di Manola Bacchis
Raccontare è, almeno per me, in funzione delle emozioni vissute che poi devi trascrivere e rendere palpabili, e visibili. Ti trovi davanti ad un foglio bianco e il tuo soliloquio diventa un dialogo. Sai bene che esistono cinque passaggi importanti da rispettare, che devi focalizzare il cuore dell’evento senza, però, tralasciare elementi basilari, fondamenta e ingredienti che hanno reso possibile l’evento stesso. Spesso invisibili, dietro le quinte…
Inizierei proprio da qui, dalla fine, da quel “dietro le quinte”.
In questo caso, un sipario con tante funzioni, una tenda sarda in cotone con quei simboli tipici del nostro artigianato tessile.
Due bambine, Anna Serena e Gaia, la loro semplicità nell’essere partecipi e nel rendere tangibile il valore del libro “Pietre da Fiaba” (Delfino editore, 2017) di Rossana Copez e Tonino Oppes.
Ancora vedo le loro manine che si porgono al cospetto di tutti i presenti nell’omaggiare la loro presenza, una rosa, un simbolo. La loro emozione dietro quella tenda sarda era percepibile solo da me che, mentre eliminavo le spine con mani tremolanti percepivo, nei loro occhi e nella loro voce delicatissima il senso dell’importanza e del sacrificio di tante personedell’Associazione Culturale Sarda “Grazia Deledda” di Pisa, con in prima fila il nostro Presidente, Giovanni Deias, e soci tutti.
Sì, Anna Serena e Gaia sono state, inconsapevolmente, l’altro simbolo di speranza e di futuro. Ecco, la loro interpretazione e lettura delle leggende di Pietre da Fiaba, è stata occasione unica per ricreare quell’atmosfera dei paesi, delle piazze, delle case di un tempo con al centro un braciere o, per i più fortunati, un caminetto con il fuoco vero, e non dipinto come quello della casa del falegname,povero, Geppetto di Collodi.
Nella sede dell’Associazione Sarda (a Ghezzano) si coglieva calore; non un posto vuoto nelle lunghe e gremite tavolate.
“Erano anni che non vedevo tanti soci, oggi presenti, la cena con l’autore ha reso possibile anche questo!”, ha sussurrato, con la gioia negli occhi, il presidente Deias. Alcuni saranno accorsi attirati dagli autori del libro, altri dal menù ricco di bontà, altri dalla voglia di stare insieme.
Ecco, questa è cultura: la capacità di ridare il senso di appartenenza, con la presenza di tante generazioni, di sardi e non sardi, come è accaduto il 17 novembre 2017 durante la cena con l’autore, tutti i presenti, me compresa,direi che abbiamo respirato la stessa gioia espressa da Deias.
Lo scorrere delle immagini delle ventidue pietre protagoniste, dalla Sella del Diavolo, alla Tartaruga, a Su para e Sa mongia, ai Testimoni di un delitto,all’Organo di Guspini… era come sfogliare insieme l’album dei nostri ricordi e, ancora insieme, abbiamo avuto, grazie a Tonino Oppes e a Rossana Copez, e alle loro leggende di Pietre da Fiaba, la possibilità di scrivere una nuova pagina di vita. Di essere Storia.
Gilda Cefariello Grosso nel suo dialogare con Oppes ha fatto sì che emergessero curiosità, soffermandosi su aspetti importanti della nascita del libro, di cui Giancarlo Cherchi, Marcella del Bianco e le piccole Anna Serena e Gaia Mustaro hanno letto passi significativi.
Pedra Longa: ecco la leggenda che ha fatto battere il cuore alla piccola Anna Serena, perché vicina al suo mondo, spensierato, felice, come dovrebbe essere quello di ogni bambino.
Le sue gambe tremavano, l’ha detto lei!; che, come i grandi attori e lettori sanno che l’emozione è tutto prima e durante l’esibizione. Senti pulsare il cuore in gola, dopo sarai solo, tu e la storia, con la voglia di narrarla ai presenti. Davanti ai tuoi occhi le parole sono immagini, e sai che hai un ruolo importante: dare acqua all’albero, che è Memoria.
Proprio questa citazione di Tonino Oppes“La Memoria è come un albero, dà frutti solo se lo innaffiamo” è stata fonte di una tra le tante e inarrestabili domande delle classi V della scuola primaria -Istituto Comprensivo Ilaria Alpi di Vicopisano (Pi) – che ha ospitato, nella mattinata del 17 novembre, Pietre da Fiaba. Sguardo stregatodegli alunni, mentre le note del Notturno di Chopin cullavano le leggende, per poi vederli attenti ai racconti fiabeschi, alle loro avventure in Sardegna, a quell’uomo addormentato (Capocaccia di Alghero) decantato dalla loro maestra originaria di Bosa, con la dote di affascinare “i suoi bimbi” con i propri ricordi, poi ritrovati nel libro di Copez e di Oppes.
I luoghi del cuore, ecco come sono stati definiti i luoghi di Pietre da Fiaba. Luoghi del cuore presenti anche nell’incantevole borgo medievale di Vicopisano, che, ora, i piccoli alunni, vedranno con occhi da pionieri, alla ricerca del tempo dei loro nonni e delle loro radici, attenti nel prendersi cura dell’albero, simbolo di vita, da sempre.
L’Associazione Sarda Grazia Deledda di Pisa dà acqua al suo albero, ormai grande. Nel 2018, infatti, compirà vent’anni, e i suoi frutti li sta raccogliendo nelvedernascere nuove piantine, che necessitano di cura e di attenzione, di amore e di passione, e di sacrificio.
Il Presidente Gianni Deias, così, ha voluto salutare i presenti, a conclusione della cena, con l’invito alle numerose e nutrite iniziative culturali, ricreative, letterarie, musicali, in occasione proprio dell’anniversario dell’Associazione: il 31 gennaio 2018 è la prima data in programma con la presentazione di un libro che segnerà l’inizio di un lungo e prosperoso cammino.
Ospiti d’onore saranno prof. Remo Bodei (già socio onorario che tenne a “battesimo” l’Associazione Grazia Deledda nel 1998 insieme alla professoressa Giovanna Cerina – oggi non più con noi) e al giornalista Tonino Oppes.
La Gipsoteca di Pisa, attorniata da statue e sculture di belle arti, sarà cornice e palcoscenico, luogo d’arte, magico, dove l’occasione sarà unica per proseguire il cammino dialogante iniziato nel 1998, nel segno del giudizio, vent’anni dopo.
di nuovo un abbraccio alle bimbe e a tutti per l’organizzazione eccellente e ospitalità, sempre unica.
grazie a Manola Bacchis per il bellissimo articolo.
complimenti a Gianni Deias e a tutti i sardipisani con cui abbiamo un lungo periodo di storia comune.