di ROBERTA CARBONI
Tra le tante leggende cagliaritane che parlano di fantasmi e misteriose presenze che infestano i luoghi cittadini, ne esiste una che fa letteralmente accapponare la pelle. Parla di un misterioso fantasma che infesterebbe la Grotta dei Colombi, un’insenatura naturale situata sotto le pendici del Colle di Sant’Elia, nella zona di Cala Fighera, che deve il suo nome al fatto che al suo interno nidificano i colombi.
Nella sua Guida della città e dintorni di Cagliari il canonico Giovanni Spano scrive che la grotta, essendo accessibile solo via mare con l’ausilio di una piccola imbarcazione, veniva prediletta dai pescatori della zona e in particolar modo dai cacciatori che andavano a catturare i volatili. Inoltre, il guano prodotto dagli uccelli, veniva prelevato dal pavimento della grotta per essere utilizzato come concime.
Ma chi è il misterioso fantasma nella grotta?
Come sempre, in ogni leggenda che si rispetti, esiste un fondo di verità. In questo caso la storia è quella dei moti popolari che agitarono Cagliari dal 1794 al 1796 e si conclusero con alcuni efferati delitti. Tra questi quello di Girolamo Pitzolo, intendente generale degli affari di Sardegna, e Gavino Paliaccio, marchese della Planargia e capo dell’esercito.
A compierli entrambi non fu un solo uomo, ma l’intera folla, agitata e caldeggiata da un rivoluzionario di cui si conosce solo il cognome, Dais, che tuttavia fu ritenuto il solo responsabile degli omicidi e, per questo, brutalmente assassinato.
Il Dais era solito intrattenersi con caccia dei colombi e, per questa ragione, si recava spesso alla Grotta dove poi trovò la morte. Esistono, però, diverse versioni sulla sua reale fine. Una di queste afferma che il Dais sarebbe stato sorpreso dai suoi carnefici durante una battuta di caccia. Dopo averlo aggredito e pestato a sangue, gli aguzzini lo legarono ad uno scoglio a pochi passi dall’ingresso della grotta, dove lo lasciarono morire annegato a causa dell’alta marea.
Un’altra versione riporta che Dais fu semplicemente raggiunto e pestato a morte, per poi essere abbandonato nella grotta. Esiste poi una versione completamente diversa che stravolge completamente il luogo dell’assassinio. Si narra che Dais morì durante il suo trasporto presso la prigione della Torre di San Pancrazio, dopo essere stato accusato dell’omicidio dei due Cavalieri Pitzolo e Palliaccio.
Ad ogni modo, ogni versione della leggenda concorda sul movente: la vendetta.
Gli antichi “contus” sul fantasma del Dais
Le dicerie riguardo alla presunta infestazione da parte dello spirito inquieto di Dais risalgono ai primi dell’Ottocento. Da qui si comincia a parlare di una presenza inquieta, che si manifestava attraverso grida disumane d’aiuto e gelide folate di vento. Per un breve periodo la grotta fu abbandonata e nessuno si sentiva di andare a caccia in un luogo così negativo. Tantomeno ci si addentrava nelle viscere della caverna, temendo di fare qualche brutto incontro!
Da quanto riporta lo Spano, sappiamo che la Grotta dei Colombi, fin dalla metà del Seicento, era utilizzata come luogo di sepoltura degli appestati, in modo da prevenire i contagi e in mancanza di spazi adeguati a contenere un numero sempre più alto di salme. Forse appartenevano ai morti di peste le grida d’aiuto che si udivano nell’Ottocento? Quel che è certo è che questo luogo, per molto tempo, nella mente dei cagliaritani rappresentava teatro di morte. Oggi la Grotta dei Colombi è una tra le insenature più suggestive del Golfo di Cagliari che richiama continuamente visitatori amanti delle escursioni in barca e delle attività di pesca subacquea, ma anche diving e snorkeling.