“L’ARCANO GUARDIANO – I CASI DEL COMMISSARIO CHIESA” NEL NUOVO LIBRO DI ROBERTA ZUCCA

nella foto Roberta Zucca. La sua pubblicazione è edita da AmicoLibro

di Carmen Salis

Grande successo di pubblico per il romanzo di Roberta Zucca, presentato a Cagliari il 18 novembre, “L’Arcano Guardiano, i casi del commissario Chiesa” edito da AmicoLibro; un libro che racconta di un eroe inconsueto, come lo ha definito Andrea Fulgheri nella prefazione, e di una medium che ama i sigari profumati e il buon rum.

Un romanzo dove la ricerca della verità è un movimento costante e naturale, dove la realtà a volte si confonde con il sogno, con altri mondi, con altre storie e altre certezze, dove un commissario  non si potrà accontentare delle indagini investigative per risolvere i suoi casi.

Roberta, un romanzo che si tinge di giallo e di mistero, di magia?

È più un esoterico travestito da romanzo giallo. Tuttavia si può prestare a diversi livelli o chiavi di lettura. È anche la ragione per cui ho scelto il titolo “L’Arcano Guardiano”. Non volevo definire il mio lavoro ma lasciare l’interpretazione al lettore.  Come scriveva Umberto Eco (uno degli scrittori che prediligo) nelle postille alla seconda edizione di “Il nome della Rosa”: “Un narratore non deve fornire interpretazioni della propria opera, altrimenti non avrebbe scritto un romanzo, che è una macchina per generare interpretazioni. Ma uno dei principali ostacoli alla realizzazione di questo virtuoso proposito è proprio il fatto che un romanzo deve avere un titolo. […] Un titolo è purtroppo già una chiave interpretativa. Non ci si può sottrarre alle suggestioni generate da “Il rosso e il nero” o da “Guerra e pace”. (…). Forse bisognerebbe essere onestamente disonesti come Dumas, poiché è chiaro che “I tre moschettieri” è in verità la storia del quarto. Ma sono lussi rari, e forse l’autore può consentirseli solo per sbaglio. (…) L’idea del “Nome della rosa” mi venne quasi per caso e mi piacque perché la rosa è una figura simbolica così densa di significati da non averne quasi più nessuno: rosa mistica, e rosa ha vissuto quel che vivono le rose, la guerra delle due rose, una rosa è una rosa è una rosa è una rosa, i rosacroce, grazie delle magnifiche rose, rosa fresca aulentissima. Il lettore ne risultava giustamente depistato, non poteva scegliere una interpretazione; e anche se avesse colto le possibili letture nominaliste del verso finale ci arrivava appunto alla fine, quando già aveva fatto chissà quali altre scelte. Un titolo deve confondere le idee, non irreggimentarle”. Non potrei trovarmi più d’accordo. E nell’Arcano Guardiano coesistono ricerca investigativa, storia, filosofia, religione e, perché no, anche un pizzico di magia. Come siano mescolati questi ingredienti, in che misura e in che siano rapporto rispetto al titolo lo lascio scoprire alla sensibilità del singolo lettore. Il mio compito non è guidarlo, quanto piuttosto accompagnarlo, lungo il sentiero dell’Arcano Guardiano.

Il commissario Chiesa è un uomo che ha fatto una scelta importante, e che, in maniera altrettanto importante, si farà carico di ricercare verità, laddove sembra che non ce ne siano.

Aaron Chiesa è un uomo consumato dai dubbi e dalle proprie contraddizioni. È alla disperata ricerca di giustizia e non riesce ad accettare la possibilità che l’esistenza del male, in fondo, sia necessaria. E’ disposto a negare anche l’evidenza pur di trovare una spiegazione razionale anche nelle circostanze più improbabili e nei delitti più efferati. Ammettere che anche dentro di sé vi sia un lato oscuro e che a volte non esiste una spiegazione logica e ragionevole alla crudeltà umana, significherebbe per lui ammettere di aver commesso un errore fatale nel compiere la scelta che ha fatto: lasciare l’abito talare per vestire i panni di un commissario al servizio della giustizia. Inutile dire che Chiesa era e resta un gesuita, con la sua cultura smisurata ma una pessima attitudine all’investigazione…

Nel romanzo Il protagonista si alterna con una figura molto carismatica e misteriosa: Madame D’Esparvieu. Madame è lo pseudonimo di una donna alla disperata ricerca di redenzione. Ha commesso terribili azioni e, suo malgrado, ha visto cosa la attende oltre la soglia, al di là della magica sponda. Consapevole della propria condizione e sinceramente pentita, ha votato la propria esistenza alla ricerca della verità e della giustizia. E’ decisamente diversa da Chiesa perché nel suo animo non si cela il dubbio. Ha già accettato tutto, inclusa la propria condizione e ha trovato la propria ragione di vita nel mettere a disposizione degli altri il proprio dono, così da colmare, almeno in parte, il vuoto lasciato dalle proprie colpe.

Un romanzo dove esponi, attraverso i personaggi e le storie nelle quali si ritroveranno coinvolti, con grande competenza argomenti come magia, esoterismo, religioni di culture diverse: un insieme di passioni che hanno sposato poi il talento della scrittura?

Sono cresciuta in una famiglia cattolicissima ma ho sempre trovato affascinanti i sincretismi tra le religioni del mondo più che gli elementi distintivi di separazione o conflitto. Trovo estremamente interessante lo studio delle fonti, a partire dalla Bibbia nelle sue differenti tradizioni e la Qabbalah ebraica. Il Pentateuco (la Torah ebraica), che secondo la tradizione è stato scritto da Mosè nel deserto, in realtà presenta almeno quattro diverse tradizioni, derivate da svariati manoscritti. Tra le varie tradizioni sussistono anche delle differenze di contenuto. La più antica è la Jahvista presenta differenze rispetto alla Elohista quanto alla stessa visione di Dio che è decisamente più trascendente nella seconda (il Signore dei Cieli). Ciò, a mio avviso, si evince dal nome stesso. In origine vi erano popoli nomadi che adoravano più divinità (elohim) tra cui Jahve’. Quando una delle tribù, quella di Jahve’, prese il sopravvento sulle altre, gli altri Elohim vennero declassati ad angeli e demoni e fu riconosciuta una sola divinità superiore. Questa almeno, sarebbe una delle possibile interpretazioni. Le ultime due tradizioni sono quella “D” o Deutoronomista, che ritroviamo principalmente nel Deuteronomio e quella “P” o sacerdotale, che si trova predominante nel Levitico.

Altrettanto affascinante è l’universo dei culti Afro, originari del continente africano, in particolare quelli del ceppo Bantu, poi trasferiti con gli schiavi deportati in America (in Brasile nascono il candomblè e successivamente prende piede anche l’umbanda), ad Haiti, a Cuba, e nella Repubblica Dominicana con i culti di santeria e voodu. Si tratta di religioni di stampo panteistico in cui il tutto cosmico (per alcune tradizioni raffigurato come un dio chiamato Zambi) si scinde in tante sfaccettature che sono altrettanti spiriti o divinità (orixas, loa ecc). Entità che collegano i due mondi o veri e propri dei e che sono stati sincretizzati con i santi cattolici. Ogni Orixa o santo ha la sua peculiare caratteristica e possono esisterne anche varie versioni, come accade per la Madonna o Gesù Cristo. Ciascuna versione può essere sincretizzata con un santo particolare o anche con una Madonna. Si tratta di divinità legate alla natura e in tutte le correnti religiose di origine africana troviamo gli stessi tratti comuni: il rispetto e la devozione per la natura, i colori, le danze, i canti e la gioia che caratterizzano anche le libagioni. Ogni volta che un indio in Brasile entra in una foresta, chiede il permesso ad Oxossi, orixa della caccia e signore delle foreste. Non vi è presunzione né idea di dominio. Siamo ospiti nel meraviglioso universo che è Zambi, che è dio, di cui facciamo parte anche noi. Il numero ricorrente è il 7. Sette è il numero degli orixas del candomblé e sette sono le linee dell’umbanda, perché rappresenta la fusione della materia (quattro) con lo spirito (tre). Quindi c’è l’ennesimo punto in comune con le tradizioni cristiane ed ebraiche. Questa complessa realtà e l’intero impianto religioso che la compone viene spiegato con una serie di miti, riportati oralmente. La tradizione con cui vengono tramandate queste religione è infatti orale e quindi rende difficile la loro reale comprensione e conoscenza. Spesso il voodoo viene confuso con la Macumba che non è una religione ma l’insieme dei rituali impiegati per fare del male ad altre persone. Deve il proprio nome ad uno strumento musicale usato nei riti da alcune tribù e pare che l’etimologia origini dal Bantu e significhi magia. Quanto alla componente esoterica, essa deriva principalmente dalle letture di Gustave Meyrink, Eliphas Levi per citare alcuni autori. Una citazione esplicita è quella di Rudolf Steiner, padre dell’antroposofia. Anch’egli riteneva fossimo tutti connessi in un tutto cosmico e che l’uomo fosse, quindi, capace di entrare in contatto con il mondo spirituale. Esistono tre diversi livelli in ogni persona, uno corporeo uno emotivo e mentale e uno spirituale o animico che coincide con il vero Io. Si tratta degli stessi precetti della religione egizia. Ciascun individuo può incontrare il guardiano della soglia. Un essere che lo accompagna alla nascita e gli ricorda che può entrare in connessione spirituale con l’Universo. Può assumere una forma mostruosa e in una seconda fase diventa protagonista di una prova iniziatica in cui l’adepto si trova di fronte al mostro che non è altro che la personificazione del male che si annida dentro di sé. Solo la piena accettazione di noi stessi con le luci e le ombre che ci caratterizzano può condurci ad un altro livello di consapevolezza. La figura del guardiano della soglia richiama quella del daimon di cui parla Platone nella Repubblica. Uno spirito guardiano che ci accompagna e viene scelto dalla nostra anima prima di reincarnarsi. L’anima sceglie di incarnarsi nella vita che meglio risponde alle sue esigenze di realizzazione e poi si dimentica tutto, rinascendo a nuova vita. Il daimon è l’unica forza che ci ricorda perché abbiamo scelto di incarnarci proprio in quella esistenza e della nostra ragione di realizzazione ed evoluzione. Potrà anche sembrarci una terribile esistenza ma il daimon ci ricorda che l’abbiamo scelta noi stessi per una ragione ben precisa, solo che l’abbiamo scordato! E il daimon corrisponde all’angelo guardiano ebraico o all’angelo custode cristiano. Quanto alla componente di giallo o investigazione, ho degli autori di riferimento che mi accompagnano sempre, come Arthur Conan Doyle, Agatha Christie, Ellery Queen, John Dickson Carr e Fruttero- Lucentini.

Se aggiungete che tra i miei scrittori preferiti ci sono esponenti di generi completamente diversi come Anatole France, Dion Fortune, Bulgakov, Amos Oz, Yehoshua, Einrich Mann e Christa Wolf e che in un modo o nell’altro sono tutti ben presenti in quello che sono, ergo in ciò che scrivo, comprenderete che il mio mondo è piuttosto variegato e difficile da descrivere in modo esauriente.

Un commissario che ci ha conquistato con il suo essere eroe inconsapevole, una Madame che incarna la bellezza e l’eleganza del mistero, tu lo sai che rischieremo di non poterne più farne a meno?

Lo spero vivamente perché sono impegnata nella stesura del secondo romanzo dedicato a loro. Sarà stavolta più improntato all’investigazione e compariranno nuovi personaggi della squadra del RIS che affianca e sostiene letteralmente il nostro inconsapevole e un po’ impacciato commissario! Ma non voglio svelare troppo…

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