STRAORDINARIO IL NUMERO MONOGRAFICO DEDICATO AD ANDREA PARODI DI "SONOS E CONTOS"

Andrea Parodi

Andrea Parodi


di Rosalba Satta

“Il numero monografico dedicato ad Andrea Parodi rappresenta una grande svolta editoriale di Sonos e Contos”. Così scrive il direttore della rivista Pierpaolo Fadda che, per portare avanti e realizzare un lavoro molto impegnativo, ha sudato le fatidiche sette camicie.  Ne è valsa la pena : il risultato è sotto gli occhi di tutti. Il rischio di cadere nel commemorativo-retorico deve essere stato uno scoglio difficile da costeggiare e superare. Spesso, in occasioni del genere , è facile cadere nella trappola del celebrativo fine a se stesso. Pierpaolo Fadda ha evitato sapientemente la caduta, dando luogo a quella che, nel suo editoriale di apertura alla monografia, ha definito “una bella navigazione , un’esperienza professionale unica che ha arricchito la mia vita”. Il percorso artistico di Andrea Parodi viene raccontato da Giacomo Serreli, e non è un caso se, per farlo, sono state necessarie ben nove pagine della rivista. Il percorso artistico di Parodi è stato straordinariamente ricco. Bello. Mi viene in mente una significativa riflessione letta tempo addietro, che ben si presta a commentare la vita dell’artista : “Di un libro o di un film non ci chiediamo mai se è lungo ma se è bello. E così dovremmo iniziare a pensare per la vita di ognuno di noi…”. Mi piace credere che la vita di Parodi sia stata quella che lui ri-sceglierebbe e ri-assaporerebbe se potesse ri-vivere. “Confesso che ho vissuto”, ci direbbe col suo solito sorriso, parafrasando il titolo di un prezioso libro di Neruda. La monografia ospita il ricordo dei familiari e di tanti amici, più o meno conosciuti al grande pubblico. Tenero – e non poteva essere altrimenti – il ricordo dei figli Alessia e Luca. “Era mio padre – sussurra Alessia -. Un persona dolcissima, piena di entusiasmo, gioiosa. La stessa passione che metteva nella musica, la metteva in ogni cosa che faceva…e per questo anche un piatto di pasta lo maneggiava come fosse un’opera d’arte.”. “E’ stato un pescatore di suoni e di anime – aggiunge Luca -, un cuoco eccellente, un grande amico, un istancabile curioso , un attento osservatore, una guida, un esempio, un maestro e tanto altro…”. In sintesi: Parodi – padre, e non è una cosa scontata , ha seminato amore. Amore che non è mai venuto meno anche dopo l’incontro con Valentina , colei che – come racconta Giuliano Marongiu – , non ha tolto ma aggiunto, perché ha rappresentato nella vita dell’artista “la linea che sconfinava nel suo personale orizzonte”. Amore che ha regalato a Luca ed Alessia due dolcissime sorelline : Lara e Antea. Le testimonianze – tutte! – da quella di Gigi Riva a quella di Paolo Fresu (per citare solo due dei tanti nomi illustri) sono particolarmente interessanti : si intrecciano, si completano , a volte si mescolano… Ognuna di loro svela, aggiunge qualcosa, regala al lettore l’emozione dell’incontro , la fatica e la gioia del percorso, la tenerezza dell’addio terreno. Particolarmente toccante il ricordo di Giuliano Marongiu , che, utilizzando una prosa poetica avvolgente e coinvolgente, tra le altre cose così scrive : “C’è un momento tra la notte e il giorno che non è più né notte, né giorno: è in quell’istante, tra il buio e la luce, che Andrea si è spento un ottobre di qualche anno fa. Il suo canto resta tra le maglie del tempo, nitido come le trasparenze della sera . Il suo “volo” ha attraversato, leggero come una carezza , gli scavi dell’anima, rivelandone le segrete vie. Ha marcato di sé quel che resta del suo viaggio: le donne che hanno placato la sua smania di riversare amore e che ancora lo amano, le vite che ha seminato, le canzoni mai replicate e sempre inedite di verità.” “I colori dell’addio riflettono lucidi l’immagine di un uomo che non ha mai tradito i suoi sogni e la sua dignità.” “La sua umanità è stata grande quanto la forza del suo cantare. Per questo tutti lo ricordano e continuano ad amarlo…”. Questo e tanto altro ancora in questa splendida monografia da leggere e rileggere, da regalarsi e regalare a tutti coloro che ancora sono capaci di stupirsi. Poiché mi piace pensare che, al di là dei limiti terreni, in quell’altra dimensione dove tutto è melodia e pace, i grandi della nostra musica si incontrano per regalare al cielo i colori e il calore del loro canto (scorgo, accanto ad Andrea, Pierangelo Bertoli e Tonino Puddu) ; poiché sono certa che lassù hanno diritto d’accesso solo le cose belle, profondamente sentite, non può non essere arrivata ad Andrea anche l’eco dei mille “grazie” dei lettori a Pierpaolo Fadda per questo lavoro davvero pregevole. Termino con alcuni versi che scrissi tempo addietro; versi dedicati ad Andrea. E al suo canto che, per fortuna, continua ad accarezzare ancora il nostro presente. E’ l’unico modo che conosco per dirgli ancora e ancora GRAZIE.

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