di Massimo Carta
I fanghi rossi Eurallumina non sono pericolosi né per l’ambiente, né per le persone. Punto. Chiunque affermi cose contrarie sa di affermare falsità, comprese le affermazioni di certi pseudo ambientalisti che hanno costruito le loro fortune con allarmismi e con “al lupo-al lupo”. La scandalosa campagna anti Eurallumina di questi giorni, portata in scena anche dai media nazionali a seguito della rottura degli argini del bacino fanghi rossi dell’Ungheria, ha dimostrato ancora una volta che i pericoli provengono da certi figuri vaganti ed inquinanti la pubblica opinione. Forse non sarebbe male che il territorio, una volta per tutte, isolasse queste persone che, dopo aver fallito sul fronte della propria esistenza, inscenano espedienti di presunti pericoli sulla salute degli ignari cittadini. Ma veniamo ai bacini Eurallumina. Intanto c’è da dire che i fanghi rossi di Su Stangioni sono contenuti in bacini i cui argini sono costruiti con utilizzo di enormi massi che col tempo sono andati a cementificarsi con gli stessi fanghi. Inoltre, quei fanghi prima d’essere decantati vengono trattati con l’acqua di mare che annulla l’effetto della soda caustica per un processo chimico. Ovunque nel mondo i fanghi rossi del processo di raffinazione della bauxite vengono scaricati nelle profondità del mare, senza che ciò costituisca elemento di scandalo, anche perché quei fanghi, sia pure del dispettoso colore rosso, al contatto con l’acqua marina diventano inerti e non producono alcun inquinamento. Anche Eurallumina, negli anni d’inizio d’attività, scaricava, trasportati da “bettoline”, i fanghi in profondità marine. Successivamente, ipotizzando pericoli per il passaggio stagionale dei tonni lungo la costa occidentale, vennero studiati i bacini a terra e realizzati con criteri d’avanguardia e lontano dai pericoli. Tant’è che in trent’anni d’attività, finora non c’è stato alcuna infiltrazione di fanghi sul versante dell’attiguo mare. In Ungheria i fanghi, al massimo, possono essere trattati con acqua dolce dei fiumi, lasciando quindi inalterati gli effetti tossici della soda caustica. Le conseguenze di ciò che è successo in Ungheria riguardano gli argini dei bacini realizzati in cemento o terra battuta che hanno ceduto sotto la spinta della marea rossa molto liquida; e il mantenimento inalterato nei fanghi della residua soda caustica. A Portovesme, per effetto meteo, col tempo i fanghi sono diventati una massa compatta che non potrà mai fuoriuscire dagli argini. Il rovescio della medaglia dei falsi ambientalisti sono gli inquinamenti rossi delle falde acquifere di Portovesme. Anche in questo caso và precisato che le infiltrazioni dai bacini sono minime rispetto alla quantità ammassata (si parla di circa 20 milioni di metri cubi); semmai le infiltrazioni possono essere state causate dall’ammasso della bauxite in stabilimento e dalle oggettive perdite lungo il processo di raffinazione. Ad ogni buon conto, sarà bene tener presente che i fanghi rossi Eurallumina, ancora una volta portati sul banco degli imputati da mestieranti dell’ambiente, sono destinati a diventare nuova materia prima di lavorazione, guarda caso per disinquinare altri siti. Uno dei progetti, che andrà in applicazione alla ripresa produttiva dello stabilimento, è quello della Virotex, capace di disinquinare le superfici liquide compromesse; l’altro riguarda il progetto del disinquinamento degli sterili delle discariche minerarie abbandonate. Tutto questo non è fantasia. Il pericolo dei fanghi rossi Eurallumina è sinonimo di allucinazione da parte di qualcuno che sta cercando altro.
Potranno anche non inquinare, ma una cose è certa sicuramente il bacino dei fanghi rossi non è piacevole alla vista!!!Comunque un certo livello di inquinamento nella zona del sulcis esiste!!!
Sulla base di quali informazioni scientifiche parlate di non inquinamento?Le mie informazioni sono che nel sulcis a causa delle industrie c’è un aumento sopra le medie regionali e nazionali di malattie che sono riportate all’aria e ambiente pericoloso (ARPA). Le vostre? Dicono forse il contrario? allora siamo davvero alla follia! Il territorio di Portoscuso ha altre risorse che non inquinano, dove impiegare tutti i lavoratori eventualmente cassaintegrati ai quali va la mia solidarietà. Ma non voglio dover scegliere tra morire di cancro e morire di fame. Ci saranno alternative o no? Maria
I fanghi rossi non sono pericolosi per l’uomo? allora che ne dite di assaggiarne un cucchiaino? oppure vi immergete una volta al giorno per un mese, penso che basti per farvi cambiare idea
Massimo Carta complimenti per l’articolo e per la enorme bufala che vuole far arrivare alle povere famiglie bisognose di speranze. Purtroppo non si vive di favole e questa è proprio bella! L’ignoranza uccide e non solo.. i fanghi rossi sono pericolosi e dopo un certo periodo vanno smaltiti e bonificati, ma in Italia le leggi per le multinazionali non vengono di certo rispettate! Si mangia, si inquina e non si bonifica, nemmeno prima di una riapertura. E poi sa .. si muore!