Alla quarta correzione volante della vecchia Finanziaria, la nuova entrerà in aula fra una settimana, l’assessore al bilancio Raffaele Paci è stato tradito da chi meno se l’aspettava: il canonico Giovanni Spano, nato a Ploaghe il 3 marzo 1803 e morto a Cagliari 75 anni dopo. La storia va spiegata meglio, per evitare che passi l’idea di un fantasma, tra l’altro molto prestigioso in vita, è stato archeologo, linguista, etnologo e docente universitario, arrivato dal passato per “tirare i piedi” a qualcuno. Niente di tutto questo, il paranormale non c’entra granché. Molto più terra a terra, la giunta è stata sconfitta in Consiglio quando, all’interno della quarta manovra , ha proposto un finanziamento di 25mila euro a favore della casa editrice nuorese Ilisso, per completare l’opera monumentale – testuale in delibera – intitolata «Il Canonico Spano e i suoi corrispondenti». Tre volumi già pubblicati e altri tre pronti per essere dati alle stampe. Chissà perché proprio su questo emendamento s’è scatenato un fuoco di fila. S’era scontato quello dell’opposizione, con Forza Italia impegnata sin dall’inizio su questa e altre correzione dell’ultim’ora a denunciare, soprattutto con Alessandra Zedda e Marco Tedde, «siamo al festival delle mance», s’è rivoltata anche gran parte della maggioranza di centrosinistra. Dal Partito dei sardi a Mdp, in molti hanno votato contro. Finirà con 28 no e appena 17 sì, senza però nulla togliere – hanno detto tutti – alla «grandezza culturale del Canonico» e neanche «alla meritoria pubblicazione», ma «quando i soldi sono pochi, è meglio spenderli per qualcos’altro». Attenzione, però: in passato il Consiglio ha elargito invece a piene mani, finanziando fin troppe sagre e tante piazzette, ma stavolta e chissà perché ha avuto questo sussulto. Se l’è presa con il Presbitero, l’Ilisso, i libri e l’assessore Paci, che c’è rimasto male, anche se ha incassato con stile.
La manovra. A parte l’incidente di percorso sul Canonico e le accuse sparate dall’opposizione per una trentina di emendamenti presentati all’ultimo momento, sul resto gli oltre trenta milioni a disposizione sono andati tutti a favore di diverse giuste cause. A cominciare dai 2,5 milioni destinati alla Provincia di Nuoro, altrimenti non avrebbe potuto chiudere il bilancio, e che avrà altri 400mila euro per pagare gli stipendi arretrati agli operai della disinfestazione. Seicentomila euro saranno trasferiti alla Provincia di Sassari, che pressappoco ha gli stessi guai, anche se Francesco Agus, Campo progressista, ha detto: «Noi continuiamo a metterci una pezza, ma la colpa è del governo che prima ha svuotato le casse delle nostre Province e ora non ci vuol dare neppure un euro di rimborso, mentre lo dà alle altre Regioni». Venti milioni sono stati anticipati alla sanità, per coprire un’altra fettina del disavanzo, ma visto che saranno risparmiati nella prossima Finanziaria, potranno essere utilizzati per altro. È probabile che finiscano, insieme a qualcosa di più consistente, nel prossimo Piano straordinario del lavoro, quello chiesto a gran voce dalla Cgil e dall’Anci, che hanno avuto l’appoggio anche della Sinistra unita, formata da Si, Mdp e movimento Possibile. C’è poi il capitolo Forestas. In attesa che il Consiglio capisca come far entrare i dipendenti dell’Azienda nell’organico della Regione, è un problema di contratti e rapporti con l’Inps, sono stati stanziati 7,7 milioni per mettere al sicuro l’integrativo atteso da chi lavora per Forestas. Decisione salutata tra l’altro come positiva dagli assessori al personale e all’ambiente). Infine, ecco le altre correzioni contabili:
600mila per la viticoltura, 100mila ai cavallini della Giara, 23mila allo Sportello linguistico, 253mila all’agenzia Film commission, 69mila per eventi sportivi diffusi e 1,3 milioni destinati all’incremento ippico. Più altri (Olmedo e Università) raccontati in altre pagine del giornale.