di Maria Milvia Morciano
Tra pochi giorni anche in Sardegna sarà possibile assistere alla fortunatissima commedia “Fiore di cactus”:
– 9 gennaio, ore 21, Cine Teatro Montiggia, Palau (OT)
– 10 gennaio, ore 21, Teatro Civico di Alghero (SS)
– 11 gennaio, ore 21, Teatro civico Oriana Fallaci di Ozieri (SS)
– 12 gennaio, ore 21, Teatro Tonio Dei di Lanusei (OG)
Uno spettacolo incantevole e molto divertente, diretta da Piergiorgio Piccoli e Aristide Genovese, interpretata in Benedicta Boccoli e Maximilian Nisi.
Si tratta di un vero classico della commedia internazionale. Gli autori del testo originario sono Pierre Barillet e Jean Pierre Grédy, messo in scena nel 1964 in un teatro parigino. L’anno seguente Abe Burrows scrisse la versione in inglese, Cactus Flower, andata in scena al Royale Theatre di Broadway e interpretato da Lauren Bacall e Barry Nelson. Il successo si moltiplica e rimbalza nella trasposizione cinematografica del 1969 a regia di Gene Saks e interpretata da Walter Matthau, Ingrid Bergman, e da Goldie Hawn, che nel ruolo della candida fidanzata di Julien vinse l’Oscar come migliore attrice non protagonista.
La fortuna di questa commedia non diminuisce e anzi si rinnova in modo nuovo nella rielaborazione italiana di Tonino Pulci. Lo spettacolo scorre leggero e veloce senza mai inciampare nella noia o nel prevedibile. La trama è incalzante, sottolineata dai velocissimi e continui cambi di scenografia (di Adriano Pernigotti) e dalle belle musiche a cura di Stefano Meo. Tutti gli attori sono bravissimi e convincenti, capaci di suscitare nel pubblico empatia e simpatia. In particolare i protagonisti, di formazione opposta, sono straordinariamente affiatati sul palcoscenico: Maximilian Nisi, raffinato e profondo interprete di scuola strelheriana e ronconiana, Benedicta Boccoli, volto noto della televisione, capace nel difficilissimo compito di commuovere e divertire allo stesso tempo, entrambi attori versatili di cinema, teatro, televisione. Dopo pochi minuti tutti suscitano nello spettatore affetto e simpatia, come la brava Anna Zago, in questa parte nei panni di una tenera e ingenua ragazza, e tutti gli altri personaggi, tra i quali mi piace ricordare il barista, una specie di solenne deus ex machina anni ’80.
La trama si snoda tra equivoci e sorprese, riportando alla grande tradizione della commedia degli equivoci latina e poi shakespeariana, dove il personaggio “negativo” si ravvedere e si lascia piegare dalla potenza dell’amore. Il filo del racconto è tenuto teso dalle bugie del protagonista che alla fine rimane impigliato nella sua stessa rete. Giuliano Foch (interpretato da Maximilian Nisi) è un dentista, scapolo, intenzionato a rimanerlo per sempre. La sua vita scorre perfetta, tanto le incombenze del noioso vivere quotidiano sono sbrigate dalla sua devota e fedelissima infermiera, Stefania Cincotti (Benedicta Boccoli) che dovrà sobbarcarsi anche il compito di fingersi sua moglie per tenere a bada le smanie di candida onestà della fidanzata, Tonia De Amicis (Anna Zago). All’inizio i personaggi sembrano essere stati tagliati con l’accetta, duri e puri e un po’ antipatici: il bugiardo seriale, l’infermiera ispida come un cactus, la fidanzata “naturo-maniaca”… ma durante lo svolgersi della storia affiorano le sfumature, le debolezze di ognuno, quei lati che ciascuno tiene chiusi dietro la maschera che ha scelto di portare. Così si comprende che i due protagonisti in realtà hanno un solo grande problema: hanno paura di vivere. Si comprende che non si tratta della solita storia che mette in contrapposizioni gli uomini e le donne, ma semplicemente essere umani dai buoni sentimenti e dal grande e unico desiderio: essere felici.
Si assiste a una trasformazione e non soltanto nell’infermiera che da respingente e rigida si trasforma in donna appassionata e sensuale, ma anche nel dentista farfallone che da cinico bugiardo diventa timido e stupito dei suoi stessi sentimenti.
Per tutta la durata della commedia, l’aria è attraversata come da energia fresca. A fine spettacolo si esce fuori, a respirare l’aria fresca della sera sentendosi più allegri e con un po’ di speranza in più nel cuore.
Fiore di Cactus
di Pierre Barillet e Jean-Pierre Grédy
con Benedicta Boccoli, Maximilian Nisi
e con Anna Zago, Piergiorgio Piccoli / Daniele Berardi, Thierry Di Vietri, Matteo Zandonà, Anna Farinello, Ilaria Pravato, Federico Farsura
regia Piergiorgio Piccoli e Aristide Genovese
musiche a cura di Stefano De Meo
scenografia Adriano Pernigotti
realizzazione scene Palcobase
luci e fonica Samuel Donà
costumi Rosita Longhin
service tecnico Claudio Scuccato – Sia Idee