di BRUNO CULEDDU
Dopo Atene, Budapest.
“Visioni sarde”, dopo aver rappresentato il cinema italiano di qualità nella capitale greca, è stata chiamata adesso a rappresentare il cinema sardo all’“Italian Festival” di Budapest.
Ad Atene “Visioni sarde” era stata inserita nel programma “Fare cinema”, un’iniziativa ideata dal Ministero degli Affari Esteri con l’obiettivo di valorizzare, con il supporto della rete diplomatico – consolare e degli Istituti Italiani di Cultura, l’eccellenza italiana nel mondo.
A Budapest il progetto, finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato del Lavoro ai sensi dell’ex art. 19 L.R. n.7/1991, è stato inserito in un evento di vasta popolarità e risonanza: l’“Italian Festival”, iniziativa che riscuote ogni anno sempre maggiore successo tale da garantire ottimi risultati per la promozione del made in Italy. La manifestazione patrocinata dall’Ambasciata d’Italia in Ungheria, vede lavorare in assoluta sinergia molte istituzioni: l’ICE – Italian Trade Agency di Budapest, l’Istituto Italiano di Cultura e la Camera di Commercio Italiana in Ungheria. Il comune obiettivo è quello di fornire una vetrina ai settori di punta della produzione italiana come la moda, il design, l’arredamento, la gastronomia, i vini, la motoristica. Ampio spazio sarà riservato alla cultura, al cinema e all’arte.
Il festival ungherese, in particolare, accende quest’anno i riflettori sulla Sardegna con un’iniziativa intitolata “Sardegna: un mare di emozioni” . La nostra regione sarà mostrata nei vari aspetti: turistico, culturale ed enogastronomico.
L’apertura è prevista per il 5 giugno con gli indirizzi di saluto di Massimo Rustico, Ambasciatore d’Italia a Budapest, Gian Luca Borghese, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura e Marco Bulf, Direttore dell’ICE-Agenzia. Per la Sardegna saranno presenti Ninni Chessa, Capo Gabinetto Assessorato Turismo Regione Sardegna, e Tonino Casu, Presidente Regionale dell’AITEF, che approfitterà dell’occasione per inaugurare il Circolo dei Sardi in Ungheria. Francesco Mari, Presidente della Camera Commercio Italiana per l’Ungheria, parteciperà in rappresentanza dell’ENIT.
Nel ricco programma dedicato alla Sardegna (non mancano le serate dedicate alla degustazione dei prodotti tipici sardi) spiccano la rassegna cinematografica “Visioni Sarde” e il concerto “I Canti delle donne sarde“.
La rassegna “VISIONI SARDE” avrà luogo mercoledì 6 giugno alle ore 18.00 presso la Sala Federico Fellini dell’Istituto Italiano di Cultura. In programma: DEU TI AMU! di Jacopo Cullin, DISCO VOLANTE di Matteo Incollu, ENGINE OF TIME di Ilenia Locci e Fabio Loi, FUTURO PROSSIMO di Salvatore Mereu, ISOLE di Paolo Zucca, JE NE VEUX PAS MOURIR di Gianluca Mangiasciutti e Massimo Loi, TU RIDI di Chiara Sulis e L’ULTIMO MIRACOLO di Enrico Pau.
Otto film che offrono l’occasione di vedere un’isola bellissima, filtrata attraverso la magia del cinema.
Otto film che fanno apprezzare il talento di registi capaci di affrontare, parlando della Sardegna, tematiche di significato universale.
Il concerto ACTORES ALIDOS | GALANÌAS | CANTI DELLE DONNE SARDE è previsto per sabato 9 giugno alle ore 20.00 presso Várkert bazár. Organizzato da EUNIC Hungary, l’evento si inserisce negli ambiti del Festival “A Cappella Budapest” e del “Mese Europeo del Patrimonio Culturale” . Sul palco si esibiranno Valeria Pilia, Elisa Marongiu, Roberta Locci, Valeria Parisi, Diana Puddu e Orlando Mascia.
Il quintetto, guidato da Valeria Pilia, dedica il concerto alla preziosità culturale (galanìas in sardo) del canto delle donne sarde. I canti delle donne accompagnavano in Sardegna tutte le fasi della vita: dalla nascita (le dolci nenie per assecondare il sonno dei bambini) alla morte (le lugubri cantilene per accompagnare l’ultimo viaggio dei morti). Canti ancestrali per scacciare gli spiriti maligni e proteggere dalle malattie, per evocare amori appassionati e divertire i bambini. Canti ripetuti per alleviare la monotonia del lavoro e scacciare la paura della solitudine. Canti d’amore, di preghiera, di lutto, di gioia che portano lo spettatore in una terra antica fra arcaiche sonorità perdute.
Il polistrumentista Orlando Mascia accompagna le voci femminili con gli strumenti tradizionali della cultura sarda: le launeddas, su pipiolu, sa trunfa e l’organetto diatonico.
Gian Luca Borghese, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, ha scritto: “L’Istituto Italiano di Cultura con entusiasmo ospita una giornata dedicata quest’anno alla Sardegna, di cui vogliamo esaltare i prodotti di eccellenza accanto alla sua antichissima cultura, i suoi costumi, la sua musica, la sua natura splendida e orgogliosa. Si tratta di rispecchiare così, scegliendo un esempio concreto, l’infinita varietà e ricchezza in generale del carattere italiano, superandone le distinzioni interne in uno slancio verso una esperienza a tutto tondo, che seduce con il suo stile di raccontarsi per immagini con il cinema e la fotografia, ma anche con l’arte del mangiare, del vestire, in definitiva, del vivere”.