di MASSIMILIANO PERLATO
Pragmatica Margarita Tavera, si appresta a completare il suo secondo mandato alla Guida della Federazione dei circoli sardi in Argentina. Una sfida, complessa e delicata quella di capeggiare un movimento in una terra che ha vissuto d’emigrazione. “Ho affrontato con onore questo compito – dice Margarita – consapevole della responsabilità che significava”.
A Buenos Aires presso l’hotel Howard Johnson si svolgerà l’VIII Congresso della Federazione dei circoli sardi Argentina che ha per slogan: “Sardi alla fine del mondo: Ripensare la sardità”. Toccherà alla Presidente Beatriz Marongiu del sodalizio “Sardi Uniti” della capitale argentina, fare gli onori di casa. Seguirà la relazione di Margarita Tavera come presidente uscente della Federazione. Concluderà la parte introduttiva la neo Assessore del Lavoro della Regione Sardegna Alessandra Zedda.
Marga, così ama farsi chiamare, è nata a Moròn in prossimità di Buenos Aires nel 1959. Figlia di una figura mitica dell’emigrazione sarda oltre oceano quale era Cosimo. “Papà era del 1924 ed è emigrato in Argentina nel 1949. Appena arrivato si è messo in contatto con Fausto Falchi, l’allora Presidente del circolo sardo “Sardi Uniti” di Buenos Aires, fondato nel 1936. Ha fatto parte del Consiglio delle ACLI, del COMITES, e ha presieduto il circolo in due occasioni. E’ stato Consultore in emigrazione della Regione Sardegna e Presidente della Federazione dei circoli sardi in Argentina fino al 2009”.
Una due giorni intensa quella del Congresso a Buenos Aires in cui verrà raccontata la storia dell’emigrazione sarda in Argentina e con apprensione si esaminerà al futuro delle associazioni presenti sul territorio. E del ruolo ha oggi l’associazionismo. “I circoli in Argentina si occupano di attività sociali e culturali. Lavorano insieme alle altre associazioni italiane presenti per far conoscere la nostra splendida isola: storia (conferenze), musica e ballo sardo (coro e balletto), gastronomia, esposizioni di artigianato, ecc. L’ultimo flusso migratorio verso l’Argentina è terminato negli anni ’60. Questo significa che ormai si parla di sardi di terza e quarta generazione presenti sul territorio argentino. Le nuove generazioni hanno un contatto più stretto con le autorità locali e hanno aperto i circoli alla comunità, contrariamente all’antico circolo ghettizzato ai soli sardi e alle loro famiglie”.
Al Congresso 2019 a Buenos Aires parteciperanno i delegati dei circoli “Sardi Uniti” di Buenos Aires, “Antonio Segni” di La Plata, “Grazia Deledda” di Mar del Plata, del circolo di Rosario, dell’Associazione “Nea Sardos Irmentogados” di Roque Saenz Pena, “Raices Sardas” di San Isidro, e del Circulo Sardo di San Miguel di Tucuman. Ogni associazione porterà la propria testimonianza nella prima giornata che si concluderà con l’esibizione del gruppo folk del circolo di Rosario.
Come si sono evoluti i circoli in Argentina? Riescono a sopravvivere in un periodo in cui la crisi fa sì che anche le risorse siano minori? “In Argentina quasi tutti i circoli hanno sede propria. Penso che per un’associazione che deve pagare l’affitto sarà complicato proseguire senza il contributo della Regione. C’è anche da considerare che in Argentina i primi contributi sono arrivati nel 1992, dopo l’approvazione della Legge 7/91 e il circolo di Buenos Aires esisteva già dal 1936. Quindi mi auguro che si possa continuare magari inventandoci qualche escamotage per trovare risorse. Si dovrà lavorare in modo da recuperare altri finanziamenti.”
La giornata conclusiva del Congresso vedrà la ripresa dei lavori con gli interventi delle nuove generazioni e la presentazione del Progetto di promozione del Master della comunicazione realizzato tra le Università di Cagliari e Tucuman. “I giovanissimi bazzicano nei circoli se hanno una attività da organizzare – evidenzia Marga – già che molti studiano e lavorano. Grazie a internet, è nato un nuovo modo di comunicare. Per i lavori quotidiani ci sono i “giovani” sui 60 anni che hanno più tempo a disposizione. Queste persone spesso boicottate, raffigurano comunque quella forza in più per le associazioni e senza il loro apporto non sarebbe stato possibile proseguire”.
L’atto conclusivo sarà il rinnovo delle cariche statutarie, con l’intervento del presidente eletto e lettura delle conclusioni. “I circoli hanno fatto conoscere la Sardegna con le attività che svolgono, già che tanti anni fa in Argentina conoscevano poco dell’esistenza della nostra isola o la confondevano con la Sicilia. Ma il contributo deve essere accompagnato da una maggior sostegno. La Regione deve anche sapere come ottimizzare i risultati dalle attività svolte dalle associazioni sarde.”
Buon lavoro, cari amici!