di CLAUDIA ARU
Non volevo un semplice video clip ma un’operazione politica e sociale finalizzata a far parlare non solo di immigrazione (tema tanto caro in questa campagna elettorale) ma anche di emigrazione che, visti i dati, rappresenta per la Sardegna una piaga senza fine. Il video clip ha come filo conduttore la grande muraglia cinese, che ho avuto modo di visitare in occasione delle date in Cina lo scorso novembre 2017, che rappresenta il simbolo di divisione e confine per eccellenza; da qui è nata l’idea di coinvolgere gli emigrati che vivono lontani dalla Sardegna ma che non riescono a separarsi completamente visto il senso di appartenenza e di legame che questa terra crea con i suoi figli. Allora ho fatto un appello sui social e ho raccolto i video di un centinaio di sardi emigrati sparsi in tutto il mondo che hanno accolto con entusiasmo il mio invito. La risposta è stata fortissima, tanto che abbiamo video da tutti i continenti: dagli Stati Uniti alla Nuova Zelanda, dall’Argentina al Giappone, e ancora Abu Dhabi, Cile, Messico, Thailandia, Canada, Australia, tutta Europa e tutta Italia. Nonostante i sorrisi, ad accomunare i video, è quel senso di malinconia e nostalgia che è il vero tema della canzone il cui senso ruota attorno alla necessità di auto convincersi che si stia meglio lontani dall’isola, ma che sottolinea quel profondo senso di sofferenza che accompagna ogni singola partenza e quella voglia di poter tornare a casa messa a tacere spesso ( e purtroppo) per necessità, non certo per volontà. Ad accompagnare il video e la canzone, ci sono anche dati e numeri che fanno paura e che dovrebbero essere ai primi posti dell’agenda politica ma che ancora non vengono affrontati con la giusta importanza e fermezza. Nonostante questa sia una terra piena di risorse, siamo ancora costretti a scappare. E io trovo assurdo che non si cerchi di arginare questa emorragia.
E’ possibile scegliere i sottotitoli in italiano, inglese, spagnolo e sardo che, purtroppo, non è riconosciuta come lingua e ho dovuto mettere necessariamente “catalano”, e mi è dispiaciuto, lo confesso.
Vi consiglio la visione integrale del video.
Grazie a tutti, perché sono stata anche io emigrata, perché conosco quella sensazione, perché ho ascoltato il vostro appello in cui mi chiedevate di parlare di voi. Ecco, l’ho fatto. Spero di aver soddisfatto le vostre aspettative, perché, credetemi, è l’unica cosa che per me conti davvero. E ricordate che per voi questa è e sarà sempre “Sa Domu” Gratzias. Se ti piace, aiutaci a diffonderlo.
È stato divertente partecipare al progetto e emozionante vederci, niente di più vero riguardo alla connessione con la madre terra sarda 😍