di ALESSIA ANDREON
È di Cabras e ha lavorato con musicisti del calibro di Manu Chao, Roy Paci, Modena city Ramblers e Marlene Kuntz, solo per citarne alcuni. Abbiamo rivolto qualche domanda a Marco Coa, cercando di scoprire qualcosa di più sul suo rapporto con la musica e sul suo lavoro.
Marco, raccontaci di te e della tua musica… Ho iniziato a studiare piuttosto tardi, prima ero solo un grande ascoltatore di musica, in particolare metal, e avevo già superato i limiti d’età che allora il conservatorio imponeva per lo studio del pianoforte. Avevo però desiderio di imparare e scelsi di studiare il contrabbasso ma, a un certo punto, volevo provare a vedere la musica in un’altra maniera. Sentivo che la mia missione era stare nell’universo musica, ma avevo l’esigenza ogni tanto di cambiare ruolo all’interno di questo universo. Ovviamente è necessario avere una formazione più ampia e in questo senso il percorso del conservatorio mi è servito tantissimo.
Spiegaci meglio in cosa consiste e come sei arrivato a fare questo lavoro. Svolgo tutti quei ruoli che per l’ascoltatore finale sono pressoché invisibili ma che costituiscono il tessuto di uno spettacolo; li ho provati un po’ tutti perché a un certo punto degli studi musicali non volevo incentrarmi solo sulla parte teorica, quindi ho deciso di fondare la mia azienda Sound Set Service a 24 anni con un ex compagno di studi, Stefano Casti, ora bassista di Piero Marras, e così ho iniziato a scoprire questo mondo approfondendo maggiormente la parte della fonia di palco e del coordinamento tecnico e direzione di palco. Per questo tipo di lavoro non esiste una vera e propria scuola, ci si forma sul campo. Penso che sia una fortuna lavorare in Sardegna perché le produzioni internazionali e nazionali trovano più semplice ed economico affidarsi a personale tecnico locale e questo ci ha consentito di lavorare con nomi importanti del panorama mondiale. Oltre a suonare e occuparmi della parte tecnica degli spettacoli, insegno Musica d’insieme nella Scuola Civica di Terralba e in quella Gian Piero Cartocci di Paulilatino e Pianoforte Moderno alla Scuola civica del Guilcer e Barigadu.
Hai collaborato come tastierista con grandi nomi del panorama musicale, cosa puoi raccontarci di queste esperienze? In particolare mi piace ricordare il compianto Andrea Parodi e l’inconfondibile voce di Antonella Ruggiero, con i quali hai avuto occasione di lavorare. Ho iniziato a suonare con Andrea Parodi, intorno ai 23 anni, quasi per caso dato che ero stato chiamato a sostituire il tastierista titolare all’interno dello spettacolo Tributo a Fabrizio de Andrè del gruppo Korakhanè formato da musicisti di Cabras; con loro ho pubblicato un cd nel 2003 legato a quel progetto al quale Andrea ha preso parte con entusiasmo, date le sue origini genovesi, non solo cantando l’Ave Maria in sardo ma partecipando all’intera tournée. È stata sicuramente una bellissima esperienza perché fino a quel momento la musica non mi aveva dato grandi soddisfazioni. Con Antonella Ruggiero ho iniziato come fonico e mi sono ritrovato sul palco con lei grazie alla collaborazione con i Janas, dei quali sono tastierista. Musicalmente ci siamo conosciuti il giorno del concerto ma è stato estremamente naturale suonare insieme; di lei posso dire che ha una voce e un modo di cantare eccezionale.
per gentile concessione de https://www.arborense.it/