La longevità sarda fa il giro del mondo. Ora anche con un documentario che in questi giorni viene trasmesso dalla Cnn, il colosso dell’informazione statunitense. Sotto l’occhio delle telecamere gli studi sui markers psicologici dell’invecchiamento di successo in Sardegna condotti dall’equipe di ricerca composta da Maria Pietronilla Penna, docente di Psicologia generale, Chiara Fastame e Paul Hitchcott, ricercatori del Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia dell’Università di Cagliari.
“Is a social life the answer to longevity?”, si chiedono i giornalisti della Cnn. Cioè, è tutto merito della vita sociale? La risposta è anche quella. In particolare, nell’intervista con i due ricercatori realizzata da una troupe della tv statunitense nei locali dell’Ateneo, viene evidenziato il ruolo svolto dalla rete sociale nel promuovere il benessere psicologico degli anziani delle aree della longevità, la cosiddetta “zona blu”, un territorio compreso tra l’Ogliastra e la Barbagia in cui si registra un elevato numero di centenari.
Gli studi riportati da Fastame e da Hitchcott documentano che gli anziani della “zona blu” sono considerati una risorsa dalla loro comunità, perché depositari delle conoscenze e delle tradizioni locali e come tali sono ancora produttivi e socialmente coinvolti in diverse attività. Al riguardo, i ricercatori dell’Università di Cagliari hanno sottolineato ai microfoni della Cnn come gli anziani delle aree interne abbiano una miglior memoria, riportino minori segni di depressione e siano più soddisfatti rispetto agli anziani delle aree rurali del Nord Italia, un fenomeno che è più evidente soprattutto in coloro che non sono sedentari e che investono il loro tempo in attività sociali e a carattere ricreativo-culturale.
Alla faccia di chi parla male di noi