di Salvatore Stella
Intervista a Chiara Figus, in arte “Chiara Effe“. Cagliaritana doc, cantautrice e innamorata totalmente della musica.
Ciao Chiara, partiamo subito: sei una cantautrice immersa nell’acustico, ma come possiamo definire esattamente il tuo genere musicale? “Il mio cantautorato non ha genere. Perché si tratta di canzoni che hanno al centro la bellezza, la musicalità e il ritmo delle parole. Sulla base di queste si sceglie di comporre a seconda del gusto personale, delle esperienze musicali che si sono fatte e di ciò che si crede possa valorizzare al meglio il concetto o la storia che si sta esprimendo e raccontando.”
Nata e cresciuta a Cagliari: a tuo avviso, quanto è problematico affermarsi in questa città e nella nostra isola? “Non mi lamenterò mai di Cagliari perché la amo e mi ha sempre accarezzato e abbracciato. È difficile suonare a Cagliari. Suono sempre malissimo. Non sono mai soddisfatta di come suono Ma dipende da me, non da lei. Non è difficile essere musicista. Bisogna essere coraggiosi. Ma allora è difficile anche stare insieme a qualcuno che si ama? Certo… Ma ci sono cose così belle, anche se complesse, che non ti ricordi più quanto è difficile. La musica è così. È difficile non tanto lavorare qui, quanto andare via e mescolarsi al resto del mondo. Il mare…è il mare. Ci protegge ma ci costringe in una scatola dorata. Ci rende riflessivi ma anche chiusi. Comodi e poco intraprendenti.”
Quando e perché hai deciso di intraprendere la strada della musica? “E’ la musica che ha scelto me (ride n.d.r). In casa mia prendere la chitarra in mano è sempre stato normale e semplice per tutti. Suonare sulle cassette per imparare le canzoni. Trovare gli accordi da soli senza conoscerne il nome. Cantare pomeriggi interi o in viaggio in macchina tutti insieme con più voci. Poi io e la musica ci siamo fidanzate. E poi sposate. Nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia. Mi fido ciecamente di lei. Non la tradirò mai e farò tutto ciò che vuole occhio, tutto ciò che vuole lei, non il mondo musicale.”
Possiamo definire tuo disco, “Via Aquilone”, una miscela di riflessione, malinconia e paradossalmente un inno all’ottimismo? Qual è il messaggio che vuoi trasmettere con la tua musica?
“Via aquilone è la fotografia di un momento della mia vita, fatto di persone che diventano ricordi, contesti che nel tempo hanno assunto forme diverse e una maniera timida di stringere la mano per presentarmi a chi mi vuole conoscere. Non mi rispecchia più da tanto nei contenuti e nelle forme e nella scrittura.”
Cantautrice e chitarrista: quali sono state le tue linee guida per intraprendere questo percorso? Hai un punto di riferimento nella musica italiana? Non so, una cantante, una band, qualcuno che ti ha fatto capire: “Sì, questa è la mia strada…”. “No dai, chitarrista no, è il proseguimento di me, senza dubbio…ma è la voce che comanda, non la chitarra. Lei poverina è una fedele compagna, studio e perfeziono più che posso, ma sempre come qualcosa di complementare rispetto alla voce in primo piano. Entrambe al servizio della parola. No, nessuno mi ha fatto capire niente. Ascolto da ascoltatrice, non da fan che vuole assomigliare a qualcuno. La musica ti tira dentro sé. Non una persona che fa musica. È proprio colpo di fulmine. Lei basta. I miei gusti sono molto vari. I miei cantautori preferiti tanti e vanno sempre ad aumentare. Quelli con cui sono cresciuta, quelli che ho scoperto, quelli che ho conosciuto umanamente. Ma non mi è mai capitato di pensare a un preferito. Sarebbe troppo limitante. E non farei la musicista se volessi somigliare a un altro. Sono molto molto stimolanti dal punto di vista dell’ispirazione…libri e dipinti. Wow…Mi ci perdo!”
Chiara Effe: un nome d’arte piuttosto originale. Effe sta per “Figus”, il tuo cognome, giusto? Hai avuto altre idee prima di optare per questa decisione? “Non ho mai scelto non mi ricordo perché fosse Effe. Qualcuno mi chiamo così è tutti iniziarono a chiamarmi così. E me lo tenni. Non mi è mai interessato cambiare nome o riflettere sullo scegliere un nome d’arte. Il mio mi piace e “Effe” è un’onesta abbreviazione del mio cognome, nata per caso e tenuta senza pensarci troppo.”
Programmi per il futuro? Quali sono i tuoi obiettivi imminenti e cosa ti aspetti e auguri per il tuo futuro artistico?”Da grande farò la musicista. Scriverò canzoni finché respiro e in qualunque momento della giornata avrò voglia. Non ho altri piani, ma mi sembra abbastanza! Il resto arriva. Perché è come dicevo prima…tu dai alla musica senza pensare troppo al quanto dai o a dove vuoi arrivare. È lei che ti porta e ti riserva solamente delle meraviglie. Quindi sono in buone mani!”