di SALVATORE LAMPREU
È proprio vero che la Barbagia non smette mai di stupire! Quando credi di averla conosciuta abbastanza e inizi a pensare a qualche altro posto da visitare ecco che lei, come una corteggiatrice ingelosita, tira fuori nuovi assi dalla manica e rimescola tutte le carte in gioco. Nuovo giro, nuova corsa verrebbe da dire! E in effetti è un po’ così che la storia effettivamente si alimenta e ricomincia da capo, magari partendo da un’altra casella. In questa terra racchiusa al centro della Sardegna, dove ho la fortuna di lavorare, io mi muovo sempre attraverso una fitta rete di strade e stradine (cerco sempre di prenderne ogni volta una nuova) e come nel gioco dell’oca mi ritrovo a volte a passare negli stessi punti e altre volte a visitare posti nuovi, luoghi che custodiscono sempre piccoli tesori da scoprire. È così che ho trovato Lodine.
Vi dicevo, è così che ho trovato Lodine, proprio durante uno dei miei spostamenti, dopo una serie di curve e lungo la strada per Nuoro, quella che collega Gavoi a Mamoiada. La prima volta che ho attraversato questo caratteristico centro di poche centinaia di abitanti andavo troppo di fretta. Con lo sguardo furtivo di chi sa di essere in ritardo a un appuntamento (stranooo io sono puntualissimo … mmm vabbè) ho potuto scorgere velocemente alcuni coloratissimi murales.
Premetto che io amo i piccoli borghi, i bellissimi paesaggi di montagna e la pop art.Lodine si dimostra inaspettatamente un concentrato di tutte queste cose che, forse per la legge dell’attrazione universale, sono venute a me tutte insieme. E la cosa mi piace, mi piace assai!
Faccio giusto in tempo a catturare Frida Kalho dipinta su una serranda e a riconoscere il volto di Costantino Nivola che già sono fuori dal paese. Tuttavia, oltre ai murales, il posto mi è sembrato estremamente ordinato, grazioso e piacevole alla vista e così me lo sono segnato per un’incursione prossima futura. “La prossima volta non mi frega!” ho pensato … e infatti non mi ha fregato Curiosi di conoscere Lodine? Allora seguitemi.
Con Lodine è stato amore a prima vista e quando ci torno la settimana successiva a quel passaggio furtivo la prima cosa che faccio è parcheggiare la macchina lungo la via principale che percorre tutto il paese. Mi colpisce l’aria frizzantina e un tappeto di castagne per terra, sul marciapiede antistante la cappella di Padre Pio e la moderna chiesa.
Proprio in quei pressi mi imbatto in un primo bellissimo murale, quello sulla reinterpretazione in salsa barbaricina del Quarto Stato. Parte così una scarrellata di Click che quasi mi faccio paura da solo! Giuro!!!
Scherzi a parte, prima di parlare degli incredibili murales di Lodine mi sento di spendere due parole per dirvi che il paese merita un salto anche solo per ammirare i panorami che offre! In particolare, dal promontorio granitico su cui sorge la chiesa risalente al XVI secolo e intitolata a San Giorgio, la vista è superba e lo sguardo si perde tra l’alternanza di vallate e montagne.
Con un solo colpo d’occhio si catturano il Gennargentu, i monti di Orgosolo, Oliena e Fonni e il lago artificiale di Gusana. Bello, bello, bello! Rimarrei ore ad ammirare quei paesaggi!
Mentre mi perdo in contemplazione penso proprio che sarebbe fantastico fare qualche escursione nei salti di Lodine che, essendo un centro di antichissima origine, sono costellati di domus de janas e altre testimonianze archeologiche. Nei pressi della stessa chiesa di San Giorgio si trovano i resti del nuraghe de “Sas trinta bataglias” o delle trenta battaglie.
Veniamo ai murales e soprattutto ai serrandales di Lodine. La prima cosa che ho cercato di capire è da dove sia derivata tutta questa esplosione di colori. Ho così indagato e ho scoperto che tutti gli anni, nel mese di agosto, nel paese si tiene una tre giorni dedicata all’arte di strada. Durante la manifestazione diversi serrandales colorano e danno forma ai vari personaggi illustri che si sono distinti nella storia.
Camminare per le strade di Lodine è quindi non solo piacevole ma anche didattico. È l’occasione per conoscere le vicende della Sardegna e del mondo attraverso grandi icone e figure di spessore culturale e storico.
Il primo ad inaugurare la kermesse, durante l’edizione inaugurale del 2003, è statoAntonio Gramsci ma negli anni la sua immagine si è avvicendata a quelle di Grazia Deledda, Falcone e Borsellino, De Andrè e tanti altri.