di Sabrina Fara
E’ una vicenda che riguarda un’intera generazione di sardi, e che assume a tratti i contorni di un’autobiografia collettiva. Il dramma nazionale dell’emigrazione giovanile, l’esperienza di migliaia di ragazzi meritevoli e qualificati, che ogni anno partono dalla Sardegna, ma non solo, in cerca di prospettive occupazionali che la propria terra non riesce a garantire loro. ‘Gli emigranti’ sono quelli che non hanno voce in Italia ma fanno importanti scelte di vita, e professionali, fuori dai confini nazionali. In mezzo v’è il sentimento di rabbia ed amore per una terra che perde sempre nuove opportunità e intelligenze, ma al contempo è incapace di creare le condizioni favorevoli per il ‘ritorno’. È la generazione ‘Master and Back’ in Sardegna, cui il libro prova a dare voce.
I sardi partiti con il programma regionale “Master and Back” programmavano di tornare a casa, ma per molti, troppi, non è stato così. Su 3948 laureati che hanno fatto la valigia per specializzarsi fuori dal territorio regionale, tra il 2005 e il 2014, appena 1985 hanno scelto di usufruire del percorso di rientro. Tutti gli altri sono sparsi per il mondo. A loro dona voce il libro “Gli emigranti”, la prima opera narrativa dell’insegnante e studioso Davide Fara, che in Sardegna vive e lavora.
Una storia autobiografica, fatta di speranze per il futuro e delusioni per ciò che non è, che narra di vicende comuni a un’intera generazione, senza trascurare i sentimenti di amore e rabbia verso una madre orfana di tanti cervelli preziosi. Un libro che assume i contorni della denuncia sociale, lasciando il lettore con l’amaro in bocca nei confronti di una terra incapace di creare opportunità per tutti i suoi figli.
Andando al di là delle cronache giornalistiche, sul Master and Back sono stati scritti fiumi d’inchiostro, l’autore traccia un quadro denso di significati: «Attraverso la mia esperienza personale, mi interessava raccontare la storia di chi ha lasciato l’Isola, dando una visione diversa da quella che può restituire un freddo articolo su un giornale. Io sono stato in Irlanda per il mio dottorato e conosco bene la sensazione di lasciare tutto e partire. Nel libro ci sono i sentimenti di tantissimi giovani sardi che se ne sono andati per seguire un sogno. Emozioni isolane, ma condivise da tutti coloro che cercano fortuna lontano da casa. “Gli emigranti” è un mix tra cronaca, saggistica e letteratura. Dentro ci sono esperienze, incontri, relazioni, persone, anni di vita».
La letteratura di Davide Fara, che alla sua attività di insegnante unisce quella del giornalista pubblicista, guarda al mondo di oggi e lo fa con sguardo critico. Tra le centoquarantaquattro pagine che compongono “Gli emigranti” c’è anche la battaglia legale intrapresa dagli studenti contro la stessa Regione Sardegna, promotrice del Master and Back, per il calcolo esatto delle tasse da far rivalere sulla parte del contributo europeo delle borse. Sullo sfondo, inoltre, non è difficile trovare la contestazione del malcostume isolano che naviga tra interessi di potere, bandi di concorso formulati per pochi intimi, contratti di lavoro atipici. «O ti dicono che non hai esperienza o che sei troppo qualificato», ciò che emerge alla fine è «la polverizzazione delle esperienze», in un contesto dove «la meritocrazia non esiste perché non esiste a livello politico».
Una situazione ben nota a chi, come l’autore del libro, è tornato sull’Isola dopo essersi specializzato fuori dai confini regionali: «I ragazzi rientrati dopo la specializzazione avevano tante aspettative, ma la maggior parte hanno dovuto fare i conti con la delusione. Il Master and Back puntava a formare cervelli altamente specializzati, operazione sostanzialmente riuscita, ma non è stato in grado di valorizzarli nel percorso di rientro».