Cento anni fa David Herbert Lawrence, celebre scrittore inglese, si avventurava su un trenino delle ferrovie a scartamento nel cuore della Sardegna, tra Sarcidano, Barbagia e Mandrolisai. “E’ una strana ferrovia – scriveva Lawrence – sfreccia su per le colline e giù per le valli e attorno a curve improvvise, con la massima noncuranza”. Era il 1921, ma quella ferrovia – la Mandas-Sorgono – esiste ancora, con lo stesso percorso di allora. Oggi il viaggio è puramente turistico e va fatto insieme alle guide e ai percorsi di Barbagia Express. Da Mandas, gradevole paesino agricolo, si parte verso Isili, noto per l’arte del rame e dei tessuti. Subito dopo Isili, la ferrovia lambisce l’imponente nuraghe Is Paras: guide esperte ci accompagnano alla scoperta di questo eccezionale patrimonio archeologico. Risaliti sul treno, il panorama si apre verso l’azzurro del lago Is Barrocus, che ammiriamo prima dall’alto e poi dalla stazioncina storica di Sarcidano, ubicata a due passi dalla riva. Le pareti rocciose circostanti fanno della zona una delle mete più ambite dagli scalatori locali e d’oltremare. Ancora pochi chilometri e raggiungiamo Nurallao, con la caratteristica stazione fedelmente restaurata e riadattata a bar-ristorante: ne approfittiamo per una gradevole pausa caffé. Il paese è conosciuto soprattutto per la lavorazione della terracotta e per le cascate del parco di Funtana Is Arinus.
Attraverso boschi e in costante ascesa, raggiungiamo il borgo di Laconi, antica sede dei marchesi Aymerich. Col suo splendido parco ricco di ruscelli, cascatelle e piante eccezionali (tra cui persino un grosso cedro del Libano), ma anche il Museo dei Menhir e la villa liberty del notaio Sulis, Laconi è una destinazione ideale per una gita col trenino verde. Ma noi riprendiamo il nostro viaggio verso la Barbagia – virtualmente, in attesa che venga effettuata la manutenzione di due ponti tra Laconi e Meana, che al momento impone ai treni di fermarsi a Laconi. Attraversata la verdeggiante foresta di Funtanamela, raggiungiamo il punto più alto della ferrovia a quasi 800 metri: la stazione di Ortuabis. Da qui è possibile prendere un transfert per visitare la miniera di Funtana Raminosa, uno splendido sito dal punto di vista culturale, storico e naturalistico che è stato riaperto di recente. Il trenino continua la sua corsa verso i monti, i sapori e i profumi della Barbagia, con le sue tradizioni millenarie. Raggiungiamo prima l’interessantissima area archeologica del nuraghe Nolza, da cui si gode un’eccezionale vista delle valli circostanti, e poi il paese di Meana Sardo, col suo bel centro storico e un ottimo vino prodotto dai vigneti in collina. Ancora qualche chilometro e arriviamo alla caratteristica stazione di Belvi-Aritzo, ai piedi del Gennargentu, il massiccio più alto della Sardegna. A Belvi gustiamo le caschettes, i dolci tradizionali preparati con nocciole, miele e scorza d’arancio. Aritzo vanta un suggestivo centro storico con le vecchie carceri spagnole e il Museo della Montagna Sarda, ma anche sa carapigna, il tipico sorbetto al limone.
Procedendo tra i boschi del Gennargentu raggiungiamo la stazione di Desulo-Tonara, da cui si possono raggiungere due paesi simbolo della Barbagia. Uno è Tonara, la capitale del torrone, conosciuta anche per la produzione dei campanacci tradizionali, per le case in scisto con i suggestivi balconi coperti e per i versi di Peppino Mereu. L’altro è Desulo, famoso per gli splendidi abiti in orbace rosso e le vedute da tipico paese di montagna che ispirarono il poeta Montanaru – senza dimenticare gli ottimi salumi prodotti nelle sue valli. La corsa del nostro Barbagia Express termina nella stazione di Sorgono, principale centro del Mandrolisai, che raggiungiamo grazie a maestose opere di ingegneria ferroviaria. A Sorgono visitiamo il sito dei menhir di Biru ‘e Concas, con i monoliti che i si ergono maestosi nel centro geografico della Sardegna, e il Santuario di San Mauro Abate, costruito nel 1574 in stile gotico-aragonese. Ci godiamo infine il meritato riposo sorseggiando l’eccellente e premiato vino locale, il Mandrolisai DOC.