Sotto il patrocinio del Comune di Olbia, alla Biblioteca Simpliciana, venerdì 6 Ottobre con inizio alle ore 17,30, sarà presentata la silloge poetica di Giuseppina Carta “Amore a piene mani”, edizione NOSM. Relatrice sarà la giornalista e poetessa Marella Giovannelli, che dialogherà con l’autrice e leggerà anche alcune poesie insieme alla stessa autrice e alla poetessa in limba, Vanna Sanciu, mentre il commento musicale, sarà curato dalla cantante Morgana Brais.
“Sono liberi pensieri quelli che vengono fuori dalle mie poesie – sottolinea la poetessa – ingenui, ma per me essenziali, racchiusi in poche righe, in poche parole semplici, come penso di essere io, anche se si affrontano le cose graffianti della vita, emerge l’amore. L’amore per la vita per l’arte per la poesia. Non voglio essere troppo melensa, non è nel mio carattere, ma lo penso veramente”.
Il femminicidio, è un altro tema che sta molto a cuore alla poetessa ardaulese: “Il femminicidio, è un crimine e una tragedia – sottolinea Giuseppina Carta – solo sentire pronunciare questa parola fa sentir male. È l’epilogo di una violenza silente nei confronti delle donne che vengono uccise per mano di chi doveva amarle. Questi omicidi sono in aumento, ogni due giorni una donna viene uccisa dal proprio compagno, una vera e propria strage. Ma c’è anche un altro mondo sommerso in cui la violenza fa numerose vittime. In questo caso, si tratta delle donne picchiate, abusate, perseguitate, aggredite, le vittime di stalking, le spose bambine e coloro che subiscono la subdola violenze psicologica, che annienta, distrugge e fa cessare di vivere chi la subisce. La vittima non ha più una sua identità personale, vive in una trappola costruita nel tempo e generalmente subita all’interno del contesto familiare. L’isolamento è la condizione in cui cade la vittima, perché si sente in colpa e tante volte è indotta a minimizzare, costretta per la paura e perché mancano le condizioni di sicurezza. Ci vorrebbero pene esemplari e aiuti concreti, per uscire da questo tunnel che non lascia scampo e in cui si perdono donne e bimbi innocenti. Non serve chiamare questa triste emergenza sociale, “femminicidio”. Mancano i canoni che garantiscano una convivenza civile, manca il rispetto, la responsabilità e l’impegno. Cambiano i tempi – conclude Giuseppina Carta – ma mi ritrovo a osservare che il disagio si sente solo se si viene toccati, parlarne serve a sensibilizzare le persone e per contribuire ad accreditare i valori che vengono a mancare, indipendentemente dal credo religioso”.
Basta poco (di Giusy Carta)
Incatena l’anima
incatenala all’amore
all’amore che incanta
che strugge,
che sopravvive all’oltraggio
al giudizio spietato
di disperati
che abitano
un immenso deserto
privo di sentimenti.
Basta poco.