di Riccardo Sgualdini
Conto alla rovescia per l’appuntamento con Time in Jazz, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu nella sua Berchidda (Ss) e altre località del nord Sardegna, che dall’8 al 16 agosto celebra la sua trentesima edizione. Un traguardo importante per uno degli eventi più apprezzati nel panorama nazionale della musica dal vivo, capace di richiamare ogni estate un vasto seguito di pubblico.
Il paese natale del trombettista, tra i jazzisti italiani più noti anche a livello internazionale, è il fulcro della manifestazione: qui ha casa l’associazione culturale Time in Jazz che ne cura l’organizzazione, e qui si concentra la maggior parte degli eventi in cartellone. Un cartellone fitto di appuntamenti che si snodano per nove giorni consecutivi fin dal mattino in luoghi e spazi differenti: la grande arena allestita nella piazza centrale di Berchidda, piazza del Popolo, teatro dei concerti serali, ma anche i boschi e le chiesette campestri nei dintorni del paese e i siti più rappresentativi degli altri centri che fanno parte integrante del circuito del festival: Bortigiadas, Cheremule, Loiri Porto San Paolo, Mores, Olbia, Oschiri, Ozieri, Ploaghe, Posada, San Teodoro, Sassari,Sorso, Telti, Tempio Pausania.
Il cast riunisce nomi di primo piano della scena jazzistica nazionale e internazionale, alla testa di proprie formazioni o alle prese con progetti ad hoc per Time in Jazz: ecco dunque il sassofonista inglese Andy Sheppard con il suo quartetto e in duo con il chitarrista norvegese Eivind Aarset; in arrivo dagli Stati Uniti il pianista Uri Caine col suo trio, una formazione storica del calibro dell’Art Ensemble of Chicago e un gruppo giovane come gli Huntertones; dalla Germania sbarcano invece in Sardegna la tromba e il flicorno di Markus Stockhausen insieme al pianista Florian Weber; polacco, ma da tempo trapiantato nella Grande Mela, è un altro grande trombettista, Tomasz Stanko, atteso a Berchidda con il suo New York Quartet; e polacco è anche il violinista Adam Ba?dych in arrivo in duo col pianista norvegese Helge Lien, mentre la scena transalpina è rappresentata dal trio del batterista Philippe Garcia e dal quartetto del trombettista Erik Truffaz.
E poi gli italiani: i pianisti Dino Rubino, Enrico Zanisi e Giovanni Guidi, la cantante Ada Montellanico, il trombonista Gianluca Petrella, il contrabbassista Marco Bardoscia, i sassofonisti Raffaele Casarano e Francesco Bearzatti, la clarinettista sarda Zoe Pia, i Myrtus Rytmus, ovvero il gruppo formato dai borsisti della scorsa edizione del Seminario jazz di Nuoro; e, ancora, due trombettisti della statura di Enrico Rava e, naturalmente, Paolo Fresu, atteso come sempre in svariate occasioni, compreso un omaggio a Lucio Dalla e Fabrizio De André con il cantante Gaetano Curreri e il pianista Fabrizio Foschini che riporterà il festival, dopo qualche anno di assenza, in quello che fu il buen retiro dell’indimenticabile Faber a L’Agnata.
Un cast di alto livello, dunque, per festeggiare nel migliore dei modi trenta edizioni di Time in Jazz e che comprende diversi artisti passati dalle parti di Berchidda nel corso del tempo. Alcuni, oltre a esibirsi nei rispettivi concerti, hanno espresso il desiderio di collaborare come volontari in varie mansioni organizzative, a riprova del loro attaccamento per questo festival: Ada Montellanico, Dino Rubino, Enrico Zanisi, Gianluca Petrella, Marco Bardoscia, Raffaele Casarano, Giovanni Guidi.
Come sempre, non solo la musica animerà le giornate di Time in Jazz: prevista una mostra di materiali e documenti vari sui trent’anni di Time in Jazz e, sullo stesso filone, la consueta selezione di film e documentari curata dal regista Gianfranco Cabiddu; e poi iniziative di promozione e sensibilizzazione ambientale, presentazioni di libri e incontri: il tutto a completare un cartellone ancora una volta assortito e ricco di eventi, allestito dall’associazione culturale Time in Jazz con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport e Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio), della Fondazione di Sardegna, del Banco di Sardegna, delle Amministrazioni Comunali di Berchidda e degli altri centri interessati, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dell’Unione Europea/progetto Caras, della Comunità Montana Monte Acuto, con la partecipazione e il sostegno di UnipolGruppo, Corsica Ferries–Sardinia Ferries, Ford, Ferruccio Podda, Geasar, Associazione i-Jazz, Fondazione Fabrizio De André, Ente Musicale di Nuoro, Festival Creuza de Mà, Le Cantine del jazz, È Ambiente, Agenzia Regionale Forestas, Escursì, Associazione Zerynthia, DECA Master – Università di Sassari, Area Marina Protetta Tavolara, e col patrocinio dell’UNESCO.
L’ingresso, come al solito, è a pagamento soltanto per i concerti che si tengono nell’arena allestita nella Piazza del Popolo a Berchidda; gratuito per tutti gli altri appuntamenti. Biglietti e abbonamenti si possono acquistare online sul circuito Vivaticket e nei punti vendita autorizzati.
Per informazioni, la segreteria di Time in Jazz risponde al numero 079704731 e all’indirizzo di posta elettronica info@timeinjazz.it.
- Al via martedì 8 agosto
La trentesima edizione di Time in Jazz leva le ancore martedì 8 agosto con l’ormai immancabile concerto a bordo della motonave della Corsica–Sardinia Ferries che collega il porto di Livorno con quello sardo di Golfo Aranci: un evento che si ripete per la dodicesima estate consecutiva grazie alla preziosa collaborazione della compagnia delle Navi Gialle. Ad accompagnare in musica la traversata marittima (con partenza alle 8 e arrivo alle 14,30) sarà per l’occasione lo stesso Paolo Fresu in duo con Enrico Zanisi, uno dei più interessanti pianisti giovani emersi dalla scena jazzistica nazionale (classe 1990, premio Top Jazz nel 2012 come Miglior Nuovo Talento per la rivista Musica Jazz, e Premio Siae per la creatività nel 2014).
Un centinaio di chilometri separano il porto di Golfo Aranci dalla suggestiva area archeologica di Museddu, nei pressi di Cheremule, teatro del primo concerto in terraferma: una produzione originale del festival che avrà come protagonisti, alle 18, la cantante Ada Montellanico, autrice e interprete tra le più importanti e innovative del jazz italiano, e un altro pianista (ma è anche trombettista) di spicco del panorama nazionale, il siciliano Dino Rubino.
La giornata inaugurale si chiude quaranta chilometri più a nord, a Sassari, con il primo ospite internazionale: Andy Sheppard, sassofonista e compositore della scuderia ECM, uno dei musicisti britannici più apprezzati anche dall’altra parte della Manica. Ad accompagnarlo in concerto, alle 21.30 in piazza Santa Caterina, il suo quartetto composto dal chitarrista norvegese Eivind Aarset, il contrabbassista francese Michel Benita e il batterista scozzese Sebastian Rochford.
La mattinata di mercoledì 9 riporta Time in Jazz, dopo diversi anni, nel verde della natura del Demanio Forestale Monte Limbara Sud, sopra Berchidda, per un doppio momento musicale: in programma alle 9 un piano solo di Enrico Zanisi al laghetto Nunzia, e a mezzogiorno, nei pressi di Semida, ancora Andy Sheppard in duo, stavolta, con Eivind Aarset.
Sarà la villa romana nell’area archeologica di Santa Filitica, nei pressi di Sorso, la tappa del pomeriggio, alle 18, per il progetto SoupStar: un nome che in un gioco di parole racchiude il cuore di una collaborazione ormai consolidata tra due dei migliori jazzisti italiani delle ultime generazioni, il trombonista Gianluca Petrella (classe 1975) e il pianista Giovanni Guidi (1985). Cresciuti entrambi sotto la guida di Enrico Rava, dopo l’uscita del primo disco, “SoupStar”, appunto (2013), e reduci da stagioni che hanno visto crescere il loro affiatamento e la loro fama (sia in Italia che all’estero), lo scorso settembre i due hanno pubblicato (con le collaborazioni di Gerald Cleaver e Louis Sclavis) “Ida Lupino”, per la prestigiosa ECM, miglior nuovo album italiano dell’anno secondo il referendum del mensile Musica Jazz.
La seconda giornata si chiude (sempre alle 21.30) nella campagna di Ozieri dove sorge la basilica di Sant’Antioco di Bisarcio, una delle più grandi e affascinanti chiese romaniche dell’isola, cornice ideale per il concerto di Inside Out, insegna sotto cui si riconoscono due grandi improvvisatori tedeschi, molto diversi nelle loro connessioni al linguaggio del jazz, ma accomunati da un profondo interesse nel processo di creazione espressiva: Markus Stockhausen, uno dei trombettisti più apprezzati in qualsiasi tradizione musicale, e Florian Weber, pianista insignito di premi in patria e all’estero.
Un’altra produzione originale caratterizza la mattina del 10 agosto chiamando in azione due musicisti salentini legati da tempo da proficua collaborazione: il sassofonista Raffaele Casarano e il contrabbassista Marco Bardoscia. Si intitola “Locomotive” l’evento previsto a partire dalle 11 tra le stazioni ferroviarie di Berchidda e Oschiri e realizzato nell’ambito del progetto “Italian Jazz Express – viaggio (musicale) tra le suggestioni dei paesaggi storici d’Italia” (che rientra nella rete nazionale I Luoghi del Jazz sostenuta dal Ministero dei Beni Culturali): coinvolte in partenariato cinque realtà associative no profit operanti nel settore della promozione del jazz in Italia – Ancona Jazz, Locomotive di Sogliano Cavour, Novara Jazz, Musica Moderna di Thiene e, appunto, Time in Jazz (capofila) – con la Fondazione FS Italiane come partner tecnico.
Evento eccezionale della giornata, nelle due stazioni di Berchidda e Oschiri, è l’installazione “No Man’s City / La Città di Tutti” dell’architetto Yona Friedman con l’artista Jean-Baptiste Decavèle a cura di Zerynthia Associazione per l’Arte Contemporanea in collaborazione con Time in Jazz. L’iniziativa fa parte del progetto Sentieri Contemporanei, promosso da Decamaster – Master in Diritto ed Economia per la Cultura e l’Arte dell’Università di Sassari e Zerynthia Associazione per l’Arte Contemporanea, con il supporto della Fondazione di Sardegna. NOW New Operation Wave coordina e attivizza l’evento. L’installazione di Friedman con Decavèle è un’architettura mobile che di volta in volta si adatta a diversi contesti. Dopo la prima tappa di Alghero, la struttura composta da 400 cerchi di legno dipinto approda nei due piccoli gioielli della rete ferroviaria regionale. Presente a documentare l’evento il regista Ferdinando Vicentini Orgnani.
Il programma musicale della giornata prosegue verso il tramonto sulla spiaggia di Porto Taverna, nei pressi di Loiri Porto San Paolo, sempre sulla costa orientale, dove alle 18 ritorna in scena Giovanni Guidi, stavolta in compagnia del suo solo pianoforte.
E si resta in riva al mare anche per il concerto serale, alle 21, alla Torre di San Giovanni, a Posada con il duo formato da Uri Caine e Paolo Fresu. Il pianista americano e il trombettista sardo si sono conosciuti nel 2002 proprio al festival di Berchidda dando in seguito vita a un fecondo sodalizio artistico testimoniato da tanti concerti e tre dischi (il più recente è il live “Two Minuettos”), dove la tromba lirica e sognante di Fresu, con il suo timbro malinconico e onirico, si sposa felicemente con il pianismo di Uri Caine, fatto di mille citazioni, dalla canzone americana al blues, dal jazz più mainstream all’avanguardia, fino alla musica classica.
Reduci dall’impegno del giorno prima nel progetto “Locomotive”, venerdì 11 tornano in azione anche Raffaele Casarano e Marco Bardoscia, per l’occasione in compagnia di Ada Montellanico: alle 18 al Pozzo sacro nuragico di “Sa Testa” nei pressi di Olbia. Per il contrabbassista, altro impegno già in mattinata, alle 11 a San Teodoro, in duo con Gianluca Petrella nella chiesa di San Teodoro.
Alle 21.30, riflettori accesi in Piazza del Popolo a Berchidda per la serata inaugurale del “palco centrale” del festival. A salirvi per primi il sassofonista Francesco Bearzatti e il Tinissima Quartet, ovvero Giovanni Falzone alla tromba, Danilo Gallo al basso e Zeno De Rossi alla batteria, con il repertorio di “This Machine Kills Fascists”, l’album pubblicato due anni fa che rende omaggio a Woody Guthrie, il grande e radicale cantautore popolare americano.
Nel secondo set della serata il pubblico di Time in Jazz ritrova Uri Caine, stavolta in trio con due compagni di viaggio del calibro di Mark Helias al contrabbasso e Clarence Penn alla batteria, con cui ha firmato, lo scorso settembre, il cd “Calibrated Thickness”. Con uno sguardo che ruota a 360 gradi sul mondo musicale, trenta album e svariati premi all’attivo, tante e prestigiose collaborazioni con protagonisti del jazz e della musica classica internazionali, il pianista di Filadelfia è da iscrivere tra le figure che hanno contribuito maggiormente ad ampliare e ridefinire il linguaggio jazzistico degli ultimi trent’anni.
Due performance solistiche nella giornata di sabato 12. In mattinata, alle 11, tiene banco a Mores presso la chiesa campestre di San Giovanni Battista, Dino Rubino, pianista dallo spiccato senso melodico (ma apprezzato anche come trombettista) che conta quattro dischi a suo nome e un quinto in arrivo prodotto dalla Tùk Music e dall’etichetta francese Bonsai Music. Il concerto è organizzato grazie all’iniziativa di un nutrito numero di amici di Time in Jazz col sostegno di alcuni sponsor locali e attraverso due azioni di autofinanziamento: una lotteria e un pranzo campestre che si terrà dopo la performance.
A Bortigiadas, alle 18, nella chiesa di San Nicola, si esibisce invece Francesco Bearzatti; e sarà un’occasione per apprezzare il virtuosismo, il lirismo e la freschezza del tenorsassofonista e clarinettista friulano, reduce dal concerto della sera prima alla testa del Tinissima Quartet.
Alle 21.30 il palco di Piazza del Popolo ospita uno dei concerti più attesi del festival: al centro dei riflettori l’Art Ensemble of Chicago, storica formazione all’avanguardia sul fronte della “creative improvised music” dalla fine degli anni Sessanta. Attivo per quasi un quarto di secolo con l’organico “classico” – ovvero Roscoe Mitchell e Joseph Jarman ai sassofoni, il trombettista Lester Bowie, il contrabbassista Malachi Favors e il percussionista Famoudou Don Moye – il gruppo ha registrato decine di dischi e si è esibito in tutto il mondo iscrivendo il proprio nome nella storia della musica. Dopo il ritiro di Jarman, e venuti a mancare Lester Bowie nel 1999 e Malachi Favors nel 2004, Roscoe Mitchell e Famoudou Don Moye hanno proseguito il cammino, avvalendosi di musicisti ospiti e tenendo ben vivo l’Art Ensemble of Chicago ancora nel ventunesimo secolo. Lo scorso febbraio, il gruppo si è riunito per una residenza artistica a Londra, esibendosi dal vivo in concerti da tutto esaurito, accolti con gioia dai critici musicali e dai fan di lunga data dell’AEoC, gli stessi che non mancheranno all’appuntamento del 12 agosto a Berchidda con Roscoe Mitchell ai sassofoni, Hugh Ragin alla tromba, Junius Paul al contrabbasso e Famoudou Don Moye alla batteria.
Dopo aver duettato rispettivamente con Paolo Fresu e Ada Montellanico, e tenuto i loro piano solo, Dino Rubinoed Enrico Zanisi aprono la giornata di domenica 13, alle 11 a Telti, nella chiesa di Santa Vittoria, con un inedito tandem pianistico. Una musicista sarda (di Mogoro) è invece di scena nel pomeriggio a Ploaghe: Zoe Pia, clarinettista, compositrice e appassionata ricercatrice. “Shardana” si intitola il suo debutto discografico (del giugno 2016) e il concerto in programma alle 18.30 nella chiesa dei Cappuccini: un lavoro scaturito da un progetto di ricerca sulla Sardegna in ambito compositivo, musicologico e storico-archeologico, e che propone “un coraggioso innesto di linguaggi, repertori e suoni a cavallo tra il jazz di oggi, l’improvvisazione e l’etnia”, come ha scritto Paolo Fresu. Con Zoe Pia al clarinetto, alle launeddas e ai live electronics, ci saranno Roberto De Nittis al pianoforte e alle tastiere, Glauco Benedetti al basso tuba e Sebastian Mannutza alla batteria e al violino.
La serata in Piazza del Popolo a Berchidda si apre alle 21.30 con il duo formato da Adam Ba?dych e Helge Lien. Attivi insieme anche in altri progetti e in trio, il violinista polacco e il pianista norvegese propongono una raffinata miscela sonora, corposa e ben progettata. Il loro virtuosismo e le rispettive sensibilità sono alla base di un interessante dialogo artistico che dimostra come un duo molto “classico” di pianoforte e violino possa essere ancora un territorio da esplorare, pieno di possibilità.
Polacco, ma da una decina d’anni di casa a New York, è anche il grande protagonista del secondo set, il trombettista Tomasz Stanko, figura di primo piano della scena jazzistica internazionale, con la sua inconfondibile voce strumentale, le sue improvvisazioni intensamente liriche e i suoi temi appassionati, caratteristici come le atmosfere tendenti al noir che spesso evocano. A Berchidda si presenta alla testa del New York Quartet, uno tra i suoi progetti più interessanti, con il pianista cubano David Virelles, il contrabbassista Reuben Rogers, originario delle isole Vergini, e il batterista americano Marcus Gilmore. Pubblicato lo scorso marzo, “December Avenue” è il dodicesimo album da leader di Tomasz Stanko per la ECM.
Il pubblico di Time in Jazz potrà ancora applaudire il settantacinquenne trombettista polacco l’indomani mattina, lunedì 14 agosto (sede da definire) affiancato dal solo David Virelles al pianoforte.
La vigilia di ferragosto riserva nel pomeriggio (ore 18) un’altra chicca: dopo quattro anni di assenza, il festival ritrova infatti l‘Agnata, la tenuta vicino a Tempio Pausania che fu uno dei principali luoghi di ritiro di Fabrizio De André e che ha ospitato momenti memorabili di sette edizioni di Time in Jazz, con tributi all’indimenticabile Faber da parte di artisti come il figlio Cristiano, Danilo Rea, Ornella Vanoni, Morgan, Teresa De Sio, il compianto Gianmaria Testa con Lella Costa e Paolo Fresu, Maria Pia De Vito e Rita Marcotulli. E sarà un evento decisamente in tema a sancire questo ritorno all’Agnata, proposto in collaborazione con la Fondazione De André: “Le Rondini e la Nina”, questo il titolo, è infatti un omaggio musicale tra jazz e canzone d’autore a Fabrizio De André e a un altro grande cantautore scomparso, Lucio Dalla, attraverso una rilettura originale dei loro repertori. Un progetto nato proprio a Berchidda, nel giugno di cinque anni fa (con il titolo “Laber per Lucio e Faber”), e poi ripreso in qualche altra occasione (come lo scorso dicembre a Orvieto per Umbria Jazz Winter), che vede insieme Gaetano Curreri e Fabrizio Foschini, rispettivamente voce storica e pianista degli Stadio (band “pop-rock d’autore” per auto-definizione), con Paolo Fresu (tromba e flicorno) e Raffaele Casarano (sax).
Altre atmosfere, a Berchidda, nella prima parte della serata in Piazza del Popolo (ore 21.30): il Pipon Garcia Trio, in arrivo dalla Francia, mette in comunicazione universi sonori differenti, giocando con le convenzioni e tanti riferimenti alla musica dagli anni Sessanta a oggi. Un progetto d’avanguardia, frutto dell’incontro di musicisti provenienti dalle scene jazz, hip hop e electro. Batterista di vasta esperienza e figura emblematica della sperimentazione, Philippe “Pipon” Garcia ritorna a Berchidda a distanza di otto anni dalla sua esibizione con il duo Cosmik Connection, progetto di fusione “electro-drum’n’jazz” all’insegna della sperimentazione estrema e dell’improvvisazione. Con lui, stavolta, il cantante senegalese (ma dal 1991 di casa a Lione) Sir Jean e il contrabbassista Thibaud Soulas.
Spazio poi a un’autentica icona del jazz italiano: Enrico Rava. Da sempre impegnato nelle esperienze più diverse e più stimolanti, il trombettista, triestino di nascita (1939) ma torinese d’adozione, è apparso sulle scene a metà degli anni Sessanta, imponendosi rapidamente come uno dei più rappresentativi esponenti del jazz europeo. La sua schiettezza umana ed artistica lo pone al di fuori di ogni schema e ne fa un musicista rigoroso ma incurante delle convenzioni. La sua poetica immediatamente riconoscibile, la sua sonorità lirica e struggente, sempre sorretta da una grande freschezza d’ispirazione, risaltano in tutte le avventure musicali del suo lungo percorso artistico: un cammino che Time in Jazz saluterà con la consegna di un premio alla carriera in occasione del suo concerto alla testa del gruppo Tribe, formazione con cui ha registrato l’omonimo album per l’ECM nel 2011 e che riunisce accanto alla sua tromba varie generazioni di musicisti, ognuno con propria storia e personalità stilistica: il trombonista Gianluca Petrella, il pianista Giovanni Guidi, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Fabrizio Sferra alla batteria.
Coda post-concerto con la Banda Musicale “Bernardo De Muro” di Berchidda (la stessa nei cui ranghi Paolo Fresu ha mosso i primi passi nella musica), in azione intorno a mezzanotte nella suggestiva cornice di Funtana Inzas.
La giornata di ferragosto a Time in Jazz si vive per tradizione con una serie di eventi nella campagna appena fuori Berchidda. Si comincia alle 9 con “Gufo Rosmarino”, con l’attore e regista Giancarlo Biffi che, accompagnato dalla violinista Sonia Peana, guiderà grandi e bambini in un racconto itinerante intorno alla chiesetta di San Michele. Qui la mattinata prevede alle 11 una conferenza sui trent’anni del festival con Paolo Fresu, i sindaci di Berchidda e il presidente dell’ANCI Sardegna, Emiliano Deiana e, a seguire, un’esibizione degli Huntertones, l’energica band statunitense a base di fiati che più tardi salirà sul palco centrale per la festa di Ferragosto. Trasferimento, quindi, alla vicina chiesetta di Santa Caterina per il consueto pranzo a base di piatti tipici della cucina locale; poi, nel tardo pomeriggio (ore 18), un altro “classico” del ferragosto a Time in Jazz: la gara di poesia improvvisata in lingua sarda a cura di Paolo Pillonca, con i poeti Bruno Agus e Diego Porcu e l’accompagnamento del coro a tenore “Santa Sarbana” di Silanus.
Al rientro in paese, riflettori accesi alle 21.30 per l’ultima serata sul palco di Piazza del Popolo. A salirvi per primo ancora un trombettista di spicco del jazz europeo, il francese (ma è nato in Svizzera, nel 1960) Erik Truffaz, un musicista che nell’arco di tre decenni di attività ha sempre sostenuto il superamento delle gerarchie e degli steccati tra i generi. Lo testimonia anche “Doni Doni”, l’album pubblicato l’anno scorso dalla stessa formazione attesa a Berchidda, con Benoit Corboz al piano, Marcello Giuliani al basso e Arthur Hnatek alla batteria: un disco ai confini tra jazz e pop strumentale, in equilibrio tra originalità e accessibilità, impreziosito qua a là dalle voci della cantante maliana Rokia Traoré e dal rapper Oxmo Puccino.
Poi, sgomberata la piazza dalle poltroncine e le transenne, e aperta al pubblico con ingresso gratuito, via alla consueta festa di Ferragosto che, come anticipato, quest’anno si affida agli Huntertones, ovvero Dan White al sax tenore, Chris Ott al trombone e beat box, Jon Lampley alla tromba e al susafono, Josh Hill alla chitarra elettrica, Adam Deascantis al basso e John Hubbell alla batteria. Fondata a Columbus in Ohio, e attualmente di base nel quartiere di Brooklyn a New York, questa formazione propone il suo caratteristico sound in un repertorio di brani originali e arrangiamenti che fondono jazz, funk, soul, hip-hop, R&B e rock.
Spenti gli echi della festa di Ferragosto, il trentesimo Time in Jazz si avvia al suo epilogo, l’indomani – mercoledì 16 – a mezzogiorno, al Museo del Vino di Berchidda, con un altro momento immancabile: la presentazione (proposta in collaborazione con le “Cantine del jazz”) della bottiglia di vino da collezione che riproduce sull’etichetta l’immagine grafica del festival. A seguire, spazio alla musica dei Myrtus Rytmus, ovvero il gruppo formato attraverso apposite borse di studio da alcuni dei migliori allievi della passata edizione (la ventottesima) dei Seminari jazz di Nuoro: Luca Ceribelli (sax tenore e soprano, elettronica), Marcello Abate (chitarra), Francesco Pollon (pianoforte), Nazareno Caputo (vibrafono), Marco Doldi (basso elettrico) e Francesco Brancato (batteria).
L’ultimo atto va invece in scena a partire dalle 19 nella Laguna di San Teodoro, ed è la ripresa di una memorabile performance musicale proposta otto anni fa sulle sponde del rio Silvani a Berchidda: protagonisti allora come in questa prossima occasione, tra riflessi di suoni e d’acqua, la tromba e il flicorno di Paolo Fresu e le percussioni di Philippe Garcia.
A precedere il concerto, alle 17.30, “Di Mare e di Musica – incontro in laguna con l’Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo”, un laboratorio aperto a grandi e piccini per condividere percorsi di sostenibilità ambientale.
- Altri eventi
Come sempre, non di sola musica brilla il cartellone di Time in Jazz. Oltre alla già citata installazione “No Man’s City / La Città di Tutti” di Yona Friedman con Jean-Baptiste Decavèle, l’immancabile spazio dedicato alle arti visive curato da Giannella Demuro e Antonello Fresu (che giunge al suo ventesimo anno di attività), ospita al Centro Laber di Berchidda due mostre di videoarte di Paolo Gioli e di Franco Vaccari; negli spazi di Sa Casara, l’elegante edificio d’epoca che diventa nuova sede di Time in Jazz, ecco invece una mostra retrospettiva – con fotografie, manifesti, dischi, oggetti e documenti vari – dedicata ai trent’anni del festival, su cui getta uno sguardo anche la rassegna di documentari e testimonianze video curata come sempre dal regista Gianfranco Cabiddu, in visione al cinema comunale.
La storia del festival dalle origini ai giorni nostri è ben raccontata anche in un elegante catalogo edito per l’occasione dalla Panini di Modena che in duecentosettanta pagine raccoglie oltre quattrocento fotografie, testimonianze e interventi di ospiti e artefici del festival, a partire dal suo creatore Paolo Fresu.
Altro gadget speciale di questa edizione numero trenta di Time in Jazz, una maglietta con un’immagine realizzata da Antonio Marras, il noto stilista sardo, appositamente per il festival: un’edizione limitata a 150 pezzi disponibili solo a Berchidda.
Anche per la sua trentesima edizione, Time in Jazz dedica uno spazio ai libri nel bookshop allestito a Berchidda, mentre in alcuni bar del paese torneranno le presentazioni editoriali di Wine Book.
- Green Jazz
La sostenibilità ambientale e la riduzione dell’impatto del festival sul territorio continuano a essere di centrale importanza per Time in Jazz, che rinnova il suo impegno a favore dell’ambiente attraverso Green Jazz, un progetto di sensibilizzazione che dà voce ai temi del risparmio energetico, dell’uso delle energie alternative, della differenziazione dei rifiuti, dell’abbattimento delle emissioni di CO2, attraverso una serie di iniziative concrete e informative.
Prosegue così il progetto Light for music, che grazie a un impianto fotovoltaico mobile produce energia per alimentare i concerti sia nelle chiese campestri sia negli altri “teatri” all’aperto della manifestazione. Riduzione e differenziazione dei rifiuti sono invece lo scopo delle Isole ecologiche di Green Jazz, spazi per la raccolta differenziata dislocati nelle località dei concerti e a Berchidda.
Buone pratiche per il risparmio energetico e idrico saranno suggerite anche dai promemoria di Green Bed, diffusi nelle strutture ricettive.
In collaborazione con FoReSTAS (Agenzia Forestale Regionale per lo Sviluppo del Territorio e dell’Ambiente della Sardegna) verrà allestito in Piazza del Popolo un percorso vegetale per guidare gli spettatori alla scoperta della flora locale.
Le scelte “green” partono anche dalla consapevolezza del valore dell’ambiente che ospita il festival; ecco allora due incontri dedicati alla conoscenza della natura: la mattina del 9 agosto, tra i concerti delle 9 e delle 11, la guida escursionistica Corrado Conca condurrà adulti e bambini da una location all’altra, in un’istruttiva e divertente passeggiata attraverso il Demanio Forestale del Limbara. Il 16 agosto, invece, prima del concerto di Paolo Fresu e Philippe Garcia alla Laguna di San Teodoro, il già citato laboratorio per adulti e bambini su mare, terra e biodiversità. Titolo: “Di Mare e di Musica – incontro in laguna con l’Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo”.
Il laboratorio è gratuito e le prenotazioni possono essere effettuate presso la segreteria del festival al numero 320 38 74 963.
Fanno parte delle azioni Green Jazz anche la promozione e valorizzazione dei prodotti della tradizione enogastronomica locale a “chilometro zero”: per questo si rinnova la collaborazione con il pastificio Tanda&Spada e la rete Sardo Sole, le patate di Buddusò, l’azienda agro biologica Giuseppe Brozzu e la CPA Arborea con le cozze “Nieddittas”, che forniranno le materie prime per la mensa del festival.
Il paesaggio, la musica, il turismo sostenibile sono anche al centro di “Jazzscape”, un contest fotografico nato grazie alla collaborazione di Escursì, portale dedicato al turismo outdoor. Per partecipare al concorso bisogna inviare entro il 19 luglio al canale social Facebook ufficiale di Escursì, oppure via email all’indirizzo social@escursi.com, una foto che abbia come oggetto un’esibizione “live”, formale o informale, avvenuta in un ambiente o paesaggio naturalistico. Vincerà la foto che entro il prossimo 3 agosto avrà raggiunto più “mi piace” sulla pagina Facebook di Escursì. In palio l’ingresso per due persone a un concerto di Time in Jazz.
Prosegue inoltre il monitoraggio dei consumi e delle emissioni del festival Time in Jazz per valutarne l’impatto ed il costo ambientale di ogni suo aspetto.
La congiuntura economica non favorevole non ha permesso di attivare per questa edizione alcune azioni di riduzione degli impatti ambientali. In particolar modo l’uso di stoviglie biodegradabili e il servizio navette gratuito, fermo già purtroppo da alcune edizioni, non saranno parte di questa edizione del festival, tuttavia Time in Jazz incoraggia il pubblico a differenziare i rifiuti e a servirsi di soluzioni di trasporto alternative all’auto privata per raggiungere il festival e le diverse sedi dei concerti, come il carpooling (attraverso portali come Blablacar o Clacsoon), o il treno.
- Biglietti e prevendite
Come sempre, l’ingresso è a pagamento soltanto per i concerti che si tengono nell’arena allestita nella Piazza del Popolo a Berchidda: cinque serate, da venerdì 11 a martedì 15 agosto, tutte con inizio alle 21.30.
Quest’anno la platea di Piazza del Popolo si articola in due settori. Il biglietto intero per ciascuna serata nel primo settore costa 25 euro, il ridotto 22; nel secondo si pagano invece rispettivamente 20 e 17 euro. Prezzi più bassi per la serata di Ferragosto: occorrerà infatti acquistare il biglietto (platea intero a 19 euro, ridotto a 16; secondo settore a 15 e 12) solo per il primo dei due concerti in programma, quello del quartetto di Erik Truffaz. Le riduzioni sono riservate ai soci Time in Jazz, agli studenti, agli under 12 anni e agli over 65.
Ottanta euro è invece il prezzo dell’abbonamento intero valido per tutte e cinque le serate, settanta euro il ridotto. Per informazioni: Vivaticket, tel. 892234; www.vivaticket.it.
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Per salutare le trenta edizioni di Time in Jazz, Il Banco di Sardegna, partner del festival, ha dedicato alla ricorrenza una carta prepagata e ricaricabile che fin dall’immagine rimanda al prossimo appuntamento con la manifestazione diretta da Paolo Fresu. Oltre ai servizi e le comodità propri di uno strumento di pagamento completo (ricevere bonifici, prelevare e fare acquisti anche su internet grazie al circuito Mastercard, controllare movimenti e saldo del conto tramite il servizio Smart Web, essere informati in tempo reale e delle spese sostenute, e altro ancora), la BPER Card Payup Time in Jazz offre una serie di vantaggi pensati proprio in rapporto al festival: si possono infatti acquistare i biglietti a prezzo ridotto per i posti a sedere della platea di piazza del Popolo a Berchidda e usufruire di uno sconto dedicato su tutto il merchandising in vendita negli shop e nei banchetti di Time in Jazz.
Da segnalare anche l’ingresso di Ford Italia nella compagine degli sponsor del festival: la storica casa automobilistica metterà a disposizione dieci veicoli Ford Fiesta Ecoboost per il trasporto di musicisti, stampa e staff nell’arco delle nove, intense giornate del trentesimo Time in Jazz.