di Massimiliano Perlato
Se la Francia era il suo destino, la Sardegna ha impresso il suo marchio di fabbrica. Sandrina Serra Grimbert, sposata e mamma di due bambine è nata a Grenoble nel 1969. Figlia di emigrati sardi (la mamma Giuseppina Oggianu è originaria di Silanus mentre il papà Antonio nato a Calangianus, è cresciuto prima a Monti e poi ad Alghero). “In Sardegna ho vissuto per 25 anni. Dal 1974 ad Alghero. E’ lì che mio padre ha incontrato mia madre, prima di emigrare a Grenoble, verso la fine degli anni 50. Stimatissimo dal suo datore di lavoro, lavorerà come muratore 16 anni presso la stessa ditta e costruirà ponti e altre opere pubbliche nella Valle d’Isère. Ma nel 1974 mia mamma volle rientrare ad Alghero, “le mal du Pays”, che questa terra bella e ingrata, provoca quando ci si allontana, la nostalgia che mi ha marchiata (perlomeno mi piace crederlo) : ho una voglia, che assomiglia a un tatuaggio della Sardegna, come nelle vecchie carte geografiche del 1800.”
Sandrina si diploma all’istituto alberghiero di Alghero. Riceve l’imprinting per il turismo culturale. La ricerca ha lo scopo di allungare la stagione turistica. Da lì dopo le prime difficoltà lavorative, la scelta di scriversi all’Università di Sassari. A fine 1990 la prima svolta dolorosa per Sandrina. Appena partita per Birmingham con due amiche con la prima guerra del Golfo appena scoppiata, deve subito rientrare in Sardegna. “Nel marzo 1991 mia madre morirà di un cancro folgorante. Rimango con mio padre che non mi sento di lasciar solo, e non ritornero’ mai più a Birmingham. Al mio rientro, Roberto Salmon mi introduce presso la cooperativa S.I.L.T, la quale gestice i due siti archeologici ad Alghero, il Nuraghe Palmavera e la Necropoli di Anghelu Ruiu, cio’ mi permette di continuare a finanziare i miei studi all’università. Nel 1994 parto da sola a Londra per un nuovo soggiorno linguistico di due mesi, vivo con una sarda, un sardo-milanese e un messicano, Alfonso, il quale mi chiede un giorno di passare, nel bar in cui lavora e mi presenta un suo collega francese, Laurent d’Aix en Provence.”
Rientrata ad Alghero per gli esami, Sandrina viaggerà per quattro anni con il cargo della CMN, l’unico che da Porto Torres la porta a Marsiglia, Laurent nel frattempo è rientrato a Aix en Provence per poterla vedere più spesso. “Riesco infine a laurearmi non più in inglese, ma in francese, all’università di Sassari : per la tesi, dopo aver immaginato di scrivere su Simone de Beauvoir et il suo ostico “Deuxième Sexe”, grazie al mio mentore e relatore Ignacio Loyola, esco dai sentieri battuti e scelgo come soggetto, un giovane scrittore francese, più giovane di me, Christophe Bataille, di cui non esiste niente a livello critico, a parte centinaia d’articoli, che riunisco per creare la prima bibliografia e la prima biografia, e che essendo apprendista editor presso Grasset, riesco ad intervistare presso l’editore francese, a Parigi.”
Con una laurea in francese e un diploma di “tour operator”, ma senza nessuna prospettiva valida, Sandrina lascia Alghero nel 1999, ignara del dramma della lontananza di cui soffrirà in seguito, una volta diventata mamma. “Carico la mia Polo, targata SS per stabilirmi a Aix en Provence. Un giorno passo sul famoso Cours Mirabeau, un ragazzo mi blocca mettendosi di fronte al cofano, freno, nello sguardo è come se avesse visto un fantasma: mi chiede con gli occhi lucidi, da dove vengo, conosce bene la Sardegna, suo padre è sardo ma è la prima volta che vede una targa SS a Aix en Provence, non gli sembra vero.”
In terra di Francia inizia a cercare un lavoro fra mille difficoltà. “Mi rendo conto che cercare un lavoro è molto più difficle che in Inghilterra, siamo comunque nel sud e i francesi sono molto più conformisti e attaccati alla forma. Ho già lavorato nel settore immobiliare e turistico-alberghiero e sono quindi troppo instabile “je ne rentre pas dans un cadre”, passo più tempo a rifare il mio curriculum, per infine trovare un lavoro in un albergo, come addetta al ricevimento.”
Nel 2000 Sandrina si sposa à Aix-en-Provence. “Ho sempre un’unica nazionalità, quella italiana e sono iscritta all’AIRE del consolato di Marsiglia. Lavoro part time all’ufficio di collocamento e do corsi d’italiano alla Dante Alighieri d’Aix en Provence: la presidente Géneviève Martin, mi chiede d’organizzare una serata, in cui devo presentare la Sardegna ai mie allievi e ad agli altri membri dell’associazione, con lo scopo di organizzare un viaggio in Sardegna. Bingo, il viaggio sarà un successo, ma non posso parteciparvi, perchè nel frattempo ho trovato un lavoro come assistente commerciale trilingue nella zona industriale d’Aix/Les Milles per la filiale francese di un gruppo danese che rivende prodotti di tecnologie subacque per ricerche e lavori subacquei in tutto il bacino del Mediterraneo. Un’ambiente d’ingegnieri e universitari come il Cnrs in Italia. Parto due volte in Danimarca in formazione. E poi la nascita di Stella a giugno del 2002, e mio padre che ci lascia a soli 69 anni nel 2004. Dalia nasce nel 2006, prendo un congedo parentale di 3 anni. Scopro che è inutile partire da Genova con la Tirrenia, perché non sono più residente, non sono nata in Sardegna e miei genitori sono deceduti, rientrare sulla mia isola è un lusso.”
Ma “la voglia” è sempre enorme in Sandrina e non riesce a tenerla a freno. “Nel 2007 con mio marito avremmo dovuto aprire, il primo negozietto di prodotti sardi a Aix en Provence. Chiesi allora l’aiuto delle istituzioni regionali e provinciali sarde, ma anche di privati, in quanto sponsors per corroborare la nostra iniziativa. L’idea era quella di un progetto pilota per diventare una sorta di piattaforma interattiva, in modo da promuovere l’isola tramite l’accompagnamento alla vendita dei suoi prodotti e informare i turisti potenziali, grazie alla mia esperienza nel mondo del turismo, sui trasporti e percorsi possibili una volta in loco. Suggerisco anche un gemellaggio tra Alghero e Aix en Provence, all’epoca ottengo una risposta da un assessore. Ma le elezioni amministrative sono imminenti e con il cambio di amministrazione non ci sarà seguito. Nonostante l’isola e suoi prodotti fossero all’epoca perfettamente sconosciuti (il Ryan Air Marsiglia/Cagliari e Facebook non sono ancora attivi), la nostra ricerca di mercato ci indica comunque che tale ignoranza stimola la curiosità; mi sarei occupata di creare il bisogno, grazie a delle giornate degustazione, la bontà dei nostri prodotti e il mio « savoir-faire » commerciale, avrebbero fatto il resto. Purtroppo per problemi tecnici che hanno avuto un impatto sulle finanze assai esigue fummo costretti a rinunciare, con mio grande rammarico, dato che il negozio aveva una posizione privilegiata e strategica. Un vero peccato ! Il problema fondamentale per qualsiasi tipo di business erano i i collegamenti da e per la Sardegna, a causa dei costi esorbitanti per il trasporto delle merci.”
Dalla Provenza che è diventata la sua nuova terra di adozione, Sandrina continua a fare promozione turistica di un’isola che i francesi iniziano appena ad individuare sulla carta e che confondono con la Sicilia e che non visitano a causa dei penosi collegamenti da Marsiglia, (un viaggio in nave che dura 17 ore e due partenze settimanali in bassa stagione). “Quando gli emigrati residenti all’estero, verranno “realmente” riconosciuti dalle istituzioni e non soltanto come propaganda in previsione delle elezioni e considerati come promotori nei Paesi di residenza, allora anche in Sardegna si potrà farà un passo avanti.”
Nel 2009 dopo i tre anni di congedo Sandrina viene licenziata. Nel 2010 si trasferisce à Bouc Bel Air, ricco paesino situato tra Aix en Provence e Marsiglia. La ricerca di un lavoro è difficile a causa della crisi. “A luglio 2012, arrivati a Porto Torres con la nave da Marsiglia, mi si stringe il cuore nel constatare che siamo in tutto una ventina di auto a scendere, la nave è carica ma sono scesi tutti a Propriano in Corsica. Mi sembra di vivere un dopoguerra o una scena apocalittica: dove sono finiti tutti i turisti? Ad Alghero la disperazione è il leitmotiv di tutte le discussioni, mi rendo conto che la crisi fustiga la Sardegna ancora più violentemente, a causa del boicottaggio delle compagnie marittime, che hanno fatto cartello dopo il fallimento della Tirrenia: gli italiani l’hanno disertata, e i francesi non la conoscono nemmeno, sono più che indignata. Bisogna fare qualcosa, devo fare qualcosa, almeno bisogna provare a fare qualcosa, lamentarsi è insufficiente. Ed è così che al rientro dalle vacanze, lancio la petizione per la creazione di un volo Marsiglia/Alghero/Marsiglia sul sito AVAAZ. “
La determinazione tutta sarda di Sandrina emerge fortemente. “Marsiglia sarà capitale europea della cultura 2013, appuntamento da non perdere. Sono da sola, non sono sponsorizzata ne pagata da nessuno, è un’iniziativa personale, un contributo di sensibilizzazione che puo’ avere una valenza per tutti gli operatori sardi – e non – nel settore turistico-commerciale. Lo scopo è quello di sensibilizzare sui trasporti marittimi e aerei dalla Provenza in termini di frequenza e costi e di ottimizzare il flusso turistico già esistente da Marsiglia per Cagliari. Il turista provenzale avendo la scelta di arrivare nel Sud con Ryan Air, sarà più propenso a visitare tutta l’Isola, si tratta di un fatto vissuto, testato e comprovato dalla mia esperienza personale e di quella dei francesi che, più o meno avventurosamente sono venuti a trovarmi ad Alghero. Ci sarebbe la possibilità di sviluppare anche altri tipi di turismo, come il turismo d’affari, il turismo culturale, il commercio, gli scambi linguistici! Già nella petizione, per ovviare alla stupida “diatriba” tra Cagliari e Alghero, propongo dei voli i giorni dispari per Alghero, in complemento ai voli i giorni pari per Cagliari, in un’ottica “gagnant-gagnant”, in modo che tutta la Sardegna possa trarre vantaggio dal movimento interno di questo flusso turistico da implementare, con possibili ricadute economiche in tutta la Sardegna.”
All’epoca Sandrina vende assicurazioni, ma il « prodotto » che sa alienare meglio in Francia, resta la Sardegna. “In quanto sarda, sono un’ambasciatrice naturale, ma ho anche studiato per fare promozione, ho lavorato come guida e accompagnatrice turistica in Sardegna e a Marsiglia, so benissimo come venderla, l’unico freno è che per venderla bisogna collegarla.“
L’obiettivo di Sandrina diventa quello di creare una nuova porta d’ingresso dalla Provenza, che è, dopo la regione parigina, la regione più ricca in Francia, non solo per numero di abitanti. Una volta ottenuto l’appoggio ufficiale della città di Alghero e idealmente della Regione, il passo successivo è quello di coinvolgere i responsabili politici e gli operatori turistici in Provenza, per poter poi intavolare un dialogo con una compagnia aerea. “Inizio a divulgare sul mio profilo facebook, creo un gruppo, poi una pagina, un conto Twitter, divulgo su Viadeo, sul mio blog, grazie al quale una francese che deve trasferirsi ad Alghero con suo marito (pilota Ryan Air), mi contatta per avere informazioni sulla città. Creo una mail in italiano e una in francese per divulgare simultaneamente, sollecito il sindaco e l’aeroporto di Alghero. Per divulgare su larga scala, mi rivolgo a Buongiorno Alghero, Alguer.it, alla Nuova Sardegna, l’Unione Sarda, al Messaggero Sardo, e Alghero Eco. Gli ultimi due saranno gli unici a pubblicare un articolo. Massimiliano Perlato? Sensibile ai problemi dei sardi al di fuori della Sradegna, pubblicherà l’articolo su Tottus in Paris. Spedisco mail ai servizi turistici della zona, alla Regione Sardegna. L’associazione dei sardi AJO, alla quale appartengo, mi aiuta in Provenza, la mia rete personale e professionale francese accoglie abbastanza positivamente la petizione, firmando senza esitazione, anzi abbastanza incuriositi dal link di TOURMAG, che parla di Alghero come di una bellezza selvaggia e sconosciuta. Anche questo è un modo per promuovere, in attesa che le istituzioni sarde a livello locale o regionale, sostengano l’iniziativa! Mi sbaglio. La petizione è un nuovo “parcour du combattant”, come il progetto del 2007, mi ero preparata a dover convincere i provenzali ed invece succede esattamente il contrario, i sardi sono sordi e in 14 anni di assenza non è cambiato molto. Sollecito persone e enti che a livello istituzionale mi avrebbero dovuto sostenere invece di ignorarmi in quanto responsabili del turismo, gli stessi che divulgano articoli sull’intenzione di considerare i sardi all’estero in quanto agenti di sviluppo e che rimangono insensibili ai miei appelli. L’incoerenza allo stato puro, perché, quando li contatti non ti risponde nessuno. “
Le forze morali di Sandrina sembrano cedere di fronte ad un muro di gomma inesorabile. “In Sardegna la gente è restia, mi sembra di chiedere contributi per Equitalia. Ho bisogno d’opinion leader, allora contatto tramite mail Antonio Marras, Gavino Sanna, Renato Soru, Paolo Fresu. Niente! Sollecito gli algheresi a più riprese, i primi lesi dai nuovi collegamenti con Bucarest e Sofia, un nuovo target per me fallimentare e non di nicchia, a soli 19€, conoscendo gli stipendi medi nei paesi più recenti e anche più poveri d’Europa. Spero di sbagliarmi. Continuo a linkare a passare diverse ore al giorno a cercare nuovi contatti, indirizzi mail e profili, e a capire perché i sardi non firmano ad informarmi su quanto accade. E nel 2014 piano piano mollo, stanca di sollecitare firme. Ci lamentiamo dei nostri politici ma sono a nostra immagine e somiglianza. In Provenza quando parlo della mia iniziativa personale e (sicuramente) inutile, la gente firma senza chiedere garanzie ne tergiversare. Nel 2016 (quattro anni dopo la mia petizione) scopro in rete, che gli Algheresi si mobilitano anche finanziariamente per impedire la chiusura dell’aeroporto di Alghero che è in fallimento, Ryan Air è andato via verso Cagliari.”
In chiusura, In Sardegna uno dei rari giornalisti a pubblicare un articolo nel 2013 è Giacomo Mameli, con il quale Sandrina resto in contatto. “Mameli mi chiede se conosco qualcuno per la traduzione di uno dei suoi libri, mi informo tramite l’autore della mia tesi, che ho intervistato nel 1998 a Parigi presso Grasset, ma non ho alcuna risposta. Nel 2015 conosco una scrittrice di Bouc Bel Air, appassionata d’italiano, ha appena visitato la Sardegna ed è molto attiva à livello di incontri letterari con il comune. Mi propone di far venire Mameli una volta il libro tradotto, inizio a tradurre il libro nei ritagli di tempo, che sono pochi dopo il lavoro, (sono “hôtesse d’accueil” per un grande studio di commercialisti ed esperti contabili), ma la traduzione, piano piano prende forma. Giacomo Mameli risponde si ed è cosi che il 5 aprile 2017 presenterà il libro Le four e la Sirène a Bouc Bel Air, accompagnato da me e da Elisabeth. Ci alterniamo per presentare la Sardegna e il contesto storico : il libro parla della seconda guerra mondiale, vissuta da due vecchietti di Perdasdefogu, testimoni viventi e centenari. Mameli parla in francese e riesce ad attirarsi la simpatia del pubblico con anedotti sul suo paese e sull’isola, nonostante il soggetto sia abbastanza triste. Anche questo è un modo per far parlare della nostra isola. Perchè sardi a volte non si nasce, ma ci si diventa!”
Ancora grazie Massimiliano, per questa intervista inattesa!
Grazie per il tuo Amore per la SARDEGNA dove i nostri politici amano lo stipendio ma non i sardi e vogliono solo isolarci e impoverirci .
Grazie per tutto quello che fai per pubblicizzare la nostra isola in Francia . i nostri giovani migliori li vogliono all’ estero .