di MASSIMILIANO PERLATO
Clelia Martuzzu, madre e piccola imprenditrice iglesiente, come altri appassionati di storia, tradizione e archeologia della Sardegna, da tre anni è impegnata per far conoscere ai bambini la vera storia sarda, affinché loro prendano consapevolezza della propria identità e sviluppino il senso di appartenenza territoriale.
Per realizzare questo progetto, Clelia ci rivela che ha pensato di affidarsi allo storytelling, ovvero alla narrazione di racconti, un metodo comunicativo infallibile e intramontabile, che esiste fin dalla notte dei tempi, prima ancora della radio, della televisione e di internet, ma malgrado i nuovi mezzi di comunicazione, il racconto risulta ancora oggi il metodo più efficace per far rivivere il passato nel mondo odierno.
“In passato, quando si necessitava trasmettere delle esperienze, o insegnare e tramandare il sapere ai posteri, ci si avvaleva del racconto orale. Gli stessi antichi Sardi attraverso i racconti, tramandati per voce, di padre in figlio e di generazione in generazione, sono riusciti a farci pervenire le loro tradizioni e gli usi e costumi, come ad esempio: Is Launeddas, Su Ballu Tundu, Sa Murra, S’Istrumpa, il Rito dei Boes e Merdules; il Canto a Tenores … – ci racconta Clelia.
Approfittando di questo metodo assodato, dopo il suo primo libro: “Un salto nella Civiltà Nuragica”, un auto-pubblicato che ha venduto più di 1000 copie, l’autrice ha scritto un nuovo libro chiamato “Un volo nel passato”, pubblicato da Edizioni Condaghes, nel quale si narra la storia di una bambina che compie un viaggio nel tempo, creando un contatto diretto con chi l’ha preceduta, per capire chi fossero e non dimenticarli. Grazie alle illustrazioni eloquenti ed evocative della maestra di disegno Silvia Ciccu, il racconto tenta di far «rivivere» al lettore l’esperienza vissuta dalla protagonista, la quale apprende la storia divertendosi. E pensando di facilitare ai giovani lettori la comprensione sulla storia dell’antica Civiltà Sarda, Clelia ha pensato di corredare il libro di schede tematiche, valorizzate dai disegni dell’archeo-sperimentatore Gerolamo Exana.
Mentre si avvia ad incontrare le scuole di Orroli, dove farà letture dal suo ultimo libro, quasi commossa Clelia, ci lascia dicendoci: “Oggi il mio cuore gioisce, perché grazie all’intensa divulgazione e sensibilizzazione sulla storia e sull’immenso patrimonio archeologico sardo, operata da scrittori sardi e da organizzazioni no profit come NURNET- La Rete dei Nuraghi, lo scorso 3 luglio, la Regione Autonoma della Sardegna, finalmente ha approvato la legge regionale 22 per la valorizzazione della conoscenza della lingua sarda e per l’insegnamento della storia e della letteratura della Sardegna nelle scuole. Questo è un buon segno e ci fa ben sperare… Se continuiamo per questa via, in un futuro non troppo lontano, riusciremo a restituire dignità alla Civiltà Sarda, facendola inserire nei libri di testo con la stessa importanza che si riserva ad altre civiltà, precedenti, coeve o successive”.
Sinossi:
Mentre si aggira fra le misteriose torri di un nuraghe, Carlotta perde il suo cavallino di legno. Decisa a ritrovarlo, si inoltra in un corridoio e tra massi enormi scorge una piccola luce. Non è un insetto né un folletto: si tratta di una jana!
La fata chiede alla bambina di esprimere tre desideri. Carlotta non ha dubbi, vuole volare nel passato fino all’epoca nuragica. Qui, stupita dalle stranezze di un popolo ingegnoso, incontra Nana. Anche lei ha smarrito qualcosa, la pintadera che a casa sua usano per misurare il tempo. Trovarla sembra impossibile, perché quello stesso oggetto lo ha trovato il nonno di Carlotta e lo custodisce… nel presente! Come riportarlo nel passato? E se il corso degli eventi si modificasse?
Se volete scoprire di più sulla narrativa “Un volo nel passato”, correte in libreria o ordinatelo online sul sito www.condaghes.it