di MARIO POMESANO
La Fondazione Credito Bergamasco propone un’esposizione di circa 60 tele del pittore sardo Mario Sironi, esponente tra i più rinomati della pittura italiana del secolo scorso.
L’esposizione avverrà dal 3 al 31 maggio 2019 con i seguenti orari:
lunedì a venerdì: 8,20 – 13.20 / 14.50 – 15.50
sabato 4, 11 e 18 maggio: 14.30 – 19.00
domenica 5, 12 e 19 maggio: 9.30 – 19.00.
Il pittore, nativo di Sassari nel 1885, essendo cresciuto tra l’altro in un ambiente familiare animato da architetti, musicisti e artisti. È ben vero che il nostro conterraneo ebbe a trasferire la sua residenza a Roma alla giovane età di venti anni, avendo così l’occasione di frequentare illustri colleghi quali Balla, Severini, nonché l’amico Boccioni, ma è anche vero che l’immancabile permeabilità espressiva tra esponenti artistici si accompagnò, nel caso in esame, al passaggio dagli esordi simbolisti al periodo futurista e metafisico del “Novecento Italiano”, da lui lanciato nei primi anni Venti, alla magnificenza della pittura murale sempre ispirata ad una “moderna classicità” pur temperata dall’espressività inquieta dell’ultima produzione nel secondo dopoguerra. Sino ad arrivare, alla conclusione della sua attività espressiva, nei primi anni ’60, ad un ultimo passaggio con scomparsa della figura umana e l’apparizione di realtà ultraterrene nel ciclo i opere, significativamente intitolate alle “Apoacalissi”, ma lascianti una traccia evidente del suo sogno desideroso di pace nel cuore e di silenzio. Un particolare significato la manifestazione espositiva assume per la città di Bergamo se si tiene conto che l’artista, scomparso nel 1961, a conclusione di una vita movimentata, segnata da crisi depressive (anche a seguito del suicidio della figlia Rossana) e suddivisa tra i suoi soggiorni romano, milanese e bergamasco, ha voluto scegliere la nostra città come ultima sua dimora corporale in una tomba dove la Croce riporta la scritta che quasi 2000 anni or sono all’imperatore Costantino venne ispirata prima della guerra con il rivale Massenzio “In hoc signo vinces” – con questo segno vincerai.
Ecco perché vale la pena che bergamaschi e sardi non si lascino sfuggire l’occasione per leggere, attraverso la visita della suddetta rassegna espositiva, quasi come un modo di leggere un “escursus” di vita umana e allo stesso tempo artistica, di un vero protagonista della pittura contemporanea.