UN CUORE SOTTO RETE: ALESSIA ORRO, UNA VITA NELLA PALLAVOLO

ph: Alessia Orro

di DANIELE DETTORI

È venerdì 27 luglio 2018. Nel cielo, la Luna va gradualmente arrossandosi. Sarà la sua eclissi totale più lunga di questo secolo. Prendiamo il telefono e componiamo il numero. Pochi squilli e la chiamata è attiva. «Pronto? Alessia?»

«Ciao, buonasera». La voce è quella di una ragazza ma il timbro è deciso, la stessa decisione che è necessario avere sul campo al momento di piazzare un colpo decisivo per le sorti della partita. Lei è Alessia Orro, pallavolista, palleggiatrice nella Futura Volley Busto Arsizio dal 2017 e in forze alla Nazionale di pallavolo femminile italiana dal 2015. Ma prima di fare il grande salto si è formata nell’isola, dove nasce nel 1998 nell’oristanese. Ed è proprio qui che sviluppa il suo amore verso questo sport, da sempre presente nella sua vita. «Mia madre faceva l’allenatrice e nello stesso tempo giocava», ci racconta. «Fin da bambina mi portava in palestra con sé, quando ancora stavo in passeggino. Così, dall’età di 5 o 6 anni ho iniziato a praticare il volley, insieme con mia sorella, e ho deciso di continuare».

Ricordi se, quando eri bambina, avevi un lavoro preferito diverso da questo? Sì, ricordo di aver sempre detto che volevo occuparmi di bambini, lavorare con loro e infatti ho studiato Scienze Umane apposta per intraprendere un percorso di questo tipo. Ho anche fatto un mese di stage presso un asilo nido però, nell’ultimo periodo, devo ammettere che sto cambiando idea. Ci vuole molta pazienza e, soprattutto, molto tempo libero. Proprio con i miei tempi, in buona parte dedicati agli allenamenti, un lavoro così non è molto compatibile. Perciò chissà…

Come sono organizzati i tuoi allenamenti? In inverno mi alleno tutti i giorni tranne uno, che sarebbe il giorno libero. Le ore sono circa due per ciascuna giornata e, al mattino, per due o tre giorni la settimana faccio i pesi. Poi, talvolta, allenamenti aggiuntivi. Nei weekend si tiene la partita e, a seguire, il giorno di riposo. In estate è tutto un altro discorso. Ora che sono a Roma con la Nazionale, per esempio, ho l’allenamento al mattino, poi i pesi, quindi il pranzo e, a seguire, un paio d’ore di riposo. Nel pomeriggio faccio altri allenamenti. Quando si è in Nazionale non c’è la partita subito dopo le giornate di preparazione ma ci sono manifestazioni varie, ripartite fra agosto, settembre e ottobre.

Alessia ci confida di ricordare con grande entusiasmo alcune gare della sua carriera. Una di queste l’ha vista vincere al Mondiale del 2015 in Perù, Pre Juniores; un’altra l’ha riportata a Cagliari, quindi è stato un rientro emozionante nella sua Sardegna; mentre la terza è stata con il Club Italia ed è consistita nella sua prima partita giocata a Busto.

Ti rimane del tempo da dedicate a te stessa e alle tue passioni? Diciamo che è poco ma quando c’è voglio stare il più possibile con i miei amici, col mio ragazzo. Se mi capita di avere alcuni giorni liberi consecutivi riesco anche a tornare in Sardegna e quindi a stare con la mia famiglia. Magari per gustare un piatto di malloreddus alla campidanese oppure della pasta al forno.

In tv segui qualcosa, anche a carattere sportivo? Dipende. Mi piace tantissimo C.S.I. ma altri programmi in particolare non ne seguo. Preferisco variare. Quanto allo sport mi piace seguire qualche gara di equitazione, naturalmente (e quando posso) le partite di pallavolo, e devo dire anche qualche partita di calcio. Io tifo Juve ma sono legata soprattutto ai ricordi delle vecchie glorie come Nedved o Del Piero. Tuttavia, grazie a un amico che me lo ha procurato, sono riuscita ad avere l’autografo di Dybala.

Cosa consiglieresti a un giovane che volesse intraprendere la carriera sportiva in qualsiasi disciplina? Sicuramente di non arrendersi alle prime difficoltà e di cercare sempre di superare gli ostacoli per raggiungere il proprio sogno. Ovviamente è con tanti sacrifici che si realizzano i sogni, quindi non bisogna mollare mai.

S&H Magazine

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