L’umile e semplice Maria di Nazaret, innalzata da Dio ad essere la madre di Gesù il Messia, ha attraversato secoli , tradizioni confessionali e generazioni con il segno indelebile di “beata” tra le donne e di “madre”.
Donata all’intera umanità, da suo Figlio Gesù Cristo Salvatore ai piedi della croce, è colta da ogni credente nel suo valore spirituale di madre protettrice a cui ricorrere in modo filiale. L’interpretazione e riflessione, sul ruolo salvifico e di mediazione di Maria, ha prodotto convergenze nel riconoscere universalmente sentimenti di fede e devozione nello spirito evangelico e di redenzione compiuti da suo Figlio Gesù.
Le poche notizie e parole riportate nel Nuovo Testamento su Maria sono emblema di estrema semplicità, ma ogni cosa detta o fatta rinvia al Figlio Gesù e al mistero escatologico; ossia, la venuta del Messia perché si adempia il disegno di Dio Padre sulla storia dell’umanità. Per tutti i cristiani, la semplice ragazza ebrea Myriam (Maria) rappresenta il luminoso varco attraverso il quale l’umanità ha potuto percorrere sentieri di “salvezza”.
La tradizione la riconosce come “la Figlia di Sion” annunciata dai profeti Sofonìa e Zaccaria e per discendenza dei genitori, Gioacchino e Anna, appartenente alla tribù di Davide. Maria, alle parole dell’angelo Gabriele che le annuncia la nascita straordinaria di un Figlio, ha la forza di dire un immediato sì e donarsi con fede ad un incontro nel segno del mistero; la piena disponibilità al piano divino è sottolineata con le parole “Eccomi, avvenga di me quello che hai detto”. La cugina Elisabetta, madre di Giovanni il Battista, ne evidenzia la fede e fiducia in Dio (“beata colei che ha creduto”), esaltando la donna di forti speranze e valori interiori per dare concretezza alle attese del suo popolo.
È donna che sa riflettere e i suoi comportamenti sono quelli comuni a tutte le madri. È madre per ogni credente, che invita – come agli inservienti delle nozze di Cana, in occasione del primo miracolo di Gesù – dicendo: “fate quello che vi dirà”. Un semplice concetto per gli uomini di allora e l’essenza di un messaggio che Maria ha voluto estendere agli uomini di ogni tempo.
Alla donna di preghiera e testimone della risurrezione, i primi cristiani rivolgevano filiali suppliche. Si ricorda una preghiera del III secolo: “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”.
Il culto mariano è vivo in tutta la comunità cristiana ed esaltato dall’invito ai fedeli, rivolto da Benedetto XVI, a rivalutare ulteriormente la devozione mariana “perché la fede ritrovi il suo asse autentico”.
Una forte devozione mariana è da sempre presente tra i fedeli della Sardegna; devozione segnata significativamente da innumerevoli santuari mariani, realizzati principalmente tra il 1100 e il 1300, e da canti-preghiera che appartengono alla genuina religiosità e tradizione del popolo sardo. La caratteristica devozione mariana isolana è appunto diffusa e conservata attraverso i canti e le preghiere delle novene; i canti (preziosi gioielli poetici) evidenziano l’aspetto della regalità della Madonna, “amparadora” dispensatrice di grazie e ricordano la sua condizione di beata per glorificazione divina.
Si propone, di seguito, il più noto testo poetico in limba ispirato dalla figura di Maria. Deus ti salvet Maria o Ave Maria sarda, è tra le più rappresentative preghiere-canto della fede popolare sarda. Il canto devozionale, attribuito al poeta Bonaventura Licheri (Neoneli, 1667-1733), diffuso in tutta la Sardegna, è apprezzato da un vasto pubblico perché presente nel repertorio di grandi e conosciuti interpreti (Maria Teresa Cau, Maria Carta, Piero Marras, Andrea Parodi, Fabrizio De Andrè, Elena Ledda, Maria Giovanna Cherchi, Bertas, Coro degli Angeli, Antonella Ruggiero e da Clara Murtas con elaborazione del Maestro Ennio Morricone)
E ancora un esempio di gosos dedicati alla Madonna de Mesaustu, festa devozionale tra le più sentite nell’Isola. Oltre cento le feste celebrate il 15 agosto e ben diciotto le parrocchie dedicate all’Assunta.
DEUS TI SALVET MARIA
Deus ti salvet, Maria,
chi ses de gratia plena.
De gratias ses sa vena
ei sa currente.
(Dio ti salvi Maria,
che sei piena di grazia:
di grazie sei insieme fiume
e sorgente.)
Su Deus onnipotente
cun tegus est istadu.
Pro chi t’hat preservadu
Immaculada.
(Il Dio onnipotente,
con te è (sempre) stato;
perciò ti ha preservato
Immacolata.)
Beneitta e laudada,
subra a tottu gloriosa.
Mama, fiza e isposa
de su Segnore.
(Benedetta e lodata,
sopra a tutti gloriosa:
Mamma, Figlia e Sposa
del Signore.)
Beneittu su fiore
e fruttu de su sinu.
Gesus, fiore divinu,
Segnore nostru.
(Benedetto il Fiore
che è frutto del tuo seno:
Gesù fiore divino,
Signore nostro.)
Pregade a Fizu ostru
pro nois peccadores,
chi tottu sos errores
nos perdonet.
(Pregate al Figlio vostro
per noi peccatori;
affinché tutti gli errori
a noi perdoni.)
Ei sa gratia nos donet
in vida e in sa morte.
Ei sa diciosa sorte
in Paradisu.
(La sua Grazia ci doni,
in vita e nella morte;
E la felice sorte
in Paradiso.)
GOSOS DE MESAUSTU
Sa celeste gerarchia
Faghet festa sublimada
Oe a su chelu est alzada
In anima e corpus Maria.
Oe sos coros celestes
Faghen festa tott’uguale
Sos mortales e terrestes
Cun su chelu imperiale
Pro sa Matrona reale
Mustran grande galania.
Oe a su chelu…
Oe s’imperiu chelu
Sentit grande reconsizu
Maria senza rezelu
Hat cumplidu su disizu
De regnare cun su Fizu
Sa suprema monarchia.
Oe su chelu… (…)