di LUCIA BECCHERE
Dell’anima antica di “Santu Predu” conosceva ogni anfratto e ogni sussulto. Era nato nel vicolo Poerio, così stretto da non permettere neppure al sole di penetrarvi coi suoi raggi e dove le case si addossano e si fronteggiano ancora oggi. Le costruzioni si erano sviluppate in altezza e lo spazio angusto nulla concedeva alla fantasia architettonica. Oltre quel “nido di corvi” si offrivano solo le scarpate di Irillai e Predistrada.
Nuorese classe 1936, Graziano Capra detto “Zippone” si era nutrito di tutto quel sentire della famiglia allargata che era il vicinato quando le persone comunicavano anche attraverso le finestre.
Appena maggiorenne si trasferisce a Parigi per lavorare come muratore ma dopo qualche anno rientra a Nuoro per salutare i suoi prima di partire per l’Australia. Conosce Giuseppina e la sposa. Da questa unione nascono quattro bambini, accantona l’idea di emigrare solo per poco perché la sua irrequietezza congenita lo spinge a partire per Sydney con moglie e figli a soli 37 anni. Sono gli anni settanta, l’Australia è un paese dove felicemente convivono diverse etnie e dove trova subito occupazione nell’edilizia. Dopo tanti anni quel lavoro usurante forse eccessivo a cui si sottoponeva per mantenere la sua numerosa famiglia (un quinto figlio nascerà a Sydney), mina la sua salute. Colpito da quattro infarti e una trombosi cerebrale che lo priva dell’uso della parola per circa due anni, è costretto all’inattività. Incapace di vivere nell’ozio d’ora in poi si dedicherà alla pittura e alla scultura, sue antiche passioni.
Definiva la sua arte “tribale” perché usava solo sgorbie e scalpelli, spaziando dalla tarsia lignea agli affreschi, dai “murales” alle sculture in cemento, dalla lavorazione della ceramica alla realizzazione delle maschere tradizionali. Tutta la sua produzione aveva un solo comune denominatore: la Sardegna. Questo gli permetterà di lenire il peso della lontananza e la struggente nostalgia del suo paese.
A Sydney guadagnava bene, aveva consolidato amicizie importanti e costruito una grande casa simbolo di riscatto economico.
La parola “emigrante” per altri sinonimo di povertà era per lui una scelta di vita “per evitare di prendere troppa muffa in un ambiente che gli stava stretto”. Questo si legge nelle sue copiose lettere all’amico fraterno Chischeddu Succu dove ricorda anche il muschio e il granito del monte Ortobene, la sua “montagna incantata”, le fascine di legna che si caricava sulle spalle fino a Nuoro e il libro “La favola dei ragazzi scalzi” che il suo amico Bustianu Murgia gli aveva inviato con la dedica.
A lui si deve la creazione di un importante museo il “Sardinian’s Museum” che ha trovato collocazione proprio nella sua casa di Sydney in Reid Avenue Campsie. Museo delle origini e dei valori della Sardegna che ospita diverse centinaia d’oggetti inseriti in un contesto d’ambientazione sarda con un’ampia vetrina dell’artigianato artistico e dove ha trovato spazio anche l’arte aborigena in omaggio a quella terra che lo aveva ospitato.
La ricca produzione di Graziano Capra, artista artigiano insignito di numerosi premi e riconoscimenti e che amava definirsi “aborigeno di Nuoro”, comprende “murales”, cassapanche in legno intarsiato con simboli della cultura sarda, maschere e costumi tradizionali. Dotato di talento naturale “Mister Muratore” così veniva chiamato, con la sua “art naif” si colloca in una dimensione onirica e fiabesca dove il colore trasfigura la sue opere in veri e luminosi affreschi di vita.
Sapeva modellare il granito con cui venivano abbelliti gli edifici pubblici di Sydney, dando loro forme e movimento ma soprattutto ha valorizzato i nostri prodotti dando il via ad un processo di commercializzazione che avrebbe abbracciato anche altri settori come l’artigianato e l’enogastronomia.
Di lui si è occupato il Messaggero Sardo, L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e tante altre testate nazionali e internazionali. Numerosi i docufilm girati dall’Assessorato dei beni culturali della Sardegna. La sua storia è riportata in diversi testi che narrano dei sardi nel mondo.
Graziano Capra venuto a mancare un anno fa, ha saputo tramandare a figli e nipoti il nobile valore delle origini e di quella “Nugoro amada” che si portava sempre dentro.
per gentile concessione de https://www.ortobene.net/