di ROBERTA PILIA
Anche quest’anno è calato il sipario sull’evento, se non più importante, senz’altro più accaparrante del nostro Nuraghe, che si è tenuto sabato 21 settembre 2019: sipario dunque su un lungo, lunghissimo periodo di preparazione, di ricerche, di stress e tensioni, iniziato esattamente un anno fa.
Durante questo lungo anno di preparazione, il Direttivo ha messo in atto meccanismi ormai consolidati, come la ricerca e rapida prenotazione della sala, menu, animazione, organizzazione, ma soprattutto l’individuazione e conferma dell’ospite che, assieme al menu, rigorosamente sardo, ci parlerà della nostra amata isola.
Quest’anno, a parlarci di Sardegna, anzi, a cantarci di Sardegna, è stato il Cuncordu Santu Nigola.
Sicuramente non abbiamo scelto la strada più facile e scontata invitando i nostri amici carissimi di Nughedu San Nicolò, né per noi sardi, né, ancor meno, per gli ospiti presenti. Per fortuna, Giovanni Antonio Dussoni, grand’uomo, ci ha fornito sinteticamente ma con grande efficacia, le informazioni necessarie per capire e apprezzare il Canto a Cuncordu.
Questo canto antico a 4 voci, bassu, contra, boghe e mesaoghe, che devono trovare necessariamente l’accordo fra loro, ed ecco spiegato il nome, le cui più antiche tracce risalgono al XIII-XIV sec., nasce dall’incontro tra il canto religioso gregoriano e il canto a tenore, da cui si differenzia: il Cuncordu, meno gutturale, si canta appunto assieme e non secondo lo schema 3+1, caratteristico del Canto a Tenore, è anche meno diffuso, probabilmente perché più elaborato e dunque di più difficile fruizione. Ringraziamo Giovanni Antonio anche per la simpatica presentazione di Nughedu, paesino di appena 800 abitanti, così giustamente fiero del suo patrimonio territoriale e delle sue ricche tradizioni, dell’ospitalità, come dubitarne, delle sue tante associazioni culturali.
Una presentazione esemplare di una Sardegna purtroppo ancora così poco conosciuta che avrebbe davvero di che guadagnarci ad esserlo…
La cena è stata come sempre, e senza false modestie, un bel momento gustativo e conviviale, preparata dal nostro cuoco Antonio e dalla sua squadra: a grande richiesta del pubblico fedelissimo, “malloreddus alla campidanCese e maialetto arrosto”, cena si è conclusa con abbondanza di dolcezza anche grazie alla generosità della fedelissima Filomena, campana verace che ha preparato i fatti fritti per tutti i partecipanti.
Un punto davvero forte questa cena sarda, che riesce a mettere d’accordo persone così diverse, che tutto separa tranne il palato. Lo conferma la presenza del Sindaco di Renens, sempre disposto ad agevolare le manifestazioni culturali delle tante comunità della sua cittadina, o la delusione per non aver potuto partecipare da parte della Federazione dei Circoli sardi che assieme alla R.A.S. ha patrocinato la manifestazione, del Console Generale, che hanno inviato messaggi di buon auspicio per la serata.
Sono gesti come questi, le chiacchierate e le risate degli ospiti, che neanche la musica scelta da d.j. Paolo riesce a schiodare dalle tavolate dove ci si è ri-incontrati per caso o per volontà.
Ancora un piccolo grande evento, un’occasione per il Nuraghe di tenere vivi i rapporti con/e tra gli amici della Sardegna. E che dire dell’emozione e della commozione suscitate dai nostri cantatori alla Messa della comunità italiana della domenica? Il palcoscenico perfetto per una musica sacra.
Poi, una volta passate l’euforia e l’adrenalina, sarà il momento di tirare le somme e le indicazioni della serata, di individuare debolezze e valorizzare i punti forti, di ascoltare consigli e critiche ed essere così pronti ai possibili cambiamenti per organizzare le prossime manifestazioni.
Ai davvero prossimi eventi dunque!