di MARCELLO SORO
Le date servono a commemorare eventi passati e personaggi che ci hanno lasciato nel tempo.
Nel pomeriggio del 25 settembre scorso però, presso l’Auditorium e Museo della Musica di Roma, più che una commemorazione del grande compositore sardo Ennio Porrino a sessant’anni dalla sua scomparsa, è stata l’occasione per rinnovare e vivere dal vivo quel particolare fuoco artistico che ha prodotto quella straordinaria arte musicale divenuta un prezioso patrimonio nazionale.
La sala, stipata straordinariamente anche con moltissimi ospiti pazientemente in piedi, dopo l’intervento introduttivo del coordinatore Corrado Meucci, del Presidente del Gremio dei Sardi Antonio Maria Masia, del Direttore del Conservatorio di Musica di Cagliari Giorgio Sanna, di Neria de Giovanni, Editrice NemaPress, iniziano ad effondersi nella sala le note del grande compositore sardo, sotto la direzione del Maestro Concertatore Barbara Cattabiani, con un omaggio alla Sardegna attraverso le voci della soprano Kaamini Carretti in Attittidu, un lamento funebre in lingua sarda, un tema musicale ripreso da Porrino nel “Coro delle voci dell’Universo” nell’opera I Shardana. È proprioda quest’opera che il bravissimo basso Alessandro Della Morte provoca forti emozioni nell’interpretazione dell’aria di Gonnario: “Veggo, veggo il tuo volto figlio mio”.
I pezzi per canto e pianoforte che seguono sono tratti dalla raccolta I Canti dell’esilio, opera composta dal Maestro nel 1945, considerata in un suo testamento due anni prima della sua prematura scomparsa tra le sue opere migliori. Profondamente umanistico e oserei dire illuminato profeta con la didascalia in calce alla partitura dell’opera che recita “Oggi, ogni terra è un esilio”.
Dalle quindici liriche suddivise in cinque sezioni vengono eseguiti i brani Il Lamento di Danae (tre liriche greche),interpretati dalla mezzosoprano Alessandra Ciriaci, Ce fu en mai (tre liriche trobadoriche), interpretate dalla soprano Fabiana Rossi; Du bist min dalla voce di Carla Kaamini Carretti; Romance del prisionero, ancora con Fabiana Rossi.
La raccolta si conclude con tre Canti dell’esilio, su testi scritti dallo stesso Porrino: Alla madre lontana e Alla donna lontana con la voce di Fabiana Rossi e La preghiera dell’esule, eseguita dal tenore Cristian Iacobelli.
La Canzone della Luna interpretata da Alessandra Ciriaci conclude la parte vocale.
La seconda parte è dedicata al pianoforte solista con due pezzi scritti da Porrino: Sonata drammatica, eseguita da Boosung Lee e Il preludio in modo religioso e Ostinato nell’esecuzione di Emanuele Frenzilli che ha trascinato il pubblico in un lungo applauso.
Le tecnicamente perfette interpretazioni degli artisti, calatisi nel profondo dell’anima artistica porriniana, hanno regalato agli ospiti intense emozioni .
Per ultime ma non ultime le letture di alcuni brevi passaggi tratti dal libro di Stefania Porrino, edito dalla NemaPress Editrice, dal titolo “Effetto di sardi affetti”, magnificati dalle straordinarie voci degli attori Evelina Nazzari e Alessandro Pala Griesche. Il libro, mito e memorie alla ricerca delle radici, Stefania e la Sardegna, Stefania e suo padre, il musicista cagliaritano Ennio Porrino scomparso prematuramente a 49 anni, il 25 settembre del 1959, subito dopo il suo capolavoro,” I Shardana, gli uomini dei Nuraghi”, dramma lirico in 3 atti, l’epopea musicale della Sardegna.
Una serata indimenticabile, una serata con la grande musica, quella del Maestro le cui note appartengono al gotha della Grande Arte Musicale, finita con un piacevole momento conviviale nel corso del quale il Gremio ha fatto degustare agli ospiti i tipici prodotti sardi.