INCONTRO CON ALENA – ANNA MARIA BOTTINI, LA DECANA DEL CINEMA E DEL TEATRO NAZIONALE: DOVE CI PORTA “ALTURA”?

nella foto da sinistra: Franca Farina, Anna Maria Bottini, Antonio Maria Masia
di ANTONIO MARIA MASIA

La poesia, la musica, la scrittura, la pittura, la canzone, il cinema, il teatro  e qualsiasi espressione artistica, ci portano quasi sempre per sentieri misteriosi e imprevisti, verso luoghi, persone e situazioni che altrimenti ci sfuggirebbero e che contribuiscono ad arricchire la nostra sensibilità e conoscenza. 

Uno di questi magici sentieri lo percorriamo da alcuni anni, all’interno dei nostri ruoli di responsabilità e servizio al Gremio, io da presidente  e Franca Farina da consigliera, responsabile del settore cinema e funzionaria del Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, e  si chiama: ALTURA. 

Il primo film sardo del dopoguerra, nel 1949, del regista sardo Mario Sequi, con la colonna sonora del compositore sardo Ennio Porrino, girato fra le rocce stupende di Aggius, a tema sardo (l’eterno conflitto sociale fra il ricco arrogante che si erge a padrone delle cose e delle persone e i poveri pastori e contadini sfruttati, in un paesino sperduto della Gallura), con grandi attori del tempo non sardi: Massimo Girotti bellissimo Stanis, protagonista buono della storia, Roldano Lupi l’affascinante Efisio nelle vesti del lupo cattivo (nomen omen!), Eleonora Rossi Drago incantevole e dolcissima Grazia contesa dai due e fra gli altri Anna Maria Bottini, milanese allora trentenne, bella e austera nei panni della zia di Grazia, Alena, convincente interprete del tipo donna sarda per atteggiamento e ruolo. 

Mario Sequi ed Ennio Porrino, la storia e il paesaggio, con il patrocinio del Gremio nel 1949,  scatenano la nostra curiosità, non ci bastano alcune notizie in rete e su un vecchio giornale, il film non c’è in cineteca. Non ci si da per vinti fino a che Franca non trova da un privato i negativi dell’opera, li ottiene e dalla conservatrice della Cineteca Nazionale Daniela Currò ha la possibilità del recupero della pellicola.

Finalmente possiamo gustare il racconto, le immagini, i protagonisti, la musica e iniziare a conoscere particolari e dettagli, parenti e amici degli attori: la figlia Arabella di Massimo Girotti, la figlia e i nipoti di Mario Sequi, ricontattare la figlia di Porrino Stefania e la moglie Malgari da tempo amiche e socie del Gremio, il figlio di uno degli attori sardi Gianni Monteduro, Paolo Scampiddu e tanti altri, registi, doppiatori, attori, musicisti e tecnici di cinematografia. 

Continua così quel “percorso Altura” che ci pone in contatto con persone e cose. 

Il film lo proiettiamo al Gremio, a Sassari, ad Aggius, a Cagliari. Se ne parla di nuovo, quanto forse non se n’è parlato al tempo della sua realizzazione (non ebbe pare molta fortuna). La storia del conflitto sociale che racconta appare attualissima (si ha presente lo scontro sardissimo, di questi tempi,  fra pastori produttori di latte e aziende lattiero-casearie?), l’interesse per approfondire la vita e la carriera  degli attori ritorna viva, il piacere di ascoltare la colonna sonora e di ammirare in bianco nero le spettacolari rocce galluresi è palpabile. 

Ma, vediamo meglio cosa abbiamo trovato attraverso Altura

Stanis Archena-Massimo Girotti nel 2003 ha lasciato questo mondo dopo una formidabile carriera cinematografica, nel 1989 stessa sorte per l’indimenticabile “lupo” Efisio Barra-Roldano Lupi, nel 2007 ci lascia la bella Grazia-Eleonora Rossi Drago (in verità Palmira Omiccioli), e così pure sono scomparsi tutti gli altri protagonisti secondari ma importanti: Fausto Guerzoni, Gianni Monteduro, Nanni Peru, Paolo Scampuddu,Vittorio Duse, Mirko Ellis. Così pure il regista e il compositore. 

Tutti… tutti dormono sulla collina! Mi si perdoni il ricorso ai versi di Spoon River. 

Tutti tranne uno, anzi una!

La sorpresa, il regalo più bello di questa avventura per me, per Franca, per il nostro Gremio che con tenacia tutta sarda ha iniziato il “percorso Altura”: zia Alena-Anna Maria Bottini, c’è, con i suoi splendidi 103 anni e 7 mesi! A marzo del prossimo anno 104. 

E’ qui! Oggi l’abbiamo incontrata, a casa sua, l’abbiamo abbracciata, accarezzata, abbiamo conversato con lei. E lei ci accolto a Giove, bellissimo paesino umbro al confine con l’alto Lazio. Ci ha accolti, come fosse la  Giunone di casa, ora piccola e minuta, ma dolcissima, sorridente e ancora bella, incuriosita dalla presenza della telecamera dell’amico regista Stefano Landini che per conto del Centro Sperimentale di Cinematografia doveva riprendere la Signora e alcuni momenti della conversazione. 

Il misterioso “percorso di Altura” ci aveva dunque portati ad una delle sue principali protagoniste, ancora presente e lucidissima, piena di ricordi e memorie, ma non di rimpianti: una grande Donna serena e solare, splendida e curiosa. 

Ecco ancora una volta confermata la forza magica delle arti che riescono a far incontrare e incrociare persone e vite! 

La Signora Bottini, vedova di Tino Bianchi altro grande attore italiano di cinema e teatro, è una meraviglia a vederla e sentirla. Guardate le foto. 

Anna Maria Bottini ,Alena in Altura

Nel corso della conversazione vengono fuori il carattere forte della Signora la sua apertura e predisposizione alla relazione. Riesce persino a sollecitare la risposta classica che il genere femminile si aspetta a proposito dell’età: ma tu conosci la mia età? Ed io, ci casco a fare il precisino: si, 103! Ma no, fa lei, sorridendo: io ho  83 anni! Capisco e vedo di recuperare: sì, Signora Lei ne dimostra 83! E lei sorride ora intensamente e forse mi perdona. 

Ci fa vedere delle foto, una che la ritrae sopra le rocce di Aggius nei panni della zia Alena, un’altra fra i protagonisti del Gattopardo ed esclama:  Luchino Visconti un grande amico, così pure Massimo Girotti, proprio oggi ho chiamato al telefono la figlia Arabella (e la vorrebbe richiamare mentre parliamo), e Roldano Lupi anche lui un caro amico, Eleonora Rossi era bella e in Altura al suo primo film. 

Rivolta a Franca, ma pure tu sei sarda? E Franca orgogliosa e ridente, mentre le dona una copia in DVD del film,: sì, sarda di Ozieri!   

Signora lei ha fatto tanti film, televisione e moltissimo teatro per tutta la vita con i più importanti registi e attori, cosa e chi ricorda più volentieri? Il cinema l’ho facevo durante  l’estate, come dire  per gioco, per riempire, il teatro, no! E’ stata la mia grande passione, la mia strada. Ho lavorato bene con il vostro sardo Gianni Agus. A conclusione il link attraverso il quale consultare l’ampio curriculum della nostra attrice.

Una promessa dolcissima Signora: noi entro marzo del prossimo anno  proietteremo alla Casa del Cinema a Roma Altura e avremmo tanto piacere che lei ci fosse, per festeggiare i suoi 104. Possiamo sperare?  

Certamente ci risponde con un magnifico sorriso stringendomi forte  la mano (ma com’è calda la sua mano mi dice trattenendola per un attimo)  e consentendomi un affettuoso bacio di saluto. 

Chi Deus ti mantenzat!  Le auguro in sardo spiegando il significato: Che Dio ti mantenga… così bella e raffinata per tanti anni ancora!

Ciao Alena – Anna Maria a presto!

E ciao con un enorme grazie al figlio Marco Bianchi che ha predisposto l’incontro, accogliendoci sin dall’arrivo e consentendoci foto, eccone alcune, e il filmato del nostro Stefano Landini, che in seguito apprezzeremo, non solo noi.

E prima della chiusura di queste note un pensiero domanda: cos’altro ci riserverà Altura? 

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3 commenti

  1. Angelo Taddei

    Siamo orgogliosi ,noi Giovesi, di ospitare la Sig. ra Maria Bottini, donna esemplare , ,gioiosa e portatrice delle piu’ belle pagine del teatro e del cinema italiano . Complimenti …una bellissima intervista..

  2. Grazie mille a lei e a tutti i Giovesi, da parte mia, di Franca Farina e di Stefano Landini, scusandomi per il ritardo.

  3. Marcello Bellu

    Nei ricordi dei miei genitori ricorreva il racconto di quando questo film fu girato ad Aggius. Tante le curiosità. Mio padre,gallurese presenziava alle riprese. Ebbe anche modo dì rendersi utile trasportando degli animali da un vicino stazzo, e mi diceva quale fosse la cura con la quale gli attori (in particolare Massimo Girotti) si gestivano. Fra questi, Gianni Monteduro, che aveva un albergo a Tempio,e che ospitava la troupe cinematografica.

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