di Sandra Saba
Sabato 21 ottobre il circolo “Sardegna” di Bologna, che presto eleggerà i nuovi dirigenti, ha ospitato il giornalista e scrittore Ottavio Olita. L’incontro si è tenuto in un’affollata sala della libreria “Ibs-Il libraccio” in Piazza Martiri della Libertà.
Su proposta della socia Maria Olianas, Olita è stato invitato a presentare i suoi ultimi due romanzi, “Anime rubate” e “L’oltraggio della sposa”. L’occasione è stata data dalla partecipazione dello scrittore ad un convegno organizzato per il 19 e 20 ottobre dal Conservatorio Musicale “Martini” di Bologna sul tema “Realtà e finzione nella creatività artistica”.
Dopo un’attenta e approfondita introduzione del socio Franco Arba, Olita ha illustrato la sua opera narrativa, spaziando dagli ultimi libri pubblicati ai precedenti, sottolineando come il suo obiettivo principale sia quello di raccontare in nome di un forte impegno civile. E’ per questa ragione che la scelta dei suoi soggetti parte sempre da un fatto reale per poi romanzarlo.
In perfetta sintonia con il tema trattato nel convegno del Conservatorio Musicale, Olita ha sostenuto che la finzione può riguardare la costruzione di personaggi o ambienti, non la drammaticità di fatti che accompagnano la nostra vita. Così è stato per “Anime rubate”, romanzo in cui ha ricostruito l’angosciata condizione di una donna sequestrata all’età di 26 anni e che dopo 30 anni non ha ancora avuto giustizia; così per la protagonista di “L’oltraggio della sposa” processata nel 1879 per uxoricidio, senza alcuna prova, nella Roma postpapalina e in un’Italia appena unificata dai Savoia con le armi e le violenze L’accusa era quella di aver tradito il marito, un ufficiale dell’esercito regio, cagliaritano, decorato di guerra, con un saltimbanco di circo e di aver istigato l’amante a commettere il delitto.
L’approdo a questo tipo di narrativa, ha poi detto Olita, è giunto dopo essersi dedicato alla saggistica per oltre un decennio. Quell’esperienza – i cui prodotti più significativi sono stati “Vite devastate–Il caso Manuella” (una terribile vicenda giudiziaria degli anni ’80 a Cagliari) e “San Sperate–All’origine del muralismo” (una ricostruzione di come nacque e si sviluppò la straordinaria stagione artistica nel paese di Pinuccio Sciola) – lo ha convinto che solo sulla base dei documenti non si possono raccontare tutti i drammi vissuti sulla propria pelle dalle vittime di ingiustizie o torti. La scrittura narrativa consente quella possibilità di descrivere sentimenti, emozioni, gioie, angosce che nessun documento ufficiale riuscirà mai a trasmetterti. La strada venne tracciata dai grandi romanzieri inglesi e francesi dell’800 – Dickens, Hugo, Dumas, Balzac, Stemdhal, Flaubert – che resero protagonisti dei loro romanzi gli emarginati, i dimenticati, gli esclusi dalla storia scritta dai vincitori, da chi deteneva il potere e voleva tenere nascoste altre drammatiche verità.
Lo scrittore deve quindi immergersi in quelle realtà per analizzarle utilizzando tutti gli elementi a disposizione, anche i più piccoli. Così, ad esempio, per poter narrare compiutamente le vicissitudini della protagonista de “L’oltraggio della sposa” ha sfruttato le poche notizie marginali che ha potuto ricavare dagli atti giudiziari e dalle cronache giornalistiche. Notizie marginali, ignorate volutamente dai giudici, ma utilissime per capire a fondo personaggi e situazioni per poi arrivare a trarre conclusioni completamente diverse da quelle della sentenza di Corte d’Assise e d’Appello, spiegando al lettore le ragioni di quelle scelte.
Olita ha infine illustrato in qual modo ha potuto attualizzare storie che altrimenti non avrebbe potuto sottrarre al loro contesto storico. Gli ‘alter ego’ dello scrittore sono stati, in entrambi i romanzi, due giovani donne. In “Anime rubate”, Elisabetta Peddis, che raccoglie le confidenze del nonno fatte in punto di morte e si impegna per riparare ai danni commessi da lui in giovane età; in “L’oltraggio della sposa” è una ricercatrice di storia dell’Università, Simonetta Cerri, che, avuti fra le mani alcuni documenti relativi al processo del 1879, vuole ricostruire tutta la storia.
L’interesse dell’uditorio è stato grande. Tante domande e alla fine tutti i presenti hanno comprato uno o entrambi i romanzi per poi farli autografare dall’autore.
In conclusione dell’incontro Franco Arba ha ribadito che il circolo “Sardegna” continuerà a percorrere la strada intrapresa, quella dei confronti, degli incontri, degli approfondimenti su storia, attualità, letteratura, musica, sui tanti diversi aspetti dell’attività dell’uomo.