di Cristoforo Puddu
Ricorrendo il cinquantesimo dalla scomparsa del pittore e incisore Carmelo Floris (nato a Bono nel 1891 e morto ad Olzai nel 1960) l’Amministrazione comunale olzaese promuove una mostra con numerosi inediti del grande maestro. Le opere esposte -dal 4 al 12 dicembre 2010 nella casa museo Floris, bighinadu S’Umbrosu– sono significative tele con rappresentativi scorci locali, xilografie, acquerelli, ritratti in costume, pastelli e monotipi che diversi collezionisti privati hanno messo a disposizione dei tanti appassionati cultori dell’artista, chiamato “il solitario di Olzai” per aver scelto di vivere gli ultimi anni nell’isolamento creativo del suo paese. Agli inediti sono affiancate altre preziose opere, acquistate recentemente dal Comune di Olzai per arricchire maggiormente il patrimonio della pinacoteca comunale e promuovere la figura e l’opera geniale del Floris. Tra gli artisti sardi del XX secolo, oltre che per la fama di pittore, Carmelo Floris s’impone nell’arte dell’incisione e sotto la guida di Giuseppe Biasi consegue eccellenti risultati per xilografie ed acqueforti. Conquistato dall’arte figurativa sospende gli studi classici e nel 1909 si trasferisce a Roma per frequentare l’Accademia di Belle Arti, iniziando la frequentazione di giovani artisti sardi. Partecipa da volontario, arruolato nella gloriosa “Brigata Sassari”, alla Prima guerra mondiale; i tre anni da combattente sull’altipiano di Asiago e sul Piave gli valsero la croce di guerra e una medaglia d’argento. Al rientro nell’Isola aderisce all’Unione dei Combattenti e al nascente Partito Sardo d’Azione. Riprende con successo l’attività artistica e con Mario Delitala visita e dipinge i centri barbaricini. A partire dal 1920 partecipa regolarmente alle mostre sindacali in Sardegna e a quelle regionali (Cagliari, Nuoro, Sassari e Iglesias) e su invito dello scultore Francesco Ciusa è chiamato ad insegnare disegno alla Scuola di Arti Applicate di Oristano. Partecipa ad importanti mostre a Roma, Torino, Firenze e Bologna. Negli anni ’50 allestisce diverse mostre personali a Sassari (1953, 1957, 1959), Venezia, Verona e Viareggio con grande successo di pubblico e critica. Il 1960 è caratterizzato da una prestigiosa mostra alla Casa di Dante di Firenze, l’organizzazione di una mostra a Nuoro e la retrospettiva allestita agli “Amici del Libro “ di Cagliari. Il mito dell’artista Floris ha avuto ed ha tuttora grande risonanza ed estimatori in tutta la Sardegna, anche se, come afferma il critico Gavino Còlomo, “la sua arte sia stata d’importanza nazionale” per la complessiva produzione di pitture ed incisioni.