di Valerio Maria Fiori
Domenica primo ottobre, in una dolcissima giornata di sole, mi sono incamminato nel bel Parco delle Valli, polmone verde del quartiere Montesacro a Roma, che ospita il caratteristico “mercatino” dell’adiacente via Conca d’Oro da cui prende il nome. 130 spazi espositivi dedicati ad antiquariato, modernariato, botanica, abbigliamento vintage, enogastronomia, manifestazioni culturali, spettacoli ed attività ricreative di ottimo livello. Una realtà che nel corso degli anni ha acquisito grande prestigio e rappresenta un appuntamento molto apprezzato dai romani nel fine settimana. La cosa curiosa però, è che più mi avvicinavo alla meta, meno mi sembrava di essere a Roma! Difatti la prima cosa che è giunta alle mie orecchie è stato l’inconfondibile suono delle Launeddas, i tipici strumenti a fiato della Sardegna. Man mano che mi avvicinavo poi, ecco donne e uomini con indosso magnifici costumi sardi d’epoca medievale. Provenivano dal comitato quartiere storico Santa Chiara di Iglesias, presieduto da Paolo Cossu. A questo punto non c’erano più dubbi, in un batter d’occhio ero stato catapultato oltre il mar Tirreno. E non nella Sardegna che periodicamente vediamo apparire nelle riviste di gossip a fare da sfondo a presunti “vip”. Mi trovavo nella Sardegna autentica, pura e genuina. Ne potevo addirittura percepire il profumo, proveniente da un immenso stand dove venivano cucinate al momento deliziose seadas, si potevano gustare i prelibati formaggi dell’isola presenti, è il caso di dire, in tutte le loro forme e molto altro ancora. Pasta tipica, dolci a non finire e, naturalmente, i rinomati vini bianchi e rossi con tanto di esperto sommelier a disposizione dei visitatori. Che, tanto per dare una cifra, sono stati nel complesso più di 5.000 tra venerdì e domenica. Un risultato stupefacente. A questo punto volevo assolutamente conoscere l’artefice di questa splendida iniziativa giustamente intitolata “Sardegna, l’isola che c’è”, giunta nientemeno che alla sua trentaseiesima edizione e realizzata in collaborazione con il prestigioso circolo Gremio dei Sardi presieduto da Antonio Maria Masia che, dal 1948, riunisce i fieri isolani residenti a Roma. Così mi sono messo sulle tracce dell’infaticabile e vulcanico Giorgio Ariu, editore, giornalista, titolare della GIA comunicazione e direttore della apprezzatissima rivista mensile “il Cagliaritano”, da lui fondata nel lontano 1973. Devo ammettere che avvicinarlo non è stato facile, perché Ariu è un perfezionista e deve avere tutto sotto controllo, il che vuol dire che non stava letteralmente fermo un minuto. Finalmente l’ho trovato in un altro stand dedicato al cerimoniale, dove dal palco era impegnato nella consegna del premio Isola 2017, sotto forma di una preziosa ceramica realizzata appositamente dal Maestro Giovanni Pulli, artista cagliaritano di fama internazionale. Un riconoscimento elargito a quanti, anche quest’anno, si sono distinti nella divulgazione della storia, del prestigio e della cultura sarda in Italia e nel mondo. Tra i premiati non poteva quindi mancare un’altra figura che sotto questo aspetto possiamo definire senza esagerare mitica: Roberto Lai, presidente dell’Associazione Arciere, in questo caso ospite della rassegna in qualità di ambasciatore di un’isola nell’isola, la meravigliosa Sant’Antioco, dimora dell’omonimo santo patrono della Sardegna, alla cui figura è stato dedicato ampio spazio all’interno della manifestazione e una conferenza tenuta dallo stesso Lai in qualità di relatore. Devo ammettere che vedere fianco a fianco Lai e Ariu, due personaggi che, con immensa passione, continuano a spendere come nessun altro tante energie in favore della loro amata terra è stato un evento che ha emozionato molti dei presenti. E che ha dato anche luogo a un divertente siparietto: tra gli invitati sul palco, Roberto Lai è stato l’unico che è riuscito a strappare di mano il microfono a Giorgio Ariu. Un impresa non da poco, ve lo posso assicurare.
Beni meritau Saluri Roberto !!!
Complimenti Roberto sei un grande!