evento segnalato da Elena Bacchitta
sabato 24 Febbraio 2018 alle ore 17.30 vi invito al Polifunzionale Pertini a conoscere Chiara Vigo l’ultima Maestra di Bisso Marino (la seta di mare).
Splendente come l’oro, soffice ma forte, il bisso era conosciuto dall’antichità per queste sue proprietà e cio’ lo rendeva un prezioso ornamento di vesti di Papi, di Imperatori, e di Re. Si parla di bisso già nell’antico testamento, nel libro dell’Esodo 25-4 “Il Signore parlò a Mosè dicendo: «Ordina agli Israeliti che raccolgano per me un contributo. Lo raccoglierete da chiunque sia generoso di cuore. Ed ecco che cosa raccoglierete da loro come contributo: oro, argento e bronzo, tessuti di porpora viola e rossa, di scarlatto, di bisso (…)”, e ancora nel libro dell’Esodo 26-1: “Quanto alla Dimora, la farai con dieci teli di bisso ritorto, di porpora viola, di porpora rossa e di scarlatto. Vi farai figure di cherubini, lavoro d’artista. (…)” e cosi’ via, sia nel Libro dell’Esodo (ho contato altre 30 citazioni), e altrettante nei libri delle 1Cronache e 2Cronache.
Fu la principessa Berenice di Caldea, in esilio a Sant’Antioco per essersi innamorata dell’imperatore romano Tito, a insegnare come si tesse la seta del mare. Da allora questa tradizione si è tramandata di madre in figlia, e Chiara Vigo è oggi l’ultima depositaria di una lavorazione millenaria.
Il Bisso viene estratto dal mare da un Bivalve che puo’ arrivare al metro di altezza quando è adulto, e i filamenti vengono prelevati periodicamente e poi lavorati. In questa foto Chiara Vigo esce dal mare con il prodotto grezzo che va lavorato. Da 300 gr di grezzo se ne ricavano 30 gr di puro.
Una volta filato il bisso viene passato a mano in grandi telai di legno a pedale o tessuto con le unghie in piccoli telai di legno
Il bisso non si vende e non si compra. Le opere in seta del mare possono solo essere donate o ricevute. Un Maestro di bisso vive di offerte
Quindi non perderti questa meravigliosa esperienza: una grande donna che ci spiegherà un’arte millenaria, dalla sua nascita sul fondo marino alla lavorazione, tessitura e ricamo di grandi ornamenti.
Ti aspetto sabato pomeriggio 24 Febbraio alle ore 17.30 al Polifunzionale Pertini in Piazza Paolo VI, n.5 Peschiera Borromeo (MI).
Il prezioso tessuto citato nell’Antico Testamento in realtà non si chiamava bisso ma שש e poi בוץ (ebraico) che significa
“lino fino”. In seguito שש e בוץ diventeranno βύσσος, (in greco) e questo a sua volta byssus (in latino).
Nessuna Bibbia ha mai tradotto con bisso marino”.
Berenice che viene esiliata a Sant’Antioco è frutto di pura fantasia.
Non si sa nè come nè quando questa lavorazione sia arrivata sull’isola di Sant’Antioco e in altre zone della Sardegna.
Si ritiene che possa essere arrivata con i fenici.
Il bisso non viene prelevato.
La normativa vigente non consente il taglio del bisso, neppure parziale, perchè la pinna nobilis è sottoposta a regime di tutela e protezione. E’ inserita addirittura nella cosiddetta “lista rossa” di protezione rigorosa: l’allegato IV. Per le specie presenti in questa lista vige persino il divieto di perturbazione, in tute le fasi della vita. Ciò significa che la pinna nobilis non può essere nemmeno disturbata.
Per rispondere a chi sosteneva di possedere un’autorizzazione speciale è stato pubblicato il documento firmato dal comandante della capitaneria di porto di Sant’Antioco il quale dichiara che nessuno è autorizzato al taglio del bisso dall’animale.
Il bisso marino è sempre stato venduto e comprato, esiste un’ampia letteratura in merito. Essendo considerato pregiato veniva utilizzato anche per farne dono a personaggi illustri, importanti.
Anche la signora Vigo ha seguito questa consuetudine dal momento che oltre a regalarlo ha anche venduto pezzi da lei realizzati con il bisso marino.
A Sant’Antioco, ma non solo, ci sono anche altre donne che ancora eseguono questa lavorazione che hanno appreso da un’allieva del maestro d’arte Italo Diana. Così come la signora Vigo l’ha appresa da sua nonna, anch’essa allieva del maestro Italo Diana.