di ELENA MONTANI TOCCO
Perché il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci si chiama così? Attraverso quali vicende storiche e quali passaggi di mani è arrivato alla Biblioteca Ambrosiana, che lo custodisce da secoli, dopo una breve “trasferta” parigina dovuta a Napoleone?. A questa ed a molte altre domande ha risposto lo scorso 6 aprile Mons. Marco M. Navoni, Viceprefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano, ospite d’eccezione al Circolo culturale sardo A.M.I.S. “Emilio Lussu” di Cinisello Balsamo, che ha cosi celebrato il cinquecentesimo centenario della morte del genio toscano che trascorse ben venti anni della sua vita alla corte sforzesca. Ma il momento più atteso di tutta la conferenza, quello che ha riempito di pubblico la sala del Circolo, è stato quando Mons. Navoni ha mostrato e letto, parola per parola, le notazioni di Leonardo che riguardano la nostra Isola: la leggenda del pesce Sant’Elmo, che egli credeva si trovasse nei nostri mari, la biblioteca del Vescovo di Santa Giusta, che custodiva un codice con tutte le opere di Archimede ed infineil nome della nostra Isola, ben leggibile nello schizzo di una cartina d’Europa. E poi le animazioni, frutto della modera tecnologia informatica, che hanno messo in movimento alcune delle più spettacolari invenzioni leonardesche, dalla cosiddetta “automobile”, in realtà una macchina teatrale utilizzata per le rappresentazioni di corte, ai congegni per movimentare le acque per finire con le esplosioni delle terribili macchine da guerra. La conferenza è stata punteggiata da intermezzi di musica rinascimentale eseguiti dal Giulio Rusconi Consort, composto dai musicistiVincenzo Banfi, Marino Carnovali, Ercolano Grazioli, Estella Noris e Ruben Tolentino, che hanno aperto il convegno con “Muovesi l’amante”, testo poetico di Leonardo da Vinci musicato da Roman Vlad e rielaborato per l’occasione dal maestro Aldo Rossi ed hanno successivamente eseguito brani di Arnol von Bruck (1490-1554),LudvigSenfl (1486-1542) e TylmanSusato (1510-1570).