Se la crisi di governo dovesse precipitare e si dovesse andare, come pare, a nuove elezioni, per la Sardegna c’è il rischio concreto di un blocco o perlomeno di uno slittamento di alcune vertenze, a partire dalla questione dell’insularità. Da oltre un anno la proposta di legge d’iniziativa popolare per l’inserimento del principio di in Costituzione è ferma in commissione Affari costituzionali del Senato. Lo scioglimento delle Camere darebbe una brusca frenata all’iter visto che il regolamento di Palazzo Madama, ma anche quello di Montecitorio, prevede che tutte le proposte di legge non approvate debbano essere ripresentate. Così, il percorso legislativo per l’insularità dovrebbe ripartire da zero, facendo salve però le milioni di sottoscrizioni già raccolte.
Stop anche alla proposta di legge nazionale, appena approvata dal Consiglio regionale, per l’introduzione del pegno rotativo sui vini, cioè la possibilità di ottenere liquidità dal sistema creditizio dando in pegno quote di prodotto. Una possibilità sulla quale il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio ha già assicurato la sua attenzione per inserire la proposta all’ordine del giorno dei lavori delle due Camere. Non dovrebbe invece subire rallentamenti il tavolo sulla vertenza latte, già avviato in sede tecnica in prefettura a Sassari.
Ipotesi di slittamento di qualche mese per la vertenza accantonamenti, ovvero il contributo della Sardegna allo Stato per il risanamento del debito pubblico, e per quella degli arretrati che la Regione vanta nei confronti di Roma. Il governatore Christian Solinas auspica una riduzione del concorso alla finanza pubblica pari a 153 milioni di euro sui 535 milioni annui pagati sinora e la cancellazione della quota di 285 milioni non dovuti in base alla sentenza della Corte costituzionale del 2019. Per quanto riguarda gli arretrati, il presidente della Regione ha rivendicato 276 milioni di euro. Due partite slittate a settembre e che, senza un governo, potrebbero ulteriormente essere rimandate.
Altra questione che rischia di subire una brusca frenata riguarda
un’istanza dell’ultim’ora: il commissariamento delle grandi opere strategiche
previste in Sardegna. L’assessore dei Lavori Pubblici Roberto Frongia ha già
sollecitato Roma per questo passo e lo ha ribadito in occasione dell’ultimo
incontro con i sindaci del territorio per sbloccare i cantieri della strada a
quattro corsie Sassari-Olbia.
Tra le altre vertenze in
bilico quella sul phase out del carbone al 2025, con il pressing della Sardegna
per uno slittamento della chiusura delle centrali a olio combustibile
nell’Isola almeno sino al 2030, in attesa dell’arrivo del metano. Infine,
aspettano risposte dal Governo tutte le vertenze industriali ancora aperte:
dalla ‘storica’ Eurallumina alla recente crisi del porto canale di Cagliari.