto mondiale le Autorità militari italiane avevano predisposto la difesa della diga da possibili attacchi aerei alleati, in quanto la sua distruzione avrebbe significato l’interruzione della energia elettrica e gravi danni a tutta la pianura del Campidano di Oristano. Nella Torre di Mariano IV era stata installata una sirena di allarme, mentre  nelle vicinanze della diga erano stati sistemati apparati difensivi atti a sviluppare una cortina nebbiosa a difesa della diga. La sistemazione di una rete posta a difesa dello sbarramento era riuscita inoltre a bloccare la corsa di alcuni siluri lanciati da quegli aerei inglesi lanciati  dalla portaerei Ark Royal,  il 2 febbraio del 1941. Quando quegli aerei arrivarono sul’obbiettivo, trovarono il bacino del Tirso sovrastato da nuvole basse, pioggia e grandine, fattori che impedirono la visibilità agli incursori, che furono accolti inoltre da un nutrito fuoco delle batterie contraeree, valido ad ostacolare efficacemente l’attacco. Il bollettino n. 24 del giorno dopo cosi annunciava: Aerei nemici provenienti da ovest hanno sorvolato la Sardegna lanciando bombe e due siluri senza alcun danno contro la diga del Tirso. Un aereo nemico, colpito dalla contraerea, è precipitato; l’equipaggio è stato fatto prigioniero.

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