MA CHI HA DETTO CHE LA CRISI E' ALLE SPALLE? LA DISOCCUPAZIONE IN SARDEGNA


di Caterina Angotzi

Ma chi ha detto che la crisi è alle spalle?  È  sempre più scoraggiante il fenomeno della disoccupazione che attanaglia l’Isola facendole aggiudicare il primo posto nella classifica delle regioni maggiormente depresse.

A confermare il triste piazzamento i dati Istat che forniscono numeri con un persistente segno meno davanti.  Gli occupati totali nel corso dell’ultimo anno sono diminuiti di 47.000  unità, passando da 627.000 del 1° trimestre del 2009 ai 580.000 del 1° trimestre 2010: la percentuale di disoccupazione è aumentata di 3 punti, attestandosi attorno al 16%, per 101mila disoccupati, mentre il tasso di occupazione è crollato in un anno di quasi 4 punti, passando dal 52% all’attuale 48,4%. Un sistema produttivo, quello sardo, ormai al collasso dove nessun comparto è stato ne’ sarà risparmiato da una crisi senza precedenti. Smantellato ormai del tutto il modello industriale che negli anni ’70 diede ai sardi l’illusione dello stipendio fisso e sicuro per sempre e quella di un sistema produttivo forte e competitivo, ora nell’aria si respirano solo I fumi delle proteste. La rabbia di oltre 400 mila persone che non hanno più un lavoro. Popolo a cui devono bastare gli ammortizzatori sociali siamo diventati. Di nuove generazioni perennemente in fila agli sportelli dell’ufficio per l’impiego o seduti ore ed ore in un call center a vendere prodotti in cui non credi per portare a casa 500 euro quando e se ti va bene.  E i giovani? Già, I giovani, considerati il futuro che al futuro però guardano con diffidenza. Basti pensare che in quanto a disoccupazione giovanile battiamo non solo la media italiana ed europea ma anche quella spagnola. E vogliamo parlare della disoccupazione femminile? A sentire il segretario generale della Cisl, Mario Medde, sarebbe un fenomeno ancora più consistente con un picco del 46% destinato anche ad un incremento. Ora, non per essere pessimisti, ma ad oggi a nulla sono serviti i continui moniti delle segreterie regionali  di  Cisl e Uil sull’urgenza di una politica industriale regionale in grado di arrestare il declino del sistema produttivo, con azioni volte a contenere l’emorragia di posti di lavoro.

Il fatto è che l”operaio della fabbrica ad un certo punto si stanca di tutte queste parole, vuole riavere un lavoro, una busta paga a fine mese. Il pastore e il contadino vogliono garanzie per due attività già fortemente penalizzate da rincari, pesti varie e calamità naturali. A Nuoro, l’ultima Sagra del Redentore, ha visto anche la partecipazione dei cassintegrati dell’azienda nuorese Idea Motore, della Vinyls di Porto Torres e del Movimento dei pastori. Tutti impegnati nella lotta, come tanti altri lavoratori sardi, per la difesa dei rispettivi posti di lavoro. Un gesto semplice e forte di solidarietà voluto dall’amministrazione comunale. E la Regione Sardegna che fa? Ricorre ai fondi Por (Fondo sociale europeo 2007/2013) per affiancare una serie di interventi con un’indennità economica di partecipazione rivolta ai destinatari degli ammortizzatori sociali in deroga. Non a caso ci chiamano“popolo di cassintegrati”. Nessuno ha più voglia di scendere in piazza per rivendicare un diritto sacrosanto e per ribadire ai politici che l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Che non c’è.

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2 commenti

  1. Sa sotziedade nostra este cambiandhe in pressese. Sa crisi de travallu e sa globalizzazione este arribata in manera manna peri in Sardinna, causandhe difficurtades a mannos e minores. Sa perdita o sa mancanzia de su travallu e sa cuncurrenzia in custa crisi de sos istranzos de tottu su mundu , peri inoche, este causande problemas novos e deffitziles.In d’una tzittadina de settemizza pessones de sa costa nugoresa, in 4/5 annos bi sono arribatos una migliaia de zovanos e zovanas de sa Romania e non solu. Issos puru in chirca e vorthuna e ispera , si accuntentana peri de su pacu , travallandhe in tottue. Intantu, su Mezzore Nostru de su Cussitzu, chi b’este in Roma, a s’intrata de s’annu novu adiata auguratu chi serene abbarrattos disoccupatos sos disfattistas, chi l’ acchene pro travallu. Tottu cussos chi sono ustinatos e non cherene ricconoschere chi "sa crisi " ch’ este colata. Tra cussos ustinatos bi devete essere peri s’ISTAT, chi tenete su tortu de nos ammentare chi solu in su terzu trimenstre de su 2009 si sono pertos mesu milione de postos de travallu. Solu pro sos banchieris, sa crisi che paret colata., ma sas familias tenene difficurtade de arribare a fine mese. De sa povera zente a sos politicantes de oie, non li si importat nudda. Sos poveros, oramai in Italia sono prusu de otto miliones e in sa bertula de s’ispesa bi l’acchene a che ponnere paccu cosa.

  2. Cara Caterina,
    Grazie per il tuo bellissimo e interessante articolo su disoccupazione in Sardegna.
    Ho fatto una versione del suo texto per il Portuguese.
    Aspetto che ti piace. se ha qualcosa che non va, chiedo entrare in contatto con me e anticipo le mie scuse.
    Caro Saluto e complimento
    Abbraccio
    Lucinha Dettori Dal Brasile.

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